Il ritmo serratissimo dei doppi turni di Eurolega chiede un pedaggio pesante.
1 – 24 PARTIZAN. Cioè: meno 24 (partenza 0-16), quanto era finito sotto vs il Maccabi, per vincere risorgendo all’improvviso dopo aver perso le ultime due nel modo opposto. Naufragando di schianto nel derby e vs il Fener. Contro i Turchi aveva giocato un primo quarto da 31 + 5-0 per aprire il secondo: +17, Punter e Caboclo in doppia cifra dopo meno di 9’ di gioco. Però, dopo quei 36 in 12’, solo 40 in 28’: Punter e Caboclo solo 6 e 3. Il Brasiliano avrebbe avuto la migliore valutazione dei suoi ma a 14, 3 pti in meno di quella a fine 1’Q. Jaleen Smith mostrava quello che era parso anche alla V-BO: se prova ad alzare il ritmo (ben 11 tiri presi) non riesce a stare al passo (solo 3 imbucati): nella W di ieri, infatti, meno di 4 mins in campo. Obradovic, perso Avramovic, sta tentando di allungare la permanenza in campo di alcuni titolari, ma non funziona sempre: contro il Fener i 37’ di Punter e il primo riposo per Caboclo dopo 13 mins hanno creato stanchezza e tracollo.
2 – 24 BOLOGNA (ECCETTO BELINELLI). Teniamo come incidente il KO vs il Maccabi, concentrandoci sul secondo. Primo tempo: 24 concessi tra reboff e perse; 24 anche quelli beccati dal duo Thompson-Bryant; solo 24 possessi mandati verso il canestro, (39 l’EFES). Anche il passivo finale dice 24. Nell’EFES, essendo la palla in mano quasi sempre a Larkin, Thompson e Bryant giocano da off-guard: proprio il ruolo in cui, eccetto Belinelli, la V-BO è monca e non ha riparato l’errore Smith con l’arrivo dell’inutilissimo Lomasz. Quando arrivano le botte vere (alcune gare in RS e sempre nei PO) o quando arriva la stanchezza (ieri a Istanbul) guardate il punto del campo in cui le guardie, eccetto Belinelli, prevalentemente ricevono rispetto la riga delle triple. Almeno un metro dietro, rendendo Oceano lo spazio dal canestro. Il momento in cui la pozione-Cocoon non fa effetto per gli esterni (eccetto Belinelli) è arrivato, Lomasz aiuta zero. Zizic? Da quando Freddie Gillespie (dallo scorso anno ve lo ho segnalato come il lungo migliore per rapporto costo-minuti-rendimento) è arrivato dalla Baviera, la Stella Rossa è 3-1; da quando è arrivato Ante, la V-BO è 2-2. È il momento più duro per molte squadre, Bologna è al minimo di energie e il mercato non sembra aiutare quanto in altre franchigie. Ora per fortuna ci sarà solo un turno settimanale, e sarà AVEL in casa (anche se hanno cacciato Pozzecco resta meglio di Real a Madrid).
3 – TRINCA / ULANOVAS. Ha offerto a Pozzecco l’ultima vittoria e stoppato il Valencia per Messina: Trinchieri mette in lista un’altra cena da farsi offrire. In terra spagnola, oltre al solito ENORME Evans, gara perfetta di Ulanovas: 4/4 da 2, 6/6 lunette, 8 rebs, nessuna persa.
4 – TONY PARKER. Sgombrerei il campo: non dire, o dire in altro modo, non sarebbe stata arte del gentiluomo, ma diplomazia. Sono cose molto differenti. Nel precedente Decalogo ho detto dello stato confusionale di Parker, e comprende l’esonero ma molto più l’ingaggio di Pozzecco. Il primo vero viaggio da capo via da casa, fuori dalla bambagia delle necessità di Petrucci e della non tanto astuta idolatria di cui gode in patria, si è rivelato disastroso per l’allenatore di Azzurra. Questa è l’ultima stagione comoda (perché arriverà Parigi e bisogna riempire 16000 posti nuovi), ma allenare l’ASVEL non è difficile: devi arrivare terzultimo in EL mettendoci un filo di decenza, almeno secondo in un campionato fatto di 3 squadre, e la mission è sviluppare i giovani. Pozzecco ha preso 10 KO di fila in EL, chiesto giocatori in più, detto che DeColo (anni 36) doveva farsi 25-30 mins anche in campionato, perso una posizione nella Ligue. Dai. Non ha senso picchettare le dichiarazioni di un Pres che rimarca queste cose, anche un po’ arrabbiato: è da noi che usiamo, per l’allenatore in questione, reverenze inspiegate da risultati e comportamenti.
5 – FENER. Da una grande pg ora Pres, a una grande pg ora coach. Il Fener è forse la vera quarta forza tra le tante inseguitrici del podio. Rispetto alla disponibilità teorica, Jasi sta giocando con la metà delle pg (perché una proprio non ingrana) e un terzo dei centri (cioè prova a fare un giocatore intero dai suoi 3). Evidente la differenza tra Calathes e il sempre arruffato Madar, soprattutto nella seconda gara di settimana: Fener 19-8, ma 3-12 beccato dopo il cambio Grecia-Israele. I 45 minuti totali dei 3 centri Motley-Sanli-Papagiannis sono anche più del solito sotto la gestione di Jasi: significa che un breve periodo di coesistenza è esistito. Rispetto a Itoudis non ci sono vere gerarchie, gioca chi più rende e chi più ce ne mette (l’ultima specifica penalizza Papagiannis, il Soft Prince). Il nuovo corso ha i risultati: 7-1. Uomo chiave potrebbe essere Dorsey. Nella prima settimanale, entrato nel 2’Q, dal primo palleggio ha aperto la gara, ha solo segnato o lucrato lunette: 24 in 23’ (e veniva da 21 in 17’); per battere il BAY invece ha messo il primo paniere solo a 7’ dalla fine, ma poi sono stati 8 per aiutare Wilbekin a vincerla. E Scottie? Sempre il solito: mette gli impossibili, sbaglia i facili / gioca 2, fa vacanza 1: è in calo di carriera, il fisico c’è ancora ma non al 100% e si vede dalla % da 2. Ora, un po’ meno veloce e un po’ meno appeso all’aria, non arriva al 41% (1/6 in settimana).
6 – MILANO. L’occasione era lì, ghiotta: è andata persa, anche se, provenendo da scarto 20+, è stata mantenuta la leadership nel confronto diretto con la Zvezda. Concentriamoci solo sulla classifica: posizione non peggiorata, si cominciano a delineare alcuni bersagli. Questo rende fondamentale la prossima vs Valencia, il principale di quei bersagli. L’altra più in crisi è Montecarlo, divorata anche da problemi interni. Beccare entrambe significherebbe Play-In.
7 – E DUE. Non contenti della gara storica dei 4 OT, eccone un altro, e un’altra W per il Real. Vs Valencia i Blancos hanno operato una rimonta da precoce -10, ma non sono poi riusciti a staccarsi. Llull ha messo un altro “ultimo” tiro che poi non è stato l’ultimo perché è arrivata la tripla tabellata di Harper. Più fortuna che mira / gioco: è scritto nei 10 pti di passivo presi dall’Esfuerzo nei 5’ over. Segnalo i 19 rimbalzi di Tavares, e Musa che, pur essendo solo il quarto realizzatore dei suoi, è stato del doppio (+16 vs +8) il migliore per plus/minus. Pianpiano torna Yabu: prima gara post-infortunio 12’, poi 16’, ieri 22’.
8 – PANA. Anche la creatura di Ataman si sta facendo strada nel gruppone alle spalle del podio. Ha le stesse sconfitte del Fener, una sola più della Virtus, una forma-squadra disegnatasi attorno alla presenza di 4 pg in cui sta emergendo l’importanza di Jerian Grant e il sacrificio di Vildoza. L’Argentino ha giocato 19 partite e quasi un terzo (6) con minuti a 10 o meno; Grant, in 21 gare, è sceso solo una volta sotto i 20 mins. Nunn offre quantità: contano la capacità di improvvisare (anche grazie a un buon atletismo) e i suoi 13/gara, non il fatto che tiri sotto al 50% da 2 o sotto al 30% da 3 (per spiegare forse meglio quello che serve alla V-BO).
9 – OMBRELLO. Primo e secondo nelle stoppate: Tavares e Poirier. Contando che, tra normale percentuale di errore nei fischi + effettiva incapacità arbitrale, i due si vedono fischiati non più che due/terzi dei falli commessi (e sono generoso), ecco uno dei motivi per cui non è facilissimo fare piovere sul Real.
10 – RMG. Scelta positiva se il giocatore saprà essere più protagonista del solito. McGruder è stato oggetto di tanti copia/incolla poco esaustivi. Eccolo per voi, cominciando dai pregi. Ha saputo costruirsi: undrafted 2013, è arrivato in NBA nel 16-17; anche lui figlio di Ainge: prima chance nei RedClaws, la G-League di BOS; poi per 3 stagioni è stato uno dei fidi di Spoelstra: con simili genitori e storia è evidente sia capace di stare in un sistema, cosa, per così dire, conveniente quando si entra in contatto con Ettore Messina; è stato un discreto/buon triplista (36% in carriera NBA); è ottimo sugli scarichi e ad attaccare i recuperi; è buon difensore, abituato a proteggere una pg talentuosa. La sua migliore stagione resta la prima delle 3 a MIA (la seconda tarpata da infortunio): ha giocato quasi sempre in quintetto col migliore Goran Dragic di sempre (in quegli Heat c’era anche l’ex Virtus Okaro White). Non gigantesco ma da solo fa Lo+Baron, in smallball estremo agli Heat ha fatto anche da sf. Difetti: ha 32 anni, non è mai stato un realizzatore, non ha mai preso molti rimbalzi o dato molti assist, non ha mai preso più di 7 tiri di media a gara, nemmeno quando è stato molto responsabilizzato. Non è un gregarione, ma ha un aspetto “gentile” che potrebbe costargli caro a Milano, causa coach: lo