Mentre sul mio notebook si alternavano in streaming le immagini del derby delle Virtus (Bologna – Roma) e di Sassari – Venezia valide per la penultima giornata di regular season della serie A maschile, mi giungevano da facebook le notizie della vittoria della Manital Torino in gara 1 dei quarti di playoff della serie A Gold maschile contro Ferrentino e, soprattutto, la vittoria delle ragazze della Piramis Torino contro Ariano Irpino, nella finale promozione in Serie A1 che sancisce di fatto il ritorno nella massima serie di una squadra di Torino, su un campo, il PalaEinaudi di Moncalieri, che ha per me tantissimi ricordi.

Ero praticamente a fine carriera come giocatore, quando approdai alla Libertas Moncalieri che allora militava nella serie D maschile e nella B femminile. Il presidente, Luciano Piccionne, mi propose di dare una mano all’allenatore delle ragazze che avendo continui impegni di lavoro avrebbe disertato qualche seduta di allenamento e quindi occorreva una figura di assistente. Ero ancora alle prime armi come allenatore, ma non mi tirai indietro, e così ebbi la possibilità di conoscere ragazze molto valide, sia come persone, sia come giocatrici, infatti, tra di loro c’erano Angela Vitale, Daniela Nora e la compianta Susanna Nora che poi andarono a giocare ad Ivrea.

Due anni fa sono tornato da ospite a giocare in quel campo con la squadra di serie C di Giaveno e l’emozione è stata molto forte nel ricordo di tanti anni prima ( quasi 30 ) soprattutto pensando a chi ci ha lasciati prematuramente.

E’ proprio vero che allenare le ragazze non è come allenare una squadra di ragazzi, ma ciò non ha mai intaccato la mia passione per il basket femminile, che si era sviluppata qualche anno prima, quando, ancora giocatore, indossai la maglia della Sisport. Questa società era una struttura sportiva realizzata dalla FIAT e si basava su parecchi sport, dal calcio, alla pallanuoto, al rugby ed il basket. Il livello era molto alto, e nel basket poteva contare su una squadra maschile di serie B, ed una femminile di serie A, e che squadra, visto che si era concessa il lusso di battere le invincibili sovietiche e portare a Torino una Coppa Campioni ancora prima dei colleghi a strisce bianconere del calcio unitamente a 5 scudetti nazionali.

Queste ragazze si allenavano nel campo grande di via Guala, proprio a due passi dallo stabilimento FIAT Mirafiori, mentre noi, non ancora ventenni, ci allenavamo in una palestra più piccola e, per raggiungerla eravamo obbligati a passare dalle tribune del campo grande.

Sarà stato per questioni “ormonali” legate alla nostra età o più semplicemente per passione sportiva, che molti di noi anticipavano anche di un’ora l’arrivo in palestra, pur di non mancare ai loro allenamenti. Era uno spettacolo assistere alle azioni ed agli esercizi che Licia Apostoli, Silvia Daprà, Roberta Faccin, Lidia Gorlin, Chiara Guzzonato, Sandra Palombarini, Mariangela Piancastelli, Wanda Sandon, Fiorella Teoldi, Rosanna Vergnano eseguivano con maestria e femminilità sotto l’attenta guida di coach Bruno Arrigoni lasciandoci letteralmente a bocca aperta.

Non ho mai dimenticato la bellezza di queste ragazze, ma in particolare, mi aveva colpito Lidia Gorlin, la playmaker della squadra ed ho ben conservato il desiderio di conoscerla. Finalmente, lo scorso 6 gennaio in occasione di Lavezzini – Lucca di A1 femminile, ho avuto l’onore di incontrare e di salutare colei che per me è sempre stata il mito del basket femminile, Lidia Gorlin entrata nella Hall of Fame del basket come Mabel Bocchi e gli altri grandi giocatori che hanno fatto la storia del basket nazionale.

Dopo 35 anni ho realizzato il sogno della mia vita, e la gentilissima Lidia mi ha anche concesso una intervista nella quale ci raccontiamo le storie che ci hanno portato lontano da Torino per ragioni diverse ma che alla fine ci hanno fatto ritrovare proprio dove doveva essere: su un campo di basket.

Tornando ai giorni nostri, il miracolo compiuto dalla Piramis Torino è molto importante perché riporta Torino nelle zone alte del basket femminile, ed ora aspettiamo il maschile considerando che, delle 8 squadre che si contendono i playoff della serie A Gold, ben 3 sono piemontesi. E’ da tener presente quello che di buono è stato fatto nel capoluogo torinese in ambito cestistico, anche se i tempi sono quelli che sono e di soldi ce ne sono sempre meno, figuriamoci per sport che non sono il calcio per non parlare dei settori femminili, penalizzati ancor più di quelli maschili.

Quindi vorrei complimentarmi con la Fixi Piramis Torino nella persona del presidente e mio caro amico Gianni Garrone, augurando le migliori fortune a Costanza Coen e compagne, messe in campo in modo eccellente da coach Petrachi ed il vivaio promette bene perché porta a casa con l’under 15 del mio amico Silvio Bronzin il titolo regionale.