Erano 6 le partite della notte NBA, in programma il confronto al vertice della Western Conference tra Warriors e Nuggets, al Pepsi Center di Denver
Non capita spesso, nella Regular Season NBA, di trovare scontri diretti secchi che valgano la testa della classifica, dunque anche per questo la gara di stanotte era molto attesa. Giocava anche la terza dell’Ovest: OKC in visita ad Atlanta. Di queste 3 regine, solo Golden State ha potuto sorridere.
Sorriso davvero smagliante, sinceramente. La stagione di GS non era stata perfettissima sinora: pesano in particolare alcuni KO casalinghi sia contro le migliori dell’Ovest che dell’Est. Ciononostante, Warriors secondi ad Ovest, e primi o secondi in ogni stat offensiva a parte una: quarti nella % di realizzazione delle triple con il 39. Cifra da sogno (considerato anche il volume dei tentativi) per quasi chiunque ma non per loro. Hanno scelto l’occasione giusta per cambiare musica: gara per il vertice, fuoricasa, tutti presenti sulle tavole e liberi da infortuni recenti. Hanno segnato 51 punti nel primo QUARTO. Più di 4 punti al minuto. 19/25 dal campo comprensivo di 10/14 da 3 e ben 13 di quei canestri sono stati assistiti. Denver, dal canto suo, non è naufragata: non subito almeno. Durante quella tempesta forza-51 hanno segnato 5/10 da 3 (6 su 11 contando il tiro da metà campo di Jamal Murray alla sirena) e segnato 38 punti: il tema della gara è stato che gli Warriors non hanno rallentato, nemmeno all’ingresso dei cambi. Non voglio tacere che i Nuggets erano privi della loro sg titolare, Gary Harris: il suo cambio Malik Beasley, trasportato in quintetto, ha giocato bene (22 con 6/10 da 3), ma i Nuggets si son ritrovati corti di rotazioni tra le guardie, costretti a dare più minuti del previsto al rientrante (terza gara dell’anno) Will Barton, ancora fuori forma (in 3 partite buon 5/11 da 3 ma 2/16 da 2). Alla fine 142-111 il risultato per GS, con 40 pti dal pino, 31 gli Splash Bros e 27 KD, senza dimenticare che Green ha distribuito 13 ass e Looney arpionato 12 rebs. In bacino di carenaggio, ancora, DeMarcus Cousins, anche se vede campo e pallone in scrimmages con poco contatto: tornerà credo dopo lo ASG e potrebbe davvero darsi, come avevo ipotizzato, che la forma degli Warriors sia stata programmata per fiorire da quando schiereranno il più forte quintetto mai visto su legno laccato.
La terza big dell’Ovest era in visita nella capitale black degli USA, sede della CocaCola e casa degli Hawks che stanno sorprendendo molti commentatori me compreso: la sola cosa che avevo azzeccato a proposito di ATL era il giudizio lusinghiero su Kevin Huerter (17-3-4 con 5/8 da 3). In realtà il lavoro di coach Pierce è eccellente; sta fiorendo, ora che ha calato la pancetta, anche il rookie Omari Spellman (10-3-3), e pure il contraddittorio Trae Young (24-6-11) ha cominciato a giocare discretamente, dopo un inizio orrendo: dal 31 Dic per esempio sta tirando da 3 col 41%, dopo aver toccato sprofondi inferiori al 15%. Stanotte gli Hawks (sempre portati in spalla da John Collins, 26-5-2 con 12/14 dal campo) si sono impossessati, nel quarto periodo iniziato a -3, delle mani e del cervello dei Thunder, obbligandoli a un -18 parziale e alla sconfitta. OKC ha vissuto un incubo composto dai difetti dello scorso anno, quando, appena iniziavano le rotazioni, perdeva la bussola in attacco: stanotte infatti ha concesso 45 pti agli Hawks sia nel secondo che nel quarto periodo. Mentre OKC non infilava un pallone vanificando anche gli 8 reboff catturati nel periodo finale, 6 dei primi 7 possessi di ATL recitavano la tabellina del 3 (4 triple, 2 And-1). Alla fine saranno 10 (su 18 totali) i canestri da 3 degli Hawks nel parziale e 142 i pti, come Golden State; Thunder 8/26 nel quarto e brutta sconfitta.
W non bellissima ma, waiting for LeBron, utile per i Lakers in casa vs i Bulls: non scontata dal momento che recentemente avevano perso sia da NY che da Cleveland. Coach Walton ha portato in quintetto Tyson Chandler e Caldwell-Pope retrocedendo Javalone e Hart, e ha trovato un ottimo Lonzo da 19-8-6 e 2 rec.
Le altre 3 gare erano ad Est: si sono risolte in altrettante spazzolate determinando un divario medio di 38 pti. Suns -34 ad Indianapolis, Miami -38 a Milwaukee (12-10-10 con 3 rec in 25 mins dello Pterodattilo) e soprattutto 42 ne han beccati i T’Wolves del baby-coach Ryan Saunders a Philadelphia, dove si è compiuta la vendetta di Jimmy Butler contro la sua ex ed odiatissima (con sentimenti reciproci) squadra, anche se il migliore dei Sixers è stato Embiid (31+13).