Nottata da 8 gare con vista sulla postseason per la NBA. La gara della notte è una, ma le sorprese sono due. Gli Spurs a Washington pagano la tanta fatica fatta nel primo tempo. Il secondo quintetto di Popovich, un tempo famoso per essere tra i più solidi di The League, non riesce in nessun modo a proporre una difesa affidabile. I 38 punti segnati dagli Wizards nel solo secondo periodo sono emblematici in questo senso. Senza Wall i maghetti fanno fatica ad alzare il ritmo della gara, fondamentale contro una squadra come San Antonio. Beal si carica della maggior parte dei compiti offensivi, e questo, prima della gara, avrebbe potuto immaginarlo qualunque essere vagamente appassionato, figurarsi i campioni mondiali di scouting-report. Il numero 3, isolato dai compagni, non riesce quasi mai ad incidere, chiudendo con un 3/8 dal campo. Arginare Beal ha però dei costi per la difesa degli Spurs, che concede tiri puliti a praticamente ogni altro padrone di casa: Morris e Porter jr possono essere tiratori eccellenti, ma se in coppia sbagliano un solo tiro in tutta la partita probabilmente sta succedendo qualcosa di particolare. Washington manda sette uomini in double digits e riesce a sventare il tentativo di rimonta dei texani.

Andando verso ‘The North’ si passa da una panchina che non regge ad una tra le più vincenti della lega. I Toronto Raptors la spuntano contro Denver nonostante un sontuoso Jokic. Il serbo del Colorado è una meraviglia per gli occhi, anche se in una squadra che tende a non funzionare fa spesso la figura della macchina da stats, che invece funziona benissimo: stanotte 29-16-8. I canadesi spezzano gli equilibri soltanto durante l’atto finale, quando riescono a trovare gli strappi decisivi grazie all’opacità dei Nuggets.

Il calore di Miami scioglie la corona del re. Dwyane Wade si prende la sua rivincita su LBJ e torna a casa contento. ‘Flash’ uscendo dalla panchina stoppa per due volte LeBron e rifila 20 punti ai Cavs, che non mettono nulla in pericolo, ma che stentano a raccogliere certezze su chi potrà essere l’avversario ai playoff. Miami la strappa, come spesso succede, grazie a James Johnson. La difesa sul numero 23 è invidiabile, e contro il team più Lebron-dipendente mai esistito, fermarlo significa W assicurata. In doppia cifra solo LBJ (18), Calderon e Clarkson, che, come spesso succedeva anche in gialloviola, segna a referto più tiri che punti: 11 pts con 13 tentativi.

Nella Western Conference i razzi di D’Antoni distruggono gli sgangherati Bulls anche senza Harden. Portland vince di nuovo e lascia i Pelicans nella sacca delle seconde quattro, la cui gerarchia è ancora tutta da definire. A Clippertown le speranze sembrano le ultime a morire: con la vittoria su Milwaukee restano a 2 gare di distanza dall’ottavo posto e possono ancora credere al miracolo. I mutilati campioni lasciano un’altra W ai Pacers: vedere in campo un quintetto campione NBA composto da Swaggy P, Zaza, Cook, Bell e McCaw è un precedente unico ed irripetibile della storia americana. Dallas vince il derby del tanking di stanotte contro Sacramento, che sfodera un Labissiere su cui potrebbe ancora valere la pena puntare.