Sette gare nella notte NBA, ma è difficile star concentrati sul parquet.
Ancora in piedi l’Odissea riguardo Monociglio (Omero lo avrebbe chiamato Monòphrudis) e i Lakers (che ora “rimandano la palla nel campo dei Pels e attendono una risposta”), si sono concretizzate due trade di medio livello che potrebbero avere conseguenze su questa stagione e sul mercato estivo. Una ha riguardato squadre in campo stanotte: i Sacramento Kings battuti in casa dai Rockets (Harden 36-6-1) e i Mavs vittoriosi su Charlotte (Doncic 19-10-11). SAC ha acquisito Harrison Barnes da Dallas, cui vanno Zach Randolph e Justin Jackson, ovvero quasi nulla: ma è proprio il vuoto ciò che i Mavs cercavano. Barnes, ottimo ma non una Stella, è al settimo anno di NBA, cioè in scadenza di contratto nel 2020: per il suo ultimo anno, però, possiede una Player Option e può decidere lui se intascare i 25MM$$ o diventare Free Agent e far ciaociao ai Kings. I Mavs hanno liberato spazio salariale immenso, che serve per affiancare un altro max contract (un’altra Stella) a Doncic e Porzingis; Carlisle e società sanno quel che alcuni continuano ad ignorare: Doncic è come Larry Bird, il Mr Basketball dei prossimi 10 anni capace di far vincere da subito i Texani se allestiranno una formazione adatta. Dal punto di vista dei Kings, invece, si è guardato meno all’orizzonte e più alla presente gallina: un giocatore di sicuro talento che riempie uno spot scoperto e li aiuterà nella impervia corsa ai PO della Western Conference; pazienza se HB li mollerà in estate: hanno lasciato andare un veterano in scadenza di contratto e carriera, ed un giocatore non essenziale. L’altra trade ha il fulcro a Philadelphia, attivissima anche se non sempre costruttivamente. Ai Sixers arriva Tobias Harris, che lascia ClipperTown insieme all’amico del cuore Boban Marijanovic e a Mike Scott; ai Clippers arrivano Mike Muscala, Wilson Chandler e Landry Shamet, 2 prime scelte (2021 e 2020-22 secondo decisione da prendere anno per anno) e 2 seconde scelte (2021 e 2023). I Clippers si privano del loro migliore giocatore stagionale, ma si assicurano uno dei primi 5 rookies (Shamet, ed hanno già il secondo migliore: Gilgeous-Alexander) per rendimento/affidabilità e un numero di picks considerevole, cosa sempre positiva per una formazione in ricostruzione, che non era destinata quest’anno a lottare per la post-season. I Sixers mettono insieme un quintetto da sogno: Simmons-Redick-Butler-Harris-Embiid; bisogna trovare però il modo di farli giocare insieme e di pacificare i tanti ego in questione. Sarà Harris a chinare il capo: non è mai stato un “alfa”, ma ha bisogno di parecchi palloni, e qui potrebbero emergere i veri problemi, perchè già Embiid e Butler sono in competizione aperta e Simmons non lega molto con nessuno dei due. Phila per arrivare prima a Butler e ora a Harris ha tolto tanta qualità dal proprio pino. In tema di trade: notato quanti infortuni per motivi personali in questo periodo? Sono malanni diplomatici, per evitare che qualche giocatore coinvolto anche solo in teoria in qualche trade si possa infortunare. Inoltre, dato il livello di isteria che avvolge l’avvicinarsi della trade dead-line, si moltiplicano anche i giocatori che entrano in silenzio stampa: non sono molto gradevoli nell’esporre le motivazioni (l’ultimo è stato KD), ma non so dar loro torto sulle ragioni delle loro decisioni. Anche oggi al campo “vero” tocca il FFWW, o quasi. Denver (Jokic 25-14-10) perde la seconda in fila: KO a Brooklyn, che fra poco ritroverà LeVert, ma ha perso (già operato ai tendini del pollice) Dinwiddie; i Nuggets hanno perso di 5 ma sono stati dominati in una gara davvero pigra da parte loro, mentre nei Nets era scatenato D’Angelo Russell (27-6-11). I possessi totali delle due squadre sono stati 240, e numeri simili anche in Golden State vs Spurs (225) e Bucks vs Wizards (245: WAS sconfitta dalle palle perse, ben 23!): il ritmo cui si gioca oggi, questa quantità di possessi, sono figli anche delle regole che tendono ad agevolare gli attacchi, ma derivano soprattutto dall’evoluzione del gioco nel senso della velocità e del ritmo: il miglioramento fisico e tecnico necessario per giocare il basket NBA contemporaneo rende questa l’epoca forse di maggior capacità tecnica media nei giocatori, con buona pace di tutti i maunavoltisti. Utah con 7 in doppia cifra ha battuto Phoenix e Nola grazie a 31-7-3 di Julius Randle ha battuto i Bulls nonostante i 30+10 di Markkanen.