Di nuovo 5 le gare NBA della notte, la prima del Black History Month, in cui le radici culturali nere degli USA vengono ricordate e celebrate. E’ un’iniziativa molto sentita e al tempo stesso non universalmente gradita negli Stati Uniti, proprio perché sottolinea quanto profonda sia la “afroamerican legacy” per le radici della nazione.
La NBA è attraversata dal clamore per la trade che ha portato Porzingis ai Mavs: più che per gli effetti futuri su Dallas (l’Unicorno è ancora in bacino di carenaggio), la trade fa parlare per gli scenari che apre a proposito dei Knicks. Jordan e Matthews, infatti, hanno contratti in scadenza: per ammissione del GM di NY, Scott Perry, la trade è arrivata perchè KP non era contento di restare e la dirigenza ha deciso di ottenere una amplissima flessibilità salariale. Ovvio pensare ai futuri grandi FA: quale di loro potrebbe arrivare ai Knicks in estate? Non vi offro percentuali, ma qualche dato e sensazione a motivare la mia personale scaletta. Nonostante quel che ha più volte dichiarato il più probabile next Knick è Kyrie: il commitment del giocatore con Boston non è saldo come vorrebbe apparire, e, proprio prima della gara di stanotte vs NY, Irving ha dichiarato “sono concentrato sulla chance di vincere l’Anello con Boston quest’anno”…quest‘anno. Poi Kawhi: indecifrabile soggetto, forse impermeabile alle emozioni, potrebbe essere affascinato dal diventare il perno del basket nel perno degli USA, e da NY finalmente essere proiettato nell’Olimpo dei venditori di scarpe (serio: la sola cosa di cui si è pubblicamente lamentato negli ultimi 3 anni è di essere scocciato di quanto poco è valutato come testimonial). I due Warriors (KD e Klay) potrebbero rimanere entrambi nella Baia: dovessero invece partire per me Klay potrebbe davvero approdare a NY, mentre KD avrebbe come destinazione principale la natìa Washington (dove con Wall guarito e il Beal di quest’anno avrebbe davvero una chance di vincere subito). In tutto ciò il punto fondamentale è che i grandi FA destinati a NY, per invogliarsi a vicenda, dovrebbero essere due. Intanto stanotte NY ha perso la numero 12 in fila, cantando però “And here’s to you Mitchell Robinson, Jesus loves more than you will know”, perchè il giovane lungo sta facendo passi avanti notevoli (8+8 con 1 stoppata in 18 mins), e la presenza di una front-line decente (lui insieme a Kanter e Vonleh) fa pensare che i Knicks cercheranno Stelle tra gli esterni (Kyrie, Kawhi, Klay, Kevin..). Boston ha avuto Irving a 23-10-6 con 2 rec, e il pubblico del MSG lo tifava quasi più dei giocatori di casa. Legato a Boston inseriamo anche il triste infortunio di Victor Oladipo, dopo il quale Indiana ha perso 4 gare in fila, diventando prossima preda della rimonta dei Celtics nella Eastern Conference. Oladipo (sarà sostituito allo ASG da D’Angelo Russell) ha patito la rottura del tendine del quadricipite: infortunio raro e assai grave, superiore per tempi di recupero al tendine d’Achille (è quello che ha quasi chiuso la carriera di Tony Parker: da maggio 2017 il Francese ha ammesso di sentirsi al 100% solo ora). KO di Memphis a Charlotte (Kemba 23-3-4): nei Grizzlies non ha giocato Mike Conley, alimentando le voci sullo scambio tra lui e Rubio dei Jazz; il Catalano ha invece giocato nella W di Utah su ATL, che però è rimasta bene in partita quasi sino alla fine del terzo periodo: Gobert 25+13 nei Jazz, Young 28-3-9 per gli Hawks. OKC ha battuto Miami in Florida molto nettamente, trovando 3 giocatori al loro top: il combinato di George (43-7-5 con 2 rec), Westbrook (14-12-14 e solo 10 tiri: occhio a questo dato che potrebbe essere la chiave per il futuro dei Thunder) e Schroeder (28+2, 11/13 dal campo tra cui 7/7 da 2) sarebbe quasi bastato da solo a battere gli Heat. Ultima fermata il Pepsi Center di Denver, in cui i Rockets hanno resistito poco più di un quarto ai Nuggets, formazione cui presto dedicherò uno speciale. Onestamente: la competenza e il saper “vedere” i giocatori sono la base, ma a volte serve anche un aiuto dalla fortuna. Vi avevo appena magnificato le doti delle due guardie di ricambio dei Nuggets che un doppio infortunio ha tolto dal campo sia Murray che Harris (nulla di grave per entrambi) e portato in quintetto Monte Morris e Malik Beasley. I due hanno ripagato la fiducia, anche la mia: Beasley addirittura esplodendo in un career-high da 35, Morris con la consueta produttiva compostezza (18-6-8 con 2 rec). Altro elemento non da riflettori di DEN: Torrey Craig, 28enne a solo al suo secondo anno di NBA dopo una vita da G-League, specialista difensivo vero che ogni tanto, come stanotte, ha anche soddisfazioni offensive: 22 con 8/11 oltre ad aver limitato Harden (9/21) con totale limpidezza (solo 9 timbri nell’abbonamento della Barba alla lunetta).