American Airlines, un’ora prima dell’inizio partita. Giusto il tempo di scattare alcune foto ai campioni delle 2 squadre e, seguendo i consigli di un collega, rimango vicino al parquet in quanto la presentazione degli Heat si preannuncia spettacolare. Nel frattempo lentamente il palazzo inizia a riempirsi, alla fine registrerà un sold out con 19.901 presenze.
Alle 19.33 viene cantato dal vivo l’inno nazionale americano come da tradizione di ogni sport a stelle e strisce.
19.36 dopo l’annuncio della squadra di Detroit lo speaker comunica lo starting five di Miami.
Uno alla volta ogni giocatore compare sullo schermo gigante in abbigliamento molto fashion e il suo nome viene gridato a 1000 decibel di potenza e rimarcato da altissime fiamme simbolo del calore del team. Presentazione hollywoodiana che trasmette forti brividi, sembra di essere a un concerto o in discoteca non a un evento sportivo.
Prendendo uno dei tanti ascensori arrivo alla mia postazione. Sono vicino ai ragazzi argentini della ESPN che vivono in Florida da parecchie stagioni e parliamo dei trascorsi italiani di Ginobili e dei nuovi campioni argentini della NBA. Nel frattempo la partita è iniziata e gli Heat partono molto decisi guidati da Chris Bosh concludendo il primo quarto sul 34-18.
Tra il pubblico c’è Cristiano Ronaldo appassionato di basket al quale viene regalata la maglia numero 7 degli Heat che porta il suo nome. L’omaggio viene offerto da Jeanelle e Carin a esprimere la sensualità ed energia delle Dancers locali e della splendida città della Florida.
Detroit ha una squadra molto fisica, la presenza ingombrante di Drummond a rimbalzo inizia a dare dividendi e la partita torna in equilibrio 54-52 Pistons.
Si va all’intervallo lungo e scendo sul parquet per esplorare la magnifica Arena e scattare alcune foto a bordo campo.
A un certo punto vengo inviato da parte di un addetto alla sicurezza in una grande lounge piena di gente che mangia churrasco, carne brasiliana, cocktail inebrianti e musica a palla con schermi giganti a diffondere gli highlights della prima parte.
Sembra di essere in un film, tutto molto bello ma dopo alcuni minuti voglio tornare al gioco. Mi rendo conto però che non è più possibile uscire in quanto bisogna attendere il rientro in campo della squadra degli Heat che dopo un po’ di minuti passa davanti alla grande vetrata del locale come in un grande acquario. L’ultimo a rientrare è Chris Anderson ” the Bird-Man” tra i più appariscenti con i suoi numerosi tatuaggi e che viene portato in panchina più che altro in quanto parte dello show business del team. Dicono che sarà utile nei playoff considerando la durissima e lunghissima stagione NBA.
La partita è molto intensa e ogni volta che gioca Detroit non si scherza. La squadra del Michigan si porta in vantaggio ma Wade riporta i suoi a stretto contatto e il punteggio dice 92-93 per gli ospiti con 9″ sul cronometro.
Coach Spoelstra nel time out disegna un buon schema che libera Bosh per un ultimo tiro che scheggia il ferro. Vince Detroit ma lo spettacolo non è finito.
I giocatori ci attendono negli spogliatoi per le interviste del dopo partita.
Dopo una breve attesa lo staff degli Heat apre una porta che raffigura i Big Three (Lebron, Wade e Bosh) con un titolo conquistato e si entra nel Locker room dove dopo una rapida doccia arrivano i giocatori. Re Wade ha il trono principale; oltre all’ armadietto personalizzato che porta il suo nome come quello dei compagni di squadra ha uno spazio addizionale per separarlo dai comprimari che compongono il team. Lo spazio è così organizzato: alla destra di Dwayne si trova Tyler Johnson seguito da Gerald Green e Dragic. Dopo la porta d’ingresso le postazioni continuano con Stoudemire, McRoberts, Udrih, Josh Richardson e Loul Deng. Segue la porta che conduce alle docce e si continua con Whiteside, Chris Bosh, Winslow, Andersen, Stokes e Haslem.
Tutti i giocatori che hanno giocato nella partita sono disponibili per la stampa, ci sarà da divertirsi.