La settimana post-Draft, nella NBA, ha visto muoversi le prime onde di mercato.

Alcune si sono rotte quasi subito, nate male e con l’unico scopo di provare a creare clamore mediatico sufficiente a rendere possibili operazioni impossibili. Altre invece montano piano, ma l’occhio dei surfisti esperti le battezza immediatamente come ad alto potenziale di cavalcata.

THE BEAL DEAL. Possibile, ma utile? Bradley Beal non userà la player option sul prossimo anno del suo contratto: andrà via dunque da WAS e la domanda sul dove ha immediatamente coinvolto i Boston Celtics. Il primo problema è come sempre il vil denaro, anche se il cap-room nel monte stipendi di BOS e molto più ampio di quel che sembri, soprattutto facendo qualche sacrificio pur di mirare al Titolo. L’esterno da Saint Louis presumibilmente vorrà minimo 35 MM$$/anno (avendone declinati 36 in franchigia perdente): si è già fatta strada l’ipotesi di una trade a coinvolgere Jaylen Brown. Fossi nei Celtics, piuttosto che perdere Jaylen farei le divise leopardate. Considerando che in questo momento Boston è in prima linea, anche se più mediaticamente che nel concreto, non solo per Beal ma anche per Durant e Dejountè Murray, posso certificare che i Celtics si stanno complicando inutilmente la vita. Per come sono costruiti, meglio prendere Brogdon, proseguendo nel percorso iniziato da coach Udoka, che affannarsi per Beal sconvolgendo la struttura della squadra. Meglio ipotizzare l’arrivo di un risanato Ricky Rubio (o giocatore simile) al fianco di Smart, che mettersi a sondare Dejountè Murray rinunciando al DPoY 2022. Meglio lasciare un aging KD a rimpiangere il giorno in cui decise di lasciare San Francisco per abbracciare BKN. Quanto spazio salariale hanno davvero a Boston? I Celtics sono arrivati secondi avendo il nono payroll: una forbice favorevole da non sottovalutare. Il loro attuale monte-stipendi ammonta a 150 MM$$ (il più esoso è di GS, 172 MM). Possono sbarazzarsi senza problemi di 10 MM lasciando andare i 5 panchinari/G-Leaguers che sono in team option; possono anche “dare per morti” i 26 che pagheranno a Horford (probabile ultimo anno di carriera) e rassegnarsi a sborsare la luxury tax inseguendo l’Anello per le prossime due stagioni: a fine 23/24 scadranno Jaylen e Grant Williams. I 10 MM facilmente scaricabili, più i 26 di Horford rassegnandosi alla LT: la differenza è 16 MM, da sommare ai 22 di differenza con gli Warriors per arrivare a un potenziale di 36 MM per questa stagione. Vero, è il contratto minimo di Beal. BB può evoluire insieme ai due Jays: nella sua carriera, giocando con John Wall, ha recitato da Beta e si accontenterà di qualche pallone in meno pur di abbracciare un sistema vincente (senza dimenticare la Saint Louis connection con Tatum). Però Brogdon chiama milioni 23, lasciandone una quindicina per un altro giocatore. Inoltre, muovendo Theis e Nesmith per giocatori meno costosi, Brad Stevens potrebbe ricavare altro cap-room, portando il budget per l’anno a 42/45 MM: non pochi. Da usare per completare e raffinare l’attuale roster, non per inseguire Stelle o Grandi Nomi la cui differenza di rendimento rispetto a giocatori meno celebrati non giustifica i soldi in più. Non ci sono 13+ MM$$ di differenza tra Beal e Brogdon NEL SISTEMA dei Celtics, per esempio. Considerando invece chi è in scadenza di contratto o carriera tra i biancoverdi, se a BOS dovessero decidere per un sacrificio economico/di roster consistente, punterei su un lungo horfordiano, che non abbia bisogno di avere ogni pallone: uno come Bam. Adebayo ha un contratto già blindato tra 30 MM oggi e 37 fra 4 anni, non particolarmente esoso per un giocatore del genere; certo, si tornerebbe a parlare del sacrificio di Jaylen.

I grandi nomi cui BOS è associata non paiono così necessari, in realtà, ai biancoverdi. Tornando alla domanda dell’incipit, la risposta è: non Beal.