Inizio classico: 8 gare nella notte NBA.
Ma poi ci precipitiamo ad Indianapolis, dove si giocava sia in campo che fuori e dove è emersa la seguente constatazione: nessuno è di pietra. I Lakers si sono chiamati fuori dalla corsa ad accaparrarsi Anthony Davis, e lo hanno annunciato con notevole enfasi dando tutta la colpa ai Pelicans, le cui richieste sono state definite “outrageous”. Pare infatti che il prezzo fosse diventato maggiore di quello già insensato di cui vi avevo informato ieri: Lonzo-Ingram-Kuzma-Rondo-Beasley-Zubac-KCP-Hart e tra 6 e 8 future scelte al Draft. Tradotto: tutti i tuoi giocatori migliori e tutte le tue scelte per i prossimi 3 o 4 anni. Tradotto ancora: non vincerai quest’anno, l’anno prossimo nemmeno e dovrai svenarti per pagare altri free agents dal momento che il tuo prossimo Draft sarà nel 2022 o 23. Terza traduzione: tornerai decente nel migliore dei casi tra 8 anni. Resta tuttavia vero che, fin quando il prezzo era costituito dai giovani talenti losangelini+un paio di filler+un paio di future prime scelte, Magic era deciso a pagare: a parte le sfuriate dell’insopportabile padre di Lonzo (ancor più insopportabile perché non ci è, ma ci fa) queste “decisioni annunciate” hanno sempre conseguenze se non si traducono in atto. Perché nessuno è di pietra: e a forza di sentirsi non utili e del tutto sacrificabili stanotte i giovani leoni dei LAK hanno messo in opera una loro versione di sciopero bianco, lasciando che LBJ facesse una magra figura come “unico uomo in campo”. Ball e Hart hanno marcato visita, Ingram-Kuzma-Zubac hanno preso 26 tiri in 3 (ma 13 dal solo Kuz) e LBJ è stato top-scorer della squadra con ben….18. Indiana ha continuato il processo di adattamento al forzato de-Oladipizzamento mandando 7 in doppia cifra di cui ben 4 dalla panchina, e occhio al potenziale di Edmund Sumner (17 in 17 mins con 3/4 da 3): per coloro che non hanno dimestichezza con la NBA dirò che è una sorta di raffinazione del Virtus Bologna Punter, dove con raffinazione si intenda sia il talento che la difesa. Attendendo ipotetiche ulteriori rivoluzioni dell’Affaire-Davis, intanto L.A. dovrebbe essersi portata a casa il tiratore (sono i tiratori l’elemento tattico di cui i Lakers sono davvero bisognosi) REggie Bullock dai Pistons: prezzo Mikhayliuk e una prima scelta. E, ovviamente, un’armonia tutta da rifare per provare almeno ad arrivare ai PO: cosa non scontata ora….Lakers OUT? Prima del FFWW due altre note. la W dei Clippers a Charlotte, di misura (117-115 con rimonta finale). Per i LAC (ancora assente il Gallo, che doveva tornare ma ha posticipato a giovedì) impressionante costanza ad altissimi livelli di Harris(34-7-5) Harrell (16+10 con 3 stoppate) e Sweet Lou (31 in 32 mins con 5/6 da 3); per Charlotte oltre al solito Kemba (32-5-9 con 3 rec) la vera Stella è il coach, scuola Spurs, Jesse Borrego: al primo anno da head sta facendo il miracolo con gli Hornets, che ormai non solo giocano quasi senza centri, ma addirittura usando da centro Kidd-Gilchrist o Marvin Gregarione Williams, che fino a due mesi fa eran catalogati sf. I centri più o meno veri hanno totalizzato i seguenti minuti stanotte: doppio 0 per Hernangomez e Kaminsky, 14 Biyombo, 23 Zeller, per fare 48 mins ne mancano ancora 11. Infine nel KO di Toronto il centro dei Sixers Embiid (37-13-2 con 1 rec e 2 stoppate) ha raggiunto i 1650 minuti in stagione: questo numero è il minimo stabilito dal contratto affinché il giocatore in passato lungodegente riceva il pieno dello stipendio annuale.
FFWW: vincono Boston a CLE (Tatum25+7) e Detroit a NY (KO 14 in fila per i Knicks); Memphis batte Minnesota e accoglie l’esplosione di Ivan Rabb (19+11 per il compagno di Jaylen Brown a Cal U.), e sono corsare sia OKC ad Orlando (George 39-8-3) che Miami a Portland (Wade 22-9-3)