Eccoci al nostro riassunto delle notti NBA. Prima delle partite di stanotte, ecco cosa viaggia per la Associazione.

I Kings restano senza pace. Nonostante mercoledì, nella bella W contro Detroit, RR sia andato in back-to-back di tripla doppia (14-11-15) e DMC abbia appoggiato un 33+9 contro quello che attualmente è il miglior centro della NBA, Andre Bimbone Drummond (oltre i 20 sia in pti che in rimb in questo inizio di stagione), nonostante Rondo sia andato stanotte in 3-peat (23-10-14) e Cousins abbia aumentato il fatturato vs i Nets (40+13), nonostante le prime due W in fila della stagione….insomma, le differenze caratteriali tra coach Karl e gran parte della squadra, Cousins in testa, stanno venendo fuori. Dopo un diverbio definito “acceso”, Karl, malgrado dal giocatore fossero giunte le solite scuse ufficiali e posticce, ma canonicamente sufficienti a salvare la situazione, aveva chiesto lo stesso al management la sospensione per una (o due..) gare per DMC. Il management, però, da quest’anno è nelle mani di Vladone Divac, uno che in vita sua ha gestito drammi peggiori, e si è confrontato con personalità più…definite…di quelle che occupano il locker della Arco SleepTrain Arena. Risultato: richiesta del coach respinta, DMC in campo, e tutti zitti e pedalanti. A nessuno sfugge, però, che uno stop come quello dato a Karl è un deciso colpo all’autorità dell’allenatore, e i rumors di separazione aumentano.
Ambientino carico anche a Chicago, dove non migliora il gioco dei Bulls, con corredo di 3 sconfitte su 9 gare, e dove aumentano le voci di separazione tra D-Rose e la sua hometown: se non entro febbraio, il prossimo anno. Avevamo detto in preseason che coach Hoiberg, pur con notevole passato da giocatore in NBA, avrebbe faticato a gestire il Windy Locker chicagoano, molto differente, anche per pressione mediatica, dall’ordinato spogliatoio della Alma Mater Iowa State U. Una squadra che annovera 3 stelle a roster (Gasol, Rose, Butler…e un Mirotic in rampa di lancio) deve basarsi su comuni intenti, e su una convivenza che sul campo deve essere serena a produttiva. La cosa non avviene nei Bulls, che stanotte han battuto Charlotte nonostante un gran Batum (28+8) e un pessimo Rose (4/14, e non solo tiri, ma scelte sempre al limite della follia gratuita), solo perchè gli Hornets, dopo un paio di gare decenti al tiro, son tornati ad essere la solita simpatica combriccola di Non-la-mettiamo-MAI (Batum 10/17, ma nessuno degli altri ha tirato meglio del 43%, se si esclude Troy Daniels che in 2 minuti ha segnato il suo unico tiro). Continuano anche le pene dei Lakers, sconfitti di nuovo, stavolta con Kobe (19-5-3, con 6 perse) in campo, a Dallas, in una gara in cui il vecchio Zaza Old-School Pachulia ha fatto polpette a suon di finte e passo-e-tiro di Mr. Abulia Roy Hibbert (il Georgiano 18+16, il Giamaicano 8+9); in realtà Pachulia non è affatto vecchio, va per i 32, ma è un autentico, gradevolissimo monumento alla tecnica anni ’60. Infine, per completare questa rapida ricognizione, e restando in tema di abulia, magno cum gaudio annunciamo che mercoledì hanno vinto la prima gara dell’anno i Brooklyn Nets, con una gran prova di Bogdanovic il Croato (22+9), ma senza che fossero estranei ai meriti dell’evento i due ex Knicks approdati alla Barclays Arena: Bargnani era in campo nei momenti decisivi e ha infilato un primo sorpasso sull’88-87, e Shane Larkin poco prima aveva infilato una tripla davvero importante per tenere a contatto i Nets.

Ecco le gare di stanotte, quelle di cui ancora non abbiam parlato.

BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. MINNESOTA T’WOLVES 103 – INDIANA PACERS 107
Altra sconfitta per i Lupacchiotti, che, almeno, stavolta cadono in trasferta, finendo in zona negativa nel loro record vinte-perse. I due quarti centrali sono stati decisivi, generando un +20 parziale epr Indiana, impossibile da colmare nonostante nell’ultimo periodo Minnesota abbia lasciato a 17 i Pacers. 29-9-4 per un mostruosamente costante Paul George, e 26 sia per LaVine che per Wiggins, con un complessivo 21/41 al tiro davvero notevole per i ragazzi di Minneapolis.

AMWAY CENTER, ORLANDO. UTAH JAZZ 93 – ORLANDO MAGIC 102.
Stavolta il relativo distacco non deve trarre in inganno: Utah è stata dominata dai Magic, quasi costantemente in vantaggio in doppia cifra. Certo, hanno pesato moltissimo le assenze di Gobert e Hood, in una notte in cui solo Hayward e Burke han dato rendimento positivo: 16 pti entrambi. Ottima gara nei Magic di Elfryd Payton (16-3-6), che comincia ad avere feeling con la gestione delle partite, di Fournier (21-5-2) e Aaron Gordon (10-5-3 con 4 stoppate, 1 recupero e nessuna persa).

MSG, NY. CLEVELAND CAVS 90 – NY KNICKS 84.
Di nuovo W in rimonta per i Cavs, di nuovo ottenuta sulle spalle di un LBJ (31-3-6) deciso ad andare solo al ferro nei minuti finali, ottenendo una serie di canestri e and1 decisivi. I Knicks hanno avuto una serata al tiro da 37.6%, i Cavs da 42.3…e dunque si capisce come per Cleveland siano stati oro puro i 20, ma ancor più il 7/13 complessivo, di Mo Williams. NY ha avuto 11+7 dal Magico Lettone, 26-5-4 da Melo, e i due han tirato complessivamente 14/31, che non è percentuale orribile…immaginate cosa abbian combinato gli altri per arrivare a 37%.

AIR CANADA CENTER, TORONTO. NO PELICANS 81 – TORONTO RAPTORS 100.
Una squadra contro un ospedale da campo, impossibile fare confronti o cronache. Restano i 20+10 di Valanciunas.

FEDEX FORUM, MEMPHIS. PORTLAND TRAILBALAZERS 100 – MEMPHIS GRIZZLIES 101.
I Grizzlies non sono ancora usciti dal loro momento grigio, ma si prendono e conservano questa W ottenuta all’ultimo secondo con un tap-in di Zach Randolph, che viene stoppato ma riprende il prorpio tiro e imbuca. Per una volta il palcoscenico Blazers non è occupato da D-Lill (avrebbero vinto se lo fosse stato, ma Lillard ha infilato la prima bad night della stagione) ma da CJ McCollum, 26 pti comprensivi di un sonoro 10/10 ai liberi. Il canestro della vittoria, come detto, è stato di Randolph, ma il vero motore dei Grizzlies stanotte è stato Marc Gasol (32-5-4) che però una volta ancora si dimostra deboluccio a rimbalzo: l’ennesimo duello perso di squadra sotto le plance dice che uno dei problemi di Memphis in questo stentato inizio è proprio sottocanestro. Anche in questo senso si spiegano i 16 minuti concessi a JaMychal Green, un elicotterone con pochi fondamentali ma tanto propellente atletico da fornire.

CHESAPEAKE ENERGY ARENA. PHILADELPHIA 76ERS 85 – OKC THUNDER 102
Nelle ultime 3 partite dei Kings, Rajon Rondo ha dato alla posterità statistica le sue triple-doppie numero 23-24-25. Nelle ultime 2 gare dei Thunder Russell Westbrook si è concesso, nella specialità, le sue 20 e 21. Il duello è tutto loro, sono il secondo e il terzo tra gli active players: il primo è LBJ, ancora lontano a 39, ma non irraggiungibile a questi ritmi..
La gara non ha avuto storia, nonostante il lieve infortunio, e relativa assenza, di KD. Le Star o presunte tali dei Sixers, Okafor e Noel, hanno messo insieme una gara agghiacciante sia per rendimento che per attggiamento, e alla fine l’inatteso migliore è stato l’altro rookie, Christian Wood, pf/c da UNLV: 15+8 con 2 stoppate in 19 minuti per lui, ma era talmente inatteso come MVP di Philadelphia che, se controllate gli highlights di ESPN BoxScore, non ha neppure la foto di fianco al nome.

PEPSI ARENA, DENVER. HOUSTON ROCKETS 98 – DENVER NUGGETS 107.
Nella notte professorale di Danilo Gallinari (27 pti con 9 tiri dal campo) non si può non notare l’andamento schizofrenico dei Rockets, che ne han perse 3 in fila iniziando la stagione, si sono ripresi vincendone 4, ed ora son tornati sotto al 50% di record con altri 2 ko consecutivi. Oltre ad essere troppo Harden-dipendenti (per l’uomo con la barba 28-8-5, 3 rec e 2 stoppate), altri problemi si stanno ammonticchiando sulle spalle di coach Kevin McHale. Howard continua ad avere le potenzialità di Godzilla ma a giocare come una Barbie; la presenza di Ty Lawson (a parte il disastro di stanotte nel tornare nella sua vecchia Arena, il “reprobo” non sta giocando male e pare continuare a non bere/non assumere prima di mettersi al volante) ha depresso e annullato i minuti di Beverley (una pg di quelle dure e difensive, uno che ha bisogno del campo per rendere, e invece stanotte è stato tenuto a soli 8 minuti); si fatica a comprendere come il coach possa preferire Marcus Thonrton (18 min) a Corey Brewer (14 min, di palese scontento); diventa importante il ritorno dall’infortunio di Donatas Motiejunas per occupare lo spot di 4, dove T-Jones non viene risparmiato dagli esperimenti del coach (stanotte in quintetto è partito il rookie Harrell, e Jones tenuto a minuti 21 a dispetto dei 23+7, con 9/12 al tiro e 4 stoppate…..). A Denver, invece, pare ritornare ai livelli di 2 stagioni orsono Manimal Faried (14+11).

TD GARDEN, BOSTON. ATLANTA HAWKS 93 – BOSTON CELTICS 106
W sonante per Boston contro la seconda forza dell’Est, a testimonianza che i biancoverdi stanno mettendo insieme qualcosa di solido e importante. Partenza di tutto questo, almeno per ora: la difesa. Anzi: DIFESA. Oltre ad essere i primi per punti ottenuti dai recuperi, oltre ad avere il miglior recuperatore di palloni della NBA finora (Jae Crowder, 4 steals anche stanotte), oltre ad avere il miglior difensore dlle NBA in Marcus Smart (uno che ti entra nella pelle e ti esclude dalla gara: stanotte era stato piazzato su Kyle Korver, e il giocatore degli Hawks ha segnato 9 dei suoi 11 pti, e tirato 5 dei suoi 6 tiri totali, quando Smart era in panchina), oltre a tutto questo, contro i Falchi e per spezzare la partita i Celtics hanno giocato un terzo quarto di potenza considerevole: se ne avete voglia e possibilità, riguardatelo e contate quanti possessi degli Hawks sono stati liberi da un pallone almeno toccato o deflettato da parte di Boston..non arriverete a contare 10. Per Atlanta vorremmo invece sottolineare la prestazione ma soprattutto la crescita generale di Kent Bazemore: i Lakers lo han lasciato partire a cuor leggero due anni fa, ma, considerando chi hanno ora nel ruolo, si può tranquillamente dire che abbiano compiuto la scelta sbagliata, non l’unica dell’ultimo quinquennio.