Nel fumetto, anche televisivo, Nick Carter le ombre della sera si allungavano su New York.

Da dove vi scrivo, Sant’Agata Bolognese, le ombre non possono fare nulla, perché, mentre trascorre la notte NBA, quella italiana è solo nebbia. Ancor prima che terra della Lamborghini, questo paese è terra della nebbia, in formato Mare di Latte, quella che se stai alla finestra nemmeno vedi il tuo terrazzo.
A New York torniamo per dire della W dei Boston Celtics al MSG, con prova corale che, nonostante il punteggio basso (97-89), ha mandato 5 biancoverdi in doppia cifra, e 3 di loro provenivano dal pino. E’ stata la gara della riscossa per Zeller (16+10, primo vero squillo stagionale) e per Olynyk, che si è rifatto dell’asfalto preso addosso da Porzingis nel precedente match tra le due franchigie, le uniche due del tutto originali della NBA fin dal suo inizio: mai ABA, mai una capatina in altra collocazione. Domenica i Celtics avevano perso ad Orlando, con i Magic che, in rimonta, avevano infuocato il nylon con 50 punti negli ultimi 16 minuti, sconvolgendo le stats di punti-per-possesso, e seppellendo di triple Boston per mano (7 sulle 10 totali) di due Europeans: Fournier (24 con soli 8 tiri, tra cui 4/5 da 3) ed Hezonja (finalmente il Croato ha giocato una gara ad alto livello: 17-3-3 con 3/6 da 3): aggiungiamo che i Magic interrompevano una striscia perdente infinita grazie ad Aaron Gordon: MVP indiscusso, il talento da Arizona U., appena quel testone di Skyles gli ha dato quintetto e minuti, ha risposto urlando 19-14-5 con 2 stoppate , nessuna persa e 8/9 al tiro da 2.
Lunedì Indiana (contro i Cavs) e Chicago (vs Utah) avevano confermato la loro idiosincrasia agli OT, perdendone di nuovo uno. Indiana è 1-5 nelle gare che terminano ai supplementari, i Bulls sono 2-4 (compreso l’ormai noto quadruplo OT vs i Pistons), ma solo perchè una delle W è arrivata contro….Indiana!
Torniamo all’attualità, con le gare della notte appena trascorsa: iniziamo dall’ultima, perché i Lakers, maltrattati con il posto peggiore nella nostra classifica dei TOP&FLOP, si sono offesi e hanno sbaragliato i T’Wolves.
STAPLES CENTER, LOS ANGELES. MINNESOTA T’WOLVES 115 – LA LAKERS 119
La notizia è che i Lakers han vinto. La notizia è che Kobe ha scritto 38, con una gragnuola di triple (7/11), trovando il modo in 33 minuti di arpionarne 5 e servirne altrettanti ai tavoli. La notizia è anche che Kobe non sarebbe servito a nulla senza senza Sweet Lou Williams (20) e Julius Randle (15+12, il ragazzo ha davvero il succo necessario per la NBA). Dall’altra parte continua la definitiva traslazione in sg per Wiggins (30-5-1) e ha ben giocato anche Zach il Selvaggio (14-1-7), mentre Rubio continua a sfornare le migliori in coincidenza delle sconfitte (10-2-15).

MODA CENTER, PORTLAND. MILWAUKEE BUCKS 95 – PORTLAND TRAILBLAZERS 107.
Non mi stancherò di ripeterlo, E visto che in USA siamo in periodo di primarie, E visto che apparentemente il genio non abbonda nè tra gli azzurri nè tra i rossi, allora propongo coach Stotts non solo per Allenatore dell’Anno, ma anche for President. Quello che sta combinando con i Blazers è a dir poco elettrizzante. Sono in piena zona PO, e sono davanti a formazioni che, per talento, li sovrastano: Utah e Kings, per non parlare del fatto che sono a una partita e mezza di distanza dal 7’ posto dei Rockets….i Rockets, ok? Stanotte i Blazers non hanno mai mollato il controllo della gara, se non nei minuti iniziali. Era anche la sfida del cucinotto della famiglia Plumlee, il Blazer Mason (3-8-1, funestato da problemi di falli) è senza dubbio migliore del fratello, ma ha perso lo scettro di famiglia a favore di Miles (8+6 in 18 minuti). Dei Bucks salviamo il nostro caro Grande Grosso Pterodattilo Greco (19-8-5), mentre a Portland, normalizzato per una volta D-Lill, ci han pensato McCollum (sempre più stellina a 30-4-6 con 10/18 al tiro) e Gerald figlio di Gerald Henderson, che per una volta ha deciso di giocare e si è collocato a 14+9 con due schiacciate da ricordare.

TOYOTA CENTER, HOUSTON. MIAMI HEAT 192 – HOUSTON ROCKETS 115
A parte il primo quarto finito pari a 31, i Rockets sono andati tranquillamente in crociera contro gli Heat, che hanno tuttavia mandato 7 in doppia cifra, e registrato il ritorno dell’ex grande Amar’e Stoudemire (14+10). Nei Rockets assente Howard, punito dalla NBA dopo la doppia espulsione in back-to-back, …e comunque aveva male ad una spalla, dice. Fear the Beard? Ovviamente sì: 26-4-14.

TALKING STICK RESORT ARENA, PHOENIX. TORONTO RAPTORS 104 – PHOENIX SUNS 97
Prima gara per l’ex assistant e nuovo interim coach Earl Watson. 36 anni, carriera di 13 da pg nella NBA, senza grandi acuti. Volendo essere cattivi si potrebbe dire che cervello e orecchie son le cose più grandi che aveva da giocatore, perchè il talento era limitato, ma da coach è uno di quelli che potrebbe sorprendere. Hornacek aveva i giorni contati fin dal mese scorso, quando i Suns licenziarono i suoi due principali assistenti. Certo il ruolino di marcia delle due stagioni e mezzo di Jeff ai Suns non è eccezionale: mai a i PO, anche se il primo anno li mancò da nono con un record al 60%, e questa stagione fallimentare al 100%. L’assunzione di Watson è un interim, motivo per cui probabilmente le linee telefoniche del management dei Suns saranno torride in vista della trade-deadline. La partita? Meno scontata del previsto, coi Suns a lottare duro trascinati da colui che meno amava Hornacek: 30-11-6 per Gemello Markieff, cui si uniscono i 18-2-12 di Archie Goodwin (45 minuti, sempre in campo!). Tra DeRozan e Lowry era stabilito che questo fosse il turno del Subcomandante, che si divora 42 minuti per 26-3-4.

Per chiudere, alcune news sui rumors di mercato: la più calda è quella che vorrebbe i Celtics fortemente interessati a Barbie. Tutti i siti e blog USA riportano di colloqui non superficiali per portare Dwight Howard a Boston. I Clippers potrebbero riempire il loro drammatico buco in sf con Rudy Gay. Adreian Payne, pf muscolare dal cuore d’oro, potrebbe interessare qualche team di alto livello come rimpiazzo e uomo da usare quando ci vogliono le maniere forti e i garretti veloci: San Antonio potrebbe essere un atterraggio per lui.