La partenza balbettante dei Rockets, unitamente ad alcune scelte di rotazioni piuttosto discutibili sono costate, come leggete anche più sotto, la panchina a Kevin McHale.
L’ex compagno di McHale ai Celtics, ora mercuriale GM dei biancoverdi, Danny Ainge, ha fatto sapere al neodisoccupato che Boston rimane sempre la sua casa. Per uno cacciato, uno che arriva: da ieri un nuovo collaboratore contribuisce alla stesura dei recap e di ogni altra rubrica NBA di Baskettiamo.com…qui Enrico d’Alesio, che ha il piacere di presentarvi Luca Morucci. Molti dei nostri futuri recap&report saranno redatti a 4 mani.
Ed ora vediamo come è andata la nottata NBA.
TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE. BROOKLYN NETS 111– CHARLOTTE HORNETS 116
Gara tirata, dal punteggio serrato. Nonostante continuino le prestazioni di concentrazione quasi nulla da parte di JJ, i Nets hanno dato una sterzata, almeno dal punto di vista dell’impegno profuso, alla loro stagione. Tuttavia rimangono a due sole W. Stanotte per Brooklyn il migliore è stato Thad Young (27+8), un altro che non aveva lanciato segnali brillanti finora. Lo ha ben spalleggiato Jarrett Jack (16-8-9). Per Bargnani una gara decisamente non buona: con -14 ha il plus/minus peggiore della propria squadra, e in 12 minuti ha saputo sparare ben 10 tiri, fallendone 6. Per Charlotte rotazioni ristrette a 9 uomini, e ben 7 di loro in doppia cifra. Ben 41 minuti in campo per Batum, che ripaga con 24 pti in 12 tiri, e 8 assists.
WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA. INDIANA PACERS 112 – PHILADELPHIA 76ERS 85
Da qualche parte nel futuro dei 76ers di sicuro albergano vittorie a decine, ma per ora non se ne vede nemmeno l’ombra. Il panorama tecnico è abbastanza desolante, e anche l’impegno e la concentrazione non sono al massimo. Questa è la notizia peggiore, per una squadra piena di giocatori al primo o secondo anno, o con tutto da dimostrare ancora nella NBA. Stanotte i poveri spettatori presenti hanno potuto almeno deliziarsi con la prestazione di Paul George (34-8-5), alla sua ottava consecutiva oltre i 25 pti, di gran lunga il migliore nella Associazione quest’anno nella specialità. Per Philadelphia il migliore di nuovo è TJ McConnell (18-6-3), l’uomo che continua a non avere nemmeno la foto accanto al nome negli highlights di ESPN.
TD GARDEN, BOSTON. DALLAS MAVS 106 – BOSTON CELTICS 102
Dopo un iniziale, repentino vantaggio di +18 nel primo quarto, i Celtics si sono fatti rimontare gradualmente fino a che, a poco meno di 4 minuti dalla fine del terzo quarto, i Mavs hanno avuto, fallendola, la palla per portarsi avanti, sul 67-66 Boston. In quel momento, sfruttando un rush di David Lee, i Celtics si sarebbero riportati a +10, ma nel quarto periodo un parziale di 12 a 2 riportava Dallas prima in parità, con uno spin-move di Nowitzky, e poi avanti, con una tripla di D-Will. Palle perse, tiri sbagliati e un paio di sanguinosi rimbalzi in attacco concessi a Dwight Powell (ex Celtic lo scorso anno) e JJ Barea, avrebbero consentito a Dallas di gestire il finale fino a due tiri liberi sbagliati da Felton. Si era sul 104-102 Dallas, ma Isaiah Thomas, con 20 secondi sul cronometro, si buttava in una insensata zingarata solitaria, perdendo palla e regalando ai Mavs la W. Per Dallas vogliamo menzionare un gigantesco Dirkone (34 minuti, 23+7), D-Will che non ha ancora sbagliato un libero dall’inizio dell’anno (27/27), e il coach, Carlisle, ex Celtic della grande epoca-Bird, che ha saputo mettere i bastoni tra le ruote al gioco di coach Stevens. In particolare ha dato ai suoi una grande disciplina in attacco, compesando con un fantastico 51.4% di realizzazione le 17 perse. Per Boston la % di realizzazione è stata esattamente di 10 punti inferiore e i 18 di Sullinger, i 18 di AB e i 19 di Thomas son frutto rispettivamente di 19-17-16 tiri, decisamente troppo da sopportare, se unito alla partitaccia di Smart, fermo a un desolante 1/7 e, stanotte, non impeccabile su Wes Matthews.
AMWAY CENTER, ORLANDO. MINNESOTA T’WOLVES 101 – ORLANDO MAGIC 104
I folli ragazzi di Minnesota (ancora winless in casa…)contro i folli ragazzi della Florida. Sia in termini di follia che di talento, a nostro parere, i T’Wolves sono di un gradino sopra ai Magic. Sopra di 14 all’intervallo di metà, i Lupacchiotti hanno mollato in difesa, facendosi raggiungere e superare dai Magic. La ormai acclarata incapacità di Orlando nel gestire i vantaggi, ha però concesso agli ospiti la rimonta, finendo per condurre la gara ai supplementari. Risultato dell’OT: 11-8 per Orlando, che si porta a 6-6 in stagione. 24-7-6 con 4 rec per Payton, e 26 per Fournier. Minnesota ha avuto 8-12-12 da Rubio, 28 pti da Wiggins e 21+12 da Towns.
PHILIPS CENTER, ATLANTA. SACRAMENTO KINGS 97 – ATLANTA HAWKS 103
Gli Hawks rischiano di perdere un’altra partita nel finale, stavolta avendola sostanzialmente dominata. Stavolta l’orgoglio, di Paul Millsap su tutti, non permette che questo accada.
Dopo un bello strappo nel secondo periodo (35-22 il parziale) ottenuto approfittando di palle perse (21) e tiri costruiti male o non costruiti dei Kings, i Falchi calano di concentrazione e consentono a Sacramento di ritornare in partita. Sul 99-88 la squadra del Beli infila 9 punti e gli incubi delle ultime uscite tornano davanti agli occhi di Millsap che piazza una stoppata e un semigancio decisivi per restituire una vittoria ai padroni di casa. L’MVP di questa partita chiude con 23 accompagnati da ,16 rimbalzi, vicino ad Horford che invece ne recupera uno solo. Si comporta egregiamente Dennis Schroeder (22 e 6 assist) con più minuti per l’assenza di Teague e Bazemore. Dall’altra parte ennesima tripla doppia di Rondo (12, 12, 10), capace però anche di buttare 4 palloni in meno di un minuto e mezzo. Allarga il suo range di tiro, o almeno tenta, DMC che ne segna 24 con 12 rimbalzi, ma alzandosi ben 5 volte da oltre l’arco inchiodandone una. Poco coinvolto Belinelli che segna 8 e 0/2 da 3.
TOYOTA CENTER, HOUSTON. PORTLAND TRAIL BLAZERS 103 – HOUSTON ROCKETS 108
Rockets per la prima volta senza Kevin McHale in panchina,licenziato e sostituito dal suo assistente J.B. Bickerstaff. Come spesso accade dopo un cambio della guida tecnica, la squadra subisce una scossa, ancora da decidere se positiva o negativa, ma comunque una scossa. Houston vince in casa contro Portland facendoci assistere ad un inizio di gara molto simile a quelli della lob city un po’ più a Nord del Texas, ma Howard a differenza di DeAndre non riesce a raccoglierne nemmeno uno. Ad una squadra come Houston ,dovrebbero servire i 45 di Harden,il tiro della disperazione di Brewer per andare all’overtime e l’overtime stesso, per battere una squadra come Portland? Probabilmente no, ovviamente dovuti meriti ai Blazers, con Lillard capace di metterne 23 e di portarsi a casa dei falli importantissimi ai fini del ritmo. Alla fine in ogni caso ci pensa Harden a sbrogliare la situazione, segnando tutti i 9 punti di Houston nel supplementare e facendo riflettere tutti su quanto sia stata ponderata la decisione presa su McHale.
CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKLAHOMA CITY. NEW ORLEANS PELICANS 103 – OKC THUNDER 110
Altra sconfitta per i Pelicans in una gara a cui erano attesi Durant e Davis, purtroppo entrambi fermi ai box per problemi fisici. OKC guidata neanche a dirlo dalla strapotenza fisica di Westbrook, strappa un vantaggio di 10 punti nel secondo quarto, che diventa ridondante nel terzo, caratterizzato dal più classico dei trading baskets. Westbrook e Kanter, i più incisivi, mantengono il controllo della partita ricacciando prontamente indietro i timidi ma costanti tentativi di NOLA di rientrare in partita. Fondamentali in questo senso 2 triple consecutive di DJ Augustin, che coach Donovan lascia inaspettatamente in campo per parecchio tempo nel finale insieme a Westbrook, lasciando all’ex Detroit il compito di portare su il pallone e quindi liberando diversamente Westbrook, che riuscendo tutto sommato a limitare gli errori legati al fare tutto a 200 km/h, chiude con 43 punti 9 rimbalzi e 8 assist, cominciamo anche a stancarci di parlare dei numeri di questo ragazzo. Dalla panchina preziosissimo Enes Kanter (24 e 14), unico in doppia cifra insieme insieme a RW. Per quanto riguarda i Pelicans da apprezzare lo spirito con cui sono stati in campo nonostante le pesantissime assenze, oltre al monociglio, uomo simbolo di New Orleans e probabilmente presto del mondo, mancano Cole, Evans e Holiday. Completamente rimaneggiati riescono comunque a non essere annientati dai Thunder e lasciano i compiti offensivi a Ryan Anderson, che prende 25 tiri e ne segna 13, arrivando a segnare 30 punti indispensabili per i Pelicans.
AT&T CENTER , SAN ANTONIO. DENVER NUGGETS 98 – SAN ANTONIO SPURS 109
Dominio assoluto e show degli Speroni che vale la sesta vittoria in fila. San Antonio conduce ininterrotamente per tutta la partita, senza Ginobili è Parker ad infiammarsi e ad andare in area con una costanza ed una facilità che non vedevamo da parecchio. Il veterano francese taglia la difesa di Denver come burro in più occasioni e segna 25 punti con 14 tiri e serve 9 assist, 25 quindi economici ma letali. Quando la squadra di Pop gira così è una delizia per gli occhi e un incubo per gli avversari, non è assolutamente la prima volta che questo accade e ci auguriamo tutti non sia l’ultima. Con questa pallacanestro per SA arrivano doppie doppie praticamente da tutti: Aldridge 11 e 12, Duncan 12 e 11, Leonard sempre più fattore non solo in difesa chiude a 20 punti , 8 rimbalzi e 3 assist. Denver viene tenuta lievemente in vita dal rookie serbo Nikola Jokic, che gioca da centro in mezzo a gente come Duncan e Leonard, ed è capace di trovare 23 punti e tirare giù 12 rimbalzi. Al termine della gara coach Malone commenta: “Forse non sapeva contro chi stava giocando, ed è stato meglio così”.
VIVINT SMART HOME ARENA, SALT LAKE CITY. UTAH JAZZ 93 – TORONTO RAPTORS 89
A Salt Lake City i Jazz trovano la vittoria in rimonta sui canadesi dopo essere stati parecchio tempo sotto. A detta dello stesso Derrick Favors (18 e 11 stanotte) qualche tempo fa avrebbero perso questa partita e magari anche pesantemente. Questa vittoria è una ulteriore dimostrazione di un miglioramento e di una crescita che per i mormoni è stata costante e di grande livello fin dalla scorsa stagione. I Jazz stanno imparando sempre meglio a gestire le situazioni di difficoltà, non lasciando andare le partite che si mettono male, riuscendo come stanotte anche a trovare in esse una vittoria. Scambio di prodezze a metà dell’ultimo periodo, tripla di Hayward, che aprirà il parziale vincente per i suoi, seguita da schiacciata mostruosa di DeRozan in testa a Gobert. Il poster di DeRozan su uno dei migliori stoppatori della lega è però di fatto l’ultimo lampo dei Raptors che cedono poi di schianto ai padroni di casa. Raptors che soffrono nel finale il blackout di Luis Scola che era stato leader dell’attacco per più di metà gara, argentino che chiude comunque con 22 punti.
TALKING STICK RESORT ARENA, PHOENIX. CHICAGO BULLS 103 – PHOENIX SUNS 97
Partita bella ed avvincente a Phoenix dove si interrompe la serie positiva dei Suns e si allunga a 4 quella dei Bulls. Pare che Rose, assente oggi, avesse chiesto a Butler di essere più aggressivo in attacco. Il piccolo Jimmy ascolta ed esegue, domina la partita sui due lati del campo, inchioda il suo season-high di 32 punti e trascina i Bulls alla vittoria. Primo quarto da 31 per i Bulls che eguagliano il loro record stagionale. All’intervallo i Suns sono comunque vicini grazie a Knight (23) che detta i tempi del gioco dei suoi, e Bledsoe che nonostante il 7/22 dal campo fa segnare comunque 21,6 e 7 sul box score di questa notte. Phoenix si arrende in realtà solo nell’ultimo periodo, su cui scrive a grandi lettere il già citato Butler, che sta in campo per tutti e 12 i minuti e segna 14 punti di grande importanza, come quasi tutti quelli che trova.Butler sensibilmente aiutato da una buonissima performance del re degli europei di questa estate, Pau Gasol che si fa sentire tanto sotto le plance e va a casa con 17 punti e 8 rimbalzi.