La prossima Eurolega sarà sempre a 20 squadre. La dipartita delle Russe è molto più pesante a livello amministrativo e monetario che numerico.
È stato sufficiente dare il pass a una squadra spagnola e una jugoslava in più senza revocare nessun lasciapassare: il livello di competitività rimarrà elevato. Il (momentaneo) ban per CSKA – Zenit – Kazan deve dare però la scossa, insieme alla nuova presidenza del board (sarà Bodiroga: vale anche come simbolo), per ripensare l’organizzazione generale delle due leghe ECA, le due competizioni europee di maggior significato. Il basket di EL è uno sport a sé stante: quello in cui il singolo possesso conta di più, in cui sono rarissimi i passivi enormi ma frequenti i punteggi a 50 o anche meno (più di 10 volte registrati 50- la scorsa stagione), quello in cui gli arbitraggi fanno più schifo, il gioco è più interrotto causa replay, in cui sono pochissime le Stelle veramente giovani. La concorrenza per la EL arriva ovviamente dalla NBA: una battaglia che l’Europa non può vincere, EL deve pensare di svilupparsi imitando la lega di Adam Silver. In questo senso la nomina di Bodiroga è un buon segnale: Dejan ha di certo a cuore il benessere del livello superiore del basket europee e, iconicamente, è con Fucka il miglior Europeo degli ultimi 35 anni a non aver mai giocato nella NBA. L’ex Messaggero dovrà essere tanto spietato quanto intelligente: nel riconoscere i difetti della impresa che sarà chiamato a dirigere e nel saper copiare da chi sta reclutando un buon 80% dei giocatori più forti del pianeta, indipendentemente dal luogo di nascita. Chi segue la pagina conosce già due azioni secondo me necessarissime: adozione dei 48 minuti, creazione di una scuola+associazione arbitrale puramente di EL. Voglio invece soffermarmi oggi sul problema del reclutamento.
Abbiamo assistito nelle ultime 3 settimane a una serie di trasferimenti eccellenti, cosiddetti “colpi”. Vesely e Satoransky al Barca, Wilbekin all’Efes, il rebuilding serrato del Maccabi (), Mitrou-Long a Milano, così come Baron, DeColo che torna in Francia, altri. Il punto è l’età di questi giocatori: quelli nominati fanno 30 di media, fino a DeColo che ne ha 35 e il più giovane è NML con 28. Non che il talento giovane manchi del tutto in EL, ma a livello di Stelle lo scorso anno sono emersi solo Okobo e Hall, che hanno 25 anni e Macon Jr (27), mentre i più giovani e attesi hanno parzialmente deluso (Jokubaitis, 22) o sono naufragati (Petrusev, 22). Il problema per Bodiroga nasce nel momento in cui i talenti più o meno giovani (ri)tentano la carta NBA: uno dei roster più verdi della manifestazione (ASVEL) rischia di venire depredato al Draft 2023. La soluzione è copiare la NBA, e nel contempo porre le basi per fare elevare i profitti nel momento in cui torneranno le Russe. Quale è il motivo per cui Wenbanyama (pensate al ragazzino dell’ASVEL come a un altro Chet Holmgren) non ha giocato molto, quando la sua squadra aveva ambizioni di classifica? Il solito: i giovani non lasciano garanzie immediate. Per questo le squadre di EL puntano sul Gioco dell’Oca del riposizionamento periodico Shengelia Vesely James Calathes invece di introdurre talento giovane e, dalla NBA, arrivano 24/25enni invece che 21/22enni. Inoltre, altro problema, i giovanissimi sono chiamati al Draft, e solo quelli che non sono immediatamente campionissimi vengono lasciati “stash” in Europa, ma a prezzo salato. Prendete la recente dichiarazione di Procida (ovvero dell’agente di Procida) “Vorrei fare esperienza di EL, ma ormai dipende dai Pistons”: avverte i manager europei che già devono alzare di 100mila euro almeno la cifra di ingaggio che stavano pensando; NBA e giocatori hanno il manico del coltello. Per ritornarne in possesso ECA deve creare la propria G-League: la struttura esiste già, si tratta della EuroCup, da organizzare debitamente. Non sarà un salto piccolo: si tratterà di ampliare almeno a 24 la EL, riducendo l’importanza della EC e concedendo per essa pass perenni per alcune squadre che già stanno facendo da vivaio per mezza Europa. Prendete Mega Leks: la squadra serba negli ultimi 15 anni ha fornito 25 giocatori al Draft NBA, non solo serbi. Troviamo 2 Francesi, un Australiano, e uno per ogni altra nazione della ex-Yugo; alcuni nella NBA sono rimasti (Jokic, Bitadze), altri sono andati a riempire i roster europei, arrivandoci però già più esperti e concreti. Non si tratta di un parcheggio, ma di un bacino di sviluppo: avere 4-6 squadre del genere permanenti in EuroCup, magari con affiliazioni dirette a formazioni/gruppi di formazioni in EL, è il solo modo di frenare la perdita di talento. Cantù farà solo l’attività giovanile? Bene, datele un pass permanente di Eurocup, senza Campionato Italiano: vedremo la società in Europa libera di sviluppare talenti. Il mondo federale, le federazioni, come ripeto ogni volta affrontando questi argomenti, sta morendo, è destinato a morire. Il futuro dello sport è nelle leghe private, e non si tratta di “denaro vs passione”, ma di esistenza vs non esistenza: è un tema che Bodiroga dovrebbe avere in agenda.