10 gare nella notte NBA.
La prima a terminare quella tra Pistons e Hornets: nelle due squadre giocano i due migliori giocatori usciti da Connecticut University begli ultimi 20 anni, Kemba Walker e Andre Drummond. Il centro dei Pistons arrivò UConn l’anno dopo l’uscita di Kemba, quindi non hanno mai giocato insieme, ma potrebbero esser compagni il prossimo anno: Detroit è una delle squadre che sicuramente faranno un’offerta durante l’estate alla pg che è all’ultimo anno di contratto come stipendiato di Jordan. La stagione di Kemba finora è esemplare e commovente, ma stanotte, anche se il chiodo definitivo lo ha imbucato lui da 3, i meriti della W sono almeno divisi con due compagni. Il primo è Marvin Gregarione Williams (24-6-2. 2 rec 1 stoppata e 7/11 da 3), che esce dal proprio soprannome ergendosi ad MVP: ha segnato il proprio career-high e ha ben difeso su Blake Griffin. La cifra interessante di Blake (23-7-5) è lo 0/4 da 3: segno che ha dovuto a volte rifugiarsi, senza esito, oltre la riga delle triple per trovare un po’ di ossigeno, ed il merito è di Gregarione. L’altro Hornet è Jeremy Lamb (11+6). L’Agnello è un realizzatore, spesso svagato o capace di perdere il pallone in maniere che solo lui riesce ad immaginarsi, ma quest’anno, sotto coach Borrego, ha trovato maggiore costanza e sa rendere efficiente il suo enorme talento offensivo: stanotte, nonostante venisse da 1/8 dal campo, i due giochi-chiave sono stati suoi, con una tripla preceduta da un floater con bacio al vetro di delicatezza irreale. W importante perchè gli Hornets superano i Pistons al sesto posto dell’Est.
Est ancora protagonista per due gare negative per New York: perdono sia i Knicks (male vs Atlanta al MSG segnando solo 38 pti nel secondo tempo), sia i Nets (anche loro in casa, ma una gara equilibrata vs i Pacers) che almeno notano progressi davvero notevoli nel Lituano Rodion Kurucs (24 con 4/5 da 3). Senza allontanarci di molto arriviamo a Boston, dove nell’intervallo si distrae il pubblico con danze greche per onorare l’arrivo dei Bucks dello Pterodattilo: lui scrive 30-8-5 con 3 stoppate, ma ad affondare i Celtics, oltre ad una prova davvero scarsa in cui i biancoverdi non fanno quasi mai 3 cose positive di seguito, sono i panchinari Snell e Maker, che mettono insieme un 7/8 da 3 (unico errore Maker). Boston ha mostrato drammatica inconsistenza, senza recuperare decente gioco dopo il KO davvero comico vs i Suns. Hanno molti alibi a causa degli infortuni, i Celtics, ma le loro punte Irving-Tatum-Hayward hanno tirato 17/48, e uno dei commentatori storici dei Celtics, John Karalis, ha parlato di “very bad basketball” che gli faceva venire voglia di guardare 24 minuti di Zorba danzanti sul parquet invece che il secondo tempo. Prima di passare ad Ovest, segnaliamo che i Raptors continuano a vincere (Siakam 15+10, ed è ospite di Joey Saputo ogni volta che può andare a vedere il soccer) e che i Magic a Chicago (Markkanen 32-6-3 con 12/20 dal campo) hanno perso una gara che dovevano vincere, volendo lottare per un posto nei PO ad Est.
Anche se il livello è squilibrato (ad Est con 15-19 i Nets sono ancora in corsa, decimi con una sola gara di ritardo dall’ottavo, ad Ovest con 14-18 i T’Wolves sono al posto 14 e 3 di ritardo), la lotta per i PO all’interno delle due Conference è serrata, e sta cadendo anche l’ultimo argomento dei detrattori del basket NBA, ovvero che diventa roba seria solo da Febbraio in poi: ogni gara è tiratissima. Lo sanno bene i San Antonio Spurs che sono riemersi da un periodaccio in cui avevano lasciato la Playoff Picture: sono 7-3 nelle ultime 10 grazie ad una trovata di Pop molto simile alla scoperta dell’acqua calda. Subito dopo (al culmine della crisi di fine Nov e inizio Dic) aver pianto la morte del basket sostituito dal tirassegno, Pop ha iniziato a dare più minuti a una combo formata da: Mills-Forbes-Belinelli-Bertans più un centro, ovvero i suoi migliori tiratori da 3 più un lungo. Hanno cominciato ad arriva più W e migliori % da 3: anche se gli Spurs non sono diventati dei grandi triplisti, hanno tuttavia avuto risultati dal quintetto con i tiratori “profondi”, arrivando nelle ultime due gare a sommare 31/52 (59.5%). Può darsi che a tanti puristi dia fastidio che Bertans (15+5 con 5/7 da 3) sia più utile di Rudy Gay, ma è così: nelle ultime 3 gare il Lettone ha 11/14 da 3, e in Dicembre tira triple al 63%. Stanotte il quartetto dei triplisti (Belinelli 17-6-2 con 5/9 da 3) è stato fondamentale nel mettere a nanna i T’Wolves, peraltro abbastanza arrendevoli, ancora privi di Jeff Teague e privati in corso di partita anche di D-Rose (caviglia), costretti a dare 12 mins di campo all’ex giocatore da almeno 3 anni Jerryd Bayless (ouch..). Per consolare chi non ama l’evoluzione del Gioco imposta dall’avvento di Steph Curry, arrivo subito a parlare della gara tra Lakers e Pelicans (Monociglio 30-20-5): allo Staples Center si è assistito a un confronto sostanzialmente no-defense, impreziosito non solo dallo spettacolo ma dall’aver fatto registrare nel primo half il maggior numero di punti combinati nel pitturato dalla stagione 2001: 90 dei 134. Il livello delle difese è andato progressivamente aumentando: il quarto periodo è terminato 18-16 Lakers, mai davvero a rischio di perderla nonostante lo scarto non sia mai andato molto oltre i 10 pti. La Stella del match è stato il Croato Zubac. Il giovane centro di L.A. è partito in quintetto per l’indisponibilità totale di Javalone e quella parziale di Chandler: dove fallì la tecnica ebbe successo l’influenza, con Chandler che fino a un’ora prima della gara era dato per indisponibile. In ogni caso, amorevolmente guidato da LeBron, Zubac partiva 5/5 (con 4 assists ricevuti da James), e poi continuava bello aggressivo fino a 16+11 con 8/11 al tiro, 2 rec e 2 stoppate. Qualsiasi nozione di costanza è al momento fuori dalle corde dei Lakers, ma il talento è sovrabbondante, e appena coach Walton metterà a posto ogni meccanismo questa sarà la squadra che tutti pregheranno di non incontrare nei PO. La lotta, dicevamo, è acerrima e di alto livello ad Ovest, e le distrazioni sono davvero inammissibili: bel punto messo a segno da Sacramento che rimonta da -19 nel secondo e terzo periodo per battere Memphis: per i Kings 6 in doppia cifra con particolare riguardo ai 28+8 con da 3 di Hield e ad De’Aaron Fox, sempre più capace di entusiasmarmi e farmi sentire in colpa per averlo sottovalutato (14-2-8 con 5 rec e 1 stoppata). Come spesso gli accade, anche per i minutaggi un po’ strani cui coach Bickerstaff lo costringe, il rookie dei Grizzlies, Jaren Jackson, parte in modo fantastico e poi sparisce/si affloscia: 12-6-2, 1 rec, 3 stoppate, solo 24 mins di tavole. Per finire: davvero pesante il -30 casalingo beccato dai Blazers vs i Jazz, con Ricky Rubio in veste inusuale di top scorer (24-2-8, con 4/4 da 3: questo dato rende meno pesante il KO di POR, perchè certifica che qualche allineamento stellare si era verificato sul Moda Center proprio durante il gametime).