12 gare nella notte NBA, alcuni risultati importanti e interessanti. Ma questa notte sarà ricordata per essere stata quella in cui LBJ ha detto addio al principio fondante della propria leggenda: essere Terminator.
Minacciato dalle tante mossette e faccette e simulazioni sparse per i campi della NBA nei suoi 15 anni di gioco, il principio della imbattibilità ed incrollabilità fisica di James, tuttavia, non era mai venuto meno. Fino alla notte in cui, dopo esser tornato (volutamente a sorpresa: nel Cerchio Magico di LeBron non si fa nulla per caso) per vincere il derby contro i Clippers, LBJ si è chiamato fuori dalla sfida contro i Migliori di Sempre (Warriors con Cousins) per…”perchè devo ascoltare il mio fisico e sentire come risponde dopo la gara contro LAC”: robaccia new age e testuale dichiarazione del prescelto rilasciata per primo a Chris Haynes. Come vuoi che risponda: bene, visto che ti riposi. Qualunque cosa accada da ora in poi, da stanotte James ha abdicato, anche vincesse altri 3 Anelli non è più la “sua” NBA. La vera pietra angolare della sua cosiddetta legacy non erano gli Anelli né le stats: era la inviolabilità del fisico. Immaginate poi cosa significhi allenare una pesca del genere. Potete chiedere a Lue, o Luke Walton, o, meglio di tutti, a David Blatt; in ogni caso, stanotte i Lakers hanno prima subìto poi dominato poi subìto fino al KO vs gli Warriors. Anche se Curry ha inchiodato la rimonta con 3 panieri in fila, è stata una edizione di GS sostanzialmente priva di Steph (14 con 5/15: vs LAL in 3 gare ha sempre faticato, 13.3 di media con 13/44 dal campo), ma con un immenso DeMarcus Cousins (18-10-4 con 2 stoppate in 25 mins): una sua schiacciata in roll abbattendo Kyle Kuzma gli è sia valsa un And1 che costata un tecnico per aver guardato troppo a lungo il povero Kuz sdraiato per terra, umilandolo. Quel gioco, avvenuto sul massimo vantaggio Lakers poco oltre la metà del terzo periodo, ha ri-ribaltato la gara portando GS a rimontare e vincere nello stesso rush, mollando 26-4 a LaLa Land. Nella gara era anche la sfida tra l’attuale KD e il suo prossimo erede: Brandon Ingram (20-4-3) ha dimostrato di poter essere degno delle attese su di lui, ma ha ancora parecchia strada davanti. Nelle pieghe del Gioco Durant (21 con solo 13 tiri, 11 ass) ha qualità che il rampollo al momento può solo sognare; altra bella prova di Ivica Zubac (10-9-1 con 2 stoppate): il Croato dei LAK ha perso ogni timidezza, e non è arretrato nemmeno davanti a DMC che stanotte aveva davvero la faccia dipinta coi segni della guerra.
La altre gare, ora. L’altra LA vince a DET giocando capovolta: 4 dal pino in doppia cifra (Sweet Lou 39 con 11/11 in lunetta ), 1 solo del quintetto (Gilgeous-Alexander 14-7-5 con 3 rec e 1 stoppata); sempre out Gallinari, forse tornerà martedì. Charlotte (Kemba 37-6-10) batte i Bulls e torna in perfetto 50%, mentre BKN festeggia male la chiamata di Russell allo ASG perdendo nettamente ad Orlando (24-12-4 per l’AllStar dei Magic, Vucevic). Milwaukee (Pterodattilo 37+10) in trasferta a Washington mette subito a nanna gli Wizards andando at the half sopra di 23, mentre a Cleveland Luka Doncic ribadisce che la sua assenza dallo ASG è una porcheria immonda scrivendo 35-11-6 portando a 6 il magro bottino di W esterne dei suoi Mavs. Indiana esce dalla crisi successiva all’infortunio di Oladipo battendo gli Heat (terzo KO in fila) con 31 di Bogdanovic-Croazia; in assenza di Davis, invece, non si ferma la crisi di Nola (solo 3 W nelle ultime 10) che perde ad Alamo: ottimo il Beli con 17 in 24 mins. Denver tiene il ritmo di GS al comando della Westen Conference vincendo di 1 (107-106) una gara durissima vs Minnesota: Beasley 22 con 4/7 da 3, Monte Morris 17-7-10, Jokic soffre la guardia di Towns (31-12-7) e imbuca solo 4/13, ma lo stesso va per la tripla-doppia (13-16-10). Scapoli vs Ammogliati vede gli Hawks (Collins 35+16, Young 27-7-8) prevalere sui Suns, e negli stessi minuti James Harden seppelliva i Jazz con 43-12-5, 6 rec e 4 stoppate. Infine, ma di grande importanza, il successo casalingo dei Kings vs i Sixers reduci dall’aver battuto due giorni fa GS. La Triade dei Sixers ha funzionato (Simmons-Butler-Embiid combinano per 80-29-13), ma nulla altro è giunto per impedire a PHI di soccombere: Buddy Hield ha continuato il periodo magico con 34-6-3 (7/13 da 3), Fox e WCS hanno dato enorme contributo e dal pino anche Bagley (N.2 al Draft 2018) sta facendo vedere che non è la fregatura che tanti avevano pensato dopo qualche stento inziale: 14+13 “costringendo” coach Joerger a tenere in panca per 36 mins il serbo Bielica.