Ottavo appuntamento con la rassegna dei migliori e peggiori della settimana. Siamo al termine delle votazioni per l’All Star Game, e come a Toronto anche dalla nostra rubrica emergono esclusioni eccellenti.

TOP

3. Gradino più basso del podio per uno che continua a farsi notare, ha già spostato gli equilibri e conquistato la leadership all’interno di uno spogliatoio in cui bazzicano spesso un ex MVP, un ex miglior difensore della lega ed un catalano pluricampione di tutto. Già per essere arrivato a questo potrebbe comodamente sedersi tra i migliori ogni settimana, Jimmy Butler però non si è accontentato. Dopo aver già battuto uno dei tanti record di MJ, contro i Sixers infila 53 punti, massimo in carriera. Se è vero che Phila non è esattamente una squadra irresistibile, è vero anche che 53 punti a certi livelli devi comunque farli. Jimmy ne mette 50 in faccia a tutti quelli che non avevano creduto in lui, e c’è da dirlo la lista è lunga, a chiunque avesse mai dubitato, cominciamo ad inserirlo nella élite NBA.

 2. Argento scintillante per Kemba Walker, che se potessimo resistere all’essere italiani, probabilmente sarebbe un oro. La pg di Charlotte dimostra ancora una volta di meritare un posto in una franchigia più competitiva, onora il dottor King strapazzando gli Utah Jazz con 52 punti 9 rimbalzi e 8 assist, record in carriera individuale e di squadra. Come quello di Butler già citato, i career high a volte sono pericolosi, spesso si osservano in squadre non proprio in salute, se Jimmy non è da solo a poter trascinare la squadra, Kemba molto spesso lo è. Nella gara contro Utah si ritrova a dover fare praticamente tutto, non è la prima volta che questo accade, ma sicuramente la prima in cui un uomo solo al comando porta simili risultati in Carolina, almeno nella NBA.

 1. Prima posizione come già annunciato patriottica, mancano pochi giorni all’ASG e milioni di italiani e non solo stanno cercando di mandarlo in quintetto ad Ovest, se poi ruba palla all’MVP e va a vincere contro i campioni del mondo non è soltanto patriottismo. Ladies and gentlemen Danilo Gallinari, probabilmente uno dei più grandi talenti nostrani di ogni epoca, vince una partita apparentemente senza storia segnandone 28 e togliendo palla dal palleggio a Curry, sì proprio a lui, che stava per andare a mettere la bomba decisiva sul 109-107 per i Nuggets. Già 28 rifilati ad una delle migliori difese del pianeta sarebbero abbastanza, ma per non vanificare tutto e per essere ancora un po’ più dominante il Gallo ci regala questa perla che nessuno dimenticherà facilmente.

FLOP

1 Il meno peggio, in classifica più per l’ironia della situazione che per altro: Dwight Howard. Quello che sembrava essere destinato ad essere il miglior centro della lega se lo ricorda, anche lui nel giorno di Martin Luther King, domina l’area sui due lati del campo, infila 36 punti e cattura la bellezza di 26 rimbalzi. Perché tra i flop quindi? Semplice! La prima vera gara da vero Superman da quando è a Houston non basta, i Rockets perdono all’overtime. Dove succede tutto questo poi? A Clippertown! Se non è ironia questa…

2 Nel bel mezzo dei peggiori della settimana i Cleveland Cavs. Siamo ben lontani dalle gare che contano davvero, ma a metà stagione qualche certezza o presunta tale si potrebbe cominciare a raccoglierla. Proprio durante la settimana passata LeBron e compagnia erano chiamati ad acchiapparne qualcuna, doppia sconfitta prima a San Antonio e poi ad Oakland, si torna in Ohio a mani vuote. La prima sconfitta contro gli Spurs arriva dopo una partita comunque ben giocata, al ritmo più congeniale per entrambe, ma che comunque i texani dimostrano di padroneggiare meglio. La seconda L in casa contro gli Warriors arriva più sonoramente, stavolta si corre ed i Cavaliers non sembrano poter stare al passo. Era la replica dell’ultima finale, prenderne più di 30 sicuramente non ha fatto piacere a nessuno. Non parliamo assolutamente di crisi o di momento negativo, ma se un minimo i vicecampioni escono ridimensionati dalle due gare contro le migliori dell’Ovest qualche problemino potrebbe esserci. Potrebbe esserci ancora da lavorare sua maestà, per il momento non ci siamo.

1 Flop supremo della settimana Matt Barnes, punito, mi permetto di dire giustamente, per aver provato a discolparsi dalla vicenda Fisher dichiarando che a volte la violenza può essere la giusta soluzione. Non siamo qui a fare del perbenismo la nostra filosofia di vita, tantomeno la NBA, che punisce il giocatore soprattutto per danni d’immagine e dunque economici. Tuttavia se dipendi da una lega che ha cacciato un proprietario per commenti razzisti, non puoi aspettarti di passare inosservato facendo certe affermazioni. In attesa del prossimo Grizzlies-Knicks e della probabile prossima puntata, suggeriamo ai due contendenti di sbrigarsela in privato, molto spesso si sbaglia meno.