La Francia supera la Slavonia.

Prima uscita del Mock Draft EDA (Enrico D’Alesio), come sempre in coincidenza con marzo e per guardare con cognizione di causa la Madness. Ho modulato il Mock sui canonici 60 giocatori, ma la seconda scelta dei Suns salterà, come punizione amministrativa per il tampering attuato nell’ingaggiare Drew Eubanks. Per rendere più interessanti le prossime puntate, in questa non è presente la descrizione con giudizio e “NBA alike” dei giocatori. Per introduzione, invece, userei una bella pacca sulle spalle di Gilbert Arenas. Il simpatico sventolatore di revolver (altro che Ja…) ha infatti detto di recente che per migliorare la NBA bisognerebbe cacciare tutti gli Europei. Detto-fatto: è assai probabile saranno 4 gli Europei scelti nei primi 5, 5 nei primi 10, 6 nei primi 20, 13 sui 60 da chiamare.

Di questi giocatori europei, 2 (Larsson e Ivisic), giocano in NCAA, mentre Almansa in G-League; gli altri vengono da club del vecchio continente, e il gruppo francese mette i brividi per valore e abbondanza: 6/60 tra cui le probabili due prime scelte assolute. Avremo tempo di parlare dei singoli, per ora un dato emerge evidente dal semplice esame fisico dei futuri pro: la NBA cerca “freaks”, giocatori che sappiano combinare in maniera finora quasi inesplorata dati fisici (cm di altezza ed estensione alare), atletici (rapidità e velocità) e tecnici (fondamentali inimmaginabili per certe sagome fino a 6 o 7 anni addietro). L’evoluzione del Gioco, che NON è verso le terre desolate dipinte dai nostalgici degli anni ’80 e ’90, ha anzi portato a un perfezionamento impronosticato dei fondamentali e delle abilità tecniche.

Come sono questi freaks? Nei primi 10 del mio mock si trova un 2.15 che si muove come un’ala piccola e fa sembrare Towns un dinosauro; c’è una guardia di 205 cm capace di difendere su chiunque; un 2.09 che si muove come fosse 10 cm meno; un play di 2 metri che vede sopra le teste di quasi ogni difensore e che causerà tanti adattamenti tattici per marcarlo. Alla fine, dei primi 10, i più normali sono 3 kids statunitensi, un’ala piccola di 203 cm e due pg di 193. La stessa “anormalità”, percentualmente, si trova anche nelle decine successive fino ad arrivare al numero 60. Questa ricerca non è senza ragione, senza precedenti e senza conseguenze. Ragione: il Gioco oggi è molto più difficile da leggere, ogni possesso richiede adattamenti sia off che def, non esistono più i comodi “binari” dello schemone anni ’80: ecco quindi che la non comune velocità e/o proprietà tecnica e/o stazza (e la loro combinazione) consentono la proposizione di continui ostacoli e nuovi interrogativi sia agli attacchi che alle difese. Precedente: il capostipite recente della tendenza è The Greak Freak. Conseguenze: ancora non del tutto esplorate, ma è un po’ di tempo che la “Era delle Triple” in senso classico e Steph-ish sta cambiando volto, almeno a partire dall’Anello 2021 vinto proprio da Giannis; stanno acquistando sempre maggiore importanza il ritmo (numero dei possessi, capacità di superare per possessi l’avversario non fisicamente ma tatticamente, cioè nascondendoli o moltiplicandoli nell’orologio), il loro calibro (numero di triple sul totale tiri), la capacità di avere possessi proficui da 2 pti (altrimenti è inutile l’alternanza triple/mid range, come a volte fanno vedere i Celtics: per es. le 50 triple su 89 del 14 marzo vs i Suns).