Sotto le storie di sport, che vediamo farcite di sogni, imprese e moti dell’anima, si trovano spesso basi prive di emozione: economia, pubblica amministrazione, tasse. Accade a proposito di Seattle, ma è cosa in qualche modo vera anche nel ricordare la scomparsa di un uomo che, sconfitto di recente dal Covid, è stato ricordato come “il re dei diritti TV del calcio”: argomento assai poco affascinante che preferisco rimpiazzare con “l’uomo che ha portato la NBA in Italia cambiando le nostre vite”.

Anche Basket Story, da Seattle e da ovunque noi redattori ci troviamo fisicamente e idealmente, offre il suo GRAZIE a Marco Bogarelli. Senza lui, nulla sarebbe stato uguale: letteralmente. Seattle arrivò a noi nella prima metà degli anni ’80 in una fase di media competitività con personaggi e soprannomi difficilmente dimenticabili: Fred Downtown Brown, guardia veterana e cicciottella che sparava da distanze “plave” o Jack Sikma, aspetto da Angelo Biondo, ma in campo picchiava come The Hammer (continua a leggere su Basket Story)

tratto da Basket Story – scritto da Enrico d’Alesio 

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