Il Radisson Blu Hotel di Colonia, con le sue enormi vetrate, sembra la prua di una nave sventrata e accasciata su una secca di sabbia. Non c’è soluzione di continuità fra la piazza e la hall così che i fans possono trascorrere il pomeriggio girovagando liberamente in attesa che i giocatori si radunino per recarsi all’ultimo allenamento prima dell’inizio del triangolare e catturare un autografo sulla locandina ufficiale o una foto.

Quando il nostro pullman parcheggia davanti all’ingresso, però, quasi nessuno se ne accorge e la pratica del check in scorre via liscia come l’olio: in un attimo abbiamo le chiavi in mano delle stanze e scompariamo negli enormi ascensori in fondo al corridoio. È evidente che, a 12 giorni dall’inizio del Torneo Olimpico, gli occhi di tutti siano puntati sugli USA, alla prima uscita in Europa dopo aver svolto la preparazione oltreoceano, e soprattutto sull’idolo di casa Dirk Nowitzki che ad Atene non ci sarà perché la Germania non si è qualificata, ma che qui è venerato come Dio in terra (continua a leggere). 

tratto da Basket Story – scritto da Fabrizio Frates    

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