I Thuner passano il turno, mentre le altre due gare della notte pareggiano le rispettive serie, ne vedremo ancora delle belle, intanto vediamo quanto accaduto stanotte.

TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE. MIAMI HEAT 85 – CHARLOTTE HORNETS 89

Insieme a quella tra Boston ed Atlanta, probabilmente la serie più bella finora. Questi Hornets nella notte sanciscono la fine dell’era Bobcats zimbelli della lega, indipendentemente da come finirà questa o le eventuali serie successive. Miami parte forte nel primo periodo, ma Charlotte rimane a contatto grazie a Jeremy Lin (21 quasi da Linsanity) e poco altro. Dal secondo quarto in poi gli Heat si spengono, subiscono ogni penetrazione possibile, e si infilano in uno svantaggio (18) dal quale, a detta dello stesso Wade, difficilmente ci si riprende in trasferta. Nonostante questo la possibilità di tornare in Florida sul 3-1 ingolosirebbe chiunque, ed il parziale successivo è di 17-1 per gli ospiti, che però nonostante la rimonta non troveranno più un vantaggio. Terzo e soprattutto quarto periodo hanno un nome ed un cognome: Kemba Walker. La fantastica, e da noi più volte apprezzata, pg di Charlotte domina come probabilmente nessuno aveva mai fatto con quella canotta. Non c’è stato un singolo pick&roll su cui la difesa di Miami sia riuscita a fare qualcosa contro di lui, che prontamente tirava nel momento preciso del cambio, o batteva il malcapitato che passava sul blocco, rispedendo al mittente ogni tentativo di ricucire lo strappo degli avversari.Le triple di Gerald Green e di Joe Johnson avevano anche più dell’odore del sangue, ma eseguita la rimessa palla a Kemba e tutto da rifare, sempre, sempre, sempre. Passando a qualche numero, gli Hornets vincono anche questa come gara 3 nel pitturato, segnando 14 punti in più di Miami, che da squadra abbastanza “vintage” perde al suo stesso gioco. Courtney Lee (11) aiuta a tenere a freno Wade, che chiuderà a 12, mentre il favoloso Kemba scrive 34, il suo massimo in carriera ai po. Migliori realizzatori per gli Heat, Johnson (16) e Deng (15), con il secondo colpevole di non aver aiutato abbastanza Hassan a bloccare gli incursori. 2-2 e si torna a Miami dove a questo punto ci aspettiamo una nuova reazione degli Heat, anche se potrebbe succedere di tutto.

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKLAHOMA CITY. DALLAS MAVERICKS 104 – OKC THUNDER 118

I Thunder archiviano la pratica Mavericks.  Alle discutibili dichiarazioni di Mark Cuban su Westbrook, considerato dal numero uno dei Mavs “All-Star, non Superstar”, ha replicato in conferenza stampa KD, liquidando tutti con un incredibilmente eloquente “He’s an idiot, next question please”. Se Durant risponde col microfono, RW risponde sul campo, mettendo a referto 36 punti, 12 rimbalzi e 9 assist e schiacciando in gara 5 dei Mavericks a cui rimane soltanto l’onore di aver fatto il possibile. OKC indirizza subito la gara, e a parte aver subito un po’ troppo nel secondo periodo, non ha avuto problemi a sfangarla, con Westbrook indemoniato e Durant al ritmo giusto (33-7) non ci si poteva aspettare altro. I Thunder torneranno presto in Texas, per affrontare l’avversario al momento più difficile e più riposato: i San Antonio Spurs. Non c’è bisogno di nostri auspici per avere una serie interessante, da vedere come dinamico duo e compagni reggeranno l’urto di partire sfavoriti. 24 punti di puro orgoglio di Dirkone e serataccia al tiro per Wes figlio di Wes (3-13 dal campo). Gara prettamente difensiva di Ibaka per i Thunder, accompagnata da una gran doppia doppia di Adams, che chiude a 15-10 prendendo a spallate ogni singolo stallone.

 

MODA CENTER, PORTLAND. LOS ANGELES CLIPPERS 84 – PORTLAND TRAIL BLAZERS 98

Prima Blake contro il muro, ora CP3 contro Gerald Henderson, stanotte insieme al vantaggio dei Clippers si rompe anche la mano di Paul. Secondo gli ultimi aggiornamenti il leader dei clippertoniani non potrà essere arruolabile prima della finale di Conference. I paperopolesi più famosi del mondo perdono Paul a metà del terzo periodo, e nella stessa gara vedono anche riacutizzarsi i problemi al quadricipite di Blake Griffin, se questo non bastasse anche Redick partiva già acciaccato. A ridere, nemmeno troppo, delle disgrazie altrui Dame e compagni, che pareggiano la serie potendo tornare a Los Angeles con praticamente la stessa situazione di stanotte e due quarti e mezzo di CP3 in meno. L’eroe di gara 4 è Al-Faruq Aminu, che scrive il suo primo trentello in carriera, tirando un limpido 60% dall’arco e tirando giù anche 10 “boards”. La gara è stata combattuta ed equilibrata fino al forfait di Chris Paul, dopo il quale il tracollo dei Clippers ha permesso ai padroni di casa di agguantare e consolidare un vantaggio che non hanno più abbandonato. CP3 non voluto rilasciare dichiarazioni, ma nell’uscire dal campo gli si leggevano negli occhi una rabbia ed una frustrazione da non augurare a nessuno. Doc Rivers sentenzia che il suo mestiere è trovare il modo di passare il turno con gli effettivi che gli rimangono, a questo punto potrebbe essere molto più difficile del previsto. 19 per CJ e 12 per Dame oltre al già citato Aminu per Portland, 17 di Blake e 16 di Paul per i Clippers.