Ben 14 gare stanotte nella NBA. Per ricordare la scomparsa di Umberto Eco usiamo titoli e non tabellini, per il nostro recap.
UN SUPPLEMENTARE (tanto per non perdere l’abitudine). I Magic battono in 53 minuti i Mavs allo Amway Center. La rubata decisiva è di Aaron Gordon (7+11) su Dirkone, ma oltre a Oladipo e Vucevic, hanno primeggaito i due nuovi arrivi Brandon Jennings (18-3-4) e Ilyasova (16+5), entrambi partiti dalla panchina. Nottata storta per Nowitzky e Wes Figlio di Wes, che mettono insieme 6/26 per soli 16 pti.
LA RIMONTA. E’ quella cui stanno provando a dar corpo in chiave PO i Wizards, stanotte vincitori dei Pistons, che, al contrario, sono al 4′ KO consecutivo. I Wizards devono trovare consistenza casalinga, dal momento che solo Nets e Sixers hanno un record casalingo perggiore del loro nella Eastern. Nella sfida tra nuovi arrivati prevale quello di Detroit (Harris 21+4 con 9/12) su quello capitolino (Gemello Markieff 8+2), ma la W va dalla parte di chi schiera John Wall (22-8-8): è quasi tutto merito suo e del suo modo di dirigere la squadra se la velocità di Gortat (15+9) riesce a sfiancare tuttocampo Bimbone Drummond (11+13).
GEMELLIADE. Lo scontro tra i gemelli Brook e Robin Lopez termina col dominio del primo e la gara di conseguenza si sposta dal pronostico e fa registrare il successo dei Nets. Non serve dire che il cambio di panchina sembra infruttuoso per i Knicks, che Kurt Rambis non ha certo rivitalizzato, anzi. Brook 33-8-2. Carmelo 22-6-7, e Bargnani in lista infortunati fino a Martedì.
MENO SIAMO…. Meglio è. Heat senza Wade (leggero risentimento al ginocchio), Bosh (problema più noioso al polpaccio), Whiteside (scontava la sospensione di una gara per la gomitata in faccia a Marianovic) e Birdman (emigrato a Memphis), Atlanta, invece, dopo le tante ipotesi e voci di mercato, si ritrova al completo, e forse proprio per la sorpresa (o la delusione?) di esserci ancora tutti quanti, si lascia prima passaggiare sopra da Miami (significativa una rubata Heat su rimessa Hawks perchè Schroeder invece di ricevere si allacciava una scarpa), poi rimonta ma si fa soprpendere nel finale. Uno che negli Heat, invece, è tornato dopo due anni di pura sfortuna ospedaliera è Josh McRoberts: si vede che nel tempo inattivo durante le terapie ha studiato da guardia, eprchè l’atletico ragazzone ha scritto 19+10, ma i 10 sono assists, e ha tirato un notevole 3/5 da 3. Migliore in campo, però, il giocatore preferito dal Commander in Chief Barack Obama: Luol Deng ha segnato 30 pti alla vecchia maniera, con 11 canestri di cui solo 1 è una tripla. Con questa W corsara Miama ruba ad Atlanta il quarto seggiolino della Eastern.
SORPRESA! (1). Terza squadra più in forma della NBA prima dell’All-Star break, i Raptors soffrono la ripresa delle gare venendo battuti da una delle squadre più in difficoltà. I Bulls si raggruppano attorno a Rose e Gasol (26 con 12/20 e 18+11 rispettivamente) e trovano il miglior McDermott finora mai visto nei pro: 30 pti per il ragazzo da Creighton, con 13/17 totale, compreso 4/5 da 3. Dall’altra parte il miglior Valanciunas dell’anno (25+12) non è bastato a vincere, perchè quello che statisticamente è il secondo miglior back-court della NBA (Lowry+DeRozan secondi solo agli Splash Bros) si è un po’ incagliato a livello di percentuali (DeRozan in particolare 6/21). Ecco, questo è quello che chiamerei un presentimento…
RUVIDI. Ruvidi sono i Memphis Grizzlies, ruvidi come la città e il blues. Hanno la meglio sul glitter estremo ma poco concreto dei talentuosissimi T’Wolves, che però sono ancora belli lontani dall’essere una squadra. Conta anche il lavoro degli allenatori: quello di Joerger, ruvido uomo di lunga gavetta, è da sempre eccellente, qeullo di Sam Williams molto meno. Z-Bo 17+8, Jeff Green all’ultimo momento non ha fatto le valigie per Clippertown e si è concesso 9+11, ma ancor più dei 25-4-7 di Mike figlio di Mike, sono le prodezze di V-insane carter a ruggire: un tiro dalla sua metà campo a scader di terzo quarto, che permette di inziare a -5 con allegria invece che -8 con preoccupazione il quarto periodo, e nel finale un tap-in con la manona malandrina che spunta aiutata da un salto d’altri tempi. Ruvidi e vincenti. Lupacchiotti in spolvero LaVine e Wiggind (42 pti combinati, con 13/23 totale).
LA RINASCITA? Sappiamo bene che dovremmo parlare dei 34 di Davis, o dei 26+24 dalla panchina di Anderson (in 28 minuti) + Holyday. Dovremmo dirvi che questa è la L 51 nelle ultime 56 trasferte dei Sixers, record misurato a partire dal Dicembre 2014. Però parliamo della ipotetica rinascita di quello che, secondo noi, è un gran giocatore: Kendall Marshall. Pg dei Sixers uscita da North Carolina, pluriscambiato, mai davvero a suo agio nella NBA a parte un bel periodo due anni or sono nei Lakers. Colpe sue, colpe di chi non lo fa mai giocare, colpa di tanti infortuni. Stanotte 11 minuti con 3/3 al tiro, 9 pti e 3 assists e un plus/minus a +3. Non è tanto, ma potrebbe essere un passo importante.
SORPRESA! (2). A 94 secondi dalla fine OKC era ancora sopra di 4. Poi, diversamente da quel che avviene ai Pacers nelle sconfitte, The Revenant non è stato lasciato solo, anzi: dei punti da 93 a 101, George ha segnato solo i due liberi finali. Al resto han pensato due triple: una non impossibile da immaginare, di Monta Ellis; l’altra decisamente singolare, dall’angolo, del rookie pf Myles Turner, che ha solo recentemente (solo ieri?…era 0/2 in stagione..) scoperto questo suo talento. Sì, la tripla del sorpasso l’ha imbucata un lungo, rookie, che aveva tirato solo due volte da 3 in gare di regular season….coach Vogel, tranquillo: noi non le chiederemo nulla in proposito. In ogni caso Indiana viola la Chesapeake Arena: se ricordate qualcuna delle puntate precedenti, saprete che una delle cartine di tornasole da controllare sempre nelle sconfitte dei Thunder è il rendimento di Grandine sulle Vigne Waiters: 32 minuti, 0/6, 0 pti, -11 di +/-.
IL RITORNO DI BIG AL. Dopo l’infortunio e la sospensione per possesso di THC nella consueta forma di marijuana, BigAL è tornato sulle tavole. Non ha giocato molto, e non ha prodotto tanto. Al suo posto, dopo un periodo opaco coinciso con quello di tutta la squadra, ha starreggiato Cody Zeller (23+9), che forse sta cominciando ad offrire ciò che aveva promesso da collegiale meritandosi un numero 4 assoluto che finora ha lasciato un sapore amarognolo nel palato del management degli Hornets. Solito grande Antetokounmpo (18-11-4per i Bucks, mentre stavolta la panchina punitivo-educativa riservata a Monroe e Carter-Williams ha dato risultai modesti per MCW (nonostante una tripla da metà campo a spirar del primo quarto) e disastrosi per Greg che ha vigorosamente scioperato (2 tiri in 30 minuti).
WINLESS. Sono sia i Suns nelle ultime 10 che il povero coach ad interim Earl Watson. Unico ad opporsi allo sfascio Three-Letovic (25+8 in 34 minuti e 12 tiri) ed il suo orgoglio Bosniaco. La coppia scoppiata (ma nessuno può dirlo) Harden-Howard non trova in questi poveri Soli un test adeguato per pronosticare come sarà il futuro in casa Rockets.
SOTTO X 4. I Celtics non hanno vinto nemmeno un quarto, non trovando un argine alla grande gara dei Jazz. Sottocanestro Favors e Gobert hanno dettato legge (rispettivamente 23-10-6 con 3 stoppate e 11+15 con 4 stoppate), e sul perimetro basti citare il 10/23 finale di Utah, ottenuto nonostante un Gordon Hayward da 1/6 dietro l’arco. Il piccolo Neto non ha sbagliato un tiro (5/5 per 15 pti). Nei Celtics si salva solo il volume prodotto da IT4, che con 25pti ha ben più del 25% del totale dei suoi.
PATTO DI NON AGGRESSIONE. E’ la costante delle sfide tra Spurs e Lakers. Prevalgono la festa per Kobe e il rispetto per le spoglie dell’avversario, che San Antonio ha deciso in stagione di non seppellire mai sotto pesi troppo severi. Kobe ne piazza 25, Clarkson 20 e Sweet Lou 21, mentre Randle, pur faticando al tiro, si conferma uno che nella ricostruzione di LA Gialloviola ci DEVE essere. Di là brilla Tony parker con 25, e Timoteo si congeda dalle gare contro i Lakers a LA mettendo la doppia-doppia: 12+13.
IRRIDUCIBILI OTTIMISTI. Volendo esserlo, questa sfida tra Kings e Nuggets poteva anche venir chiamata spareggio-playoffs. Lo hanno vinto i Kings, ma resta il fatto che le squadre davanti (4 per 3 posti) hanno tutte un ritmo notevolemnte superiore, considerando anche che Portland..oh, Portland! DMC spinge sulle spalle di coach Karl il fardello della stagione mediocre continuando con pochissime soste nel suo splendido 2016: stanotte NON è stata di sosta, e Boogie ha detto 37+20; la doppia-doppia con entrambe le cifre 20+ è sintomo di appartenenza ad un club decisamente esclusivo. RR ha raggiunto l’ennesima quasi tripla doppia (24-10-9, e 5 rec). Belinelli a casa per l’estrazione di un dente, Gallinari (27-3-2) migliore dei suoi insieme a Lauvergne (22+7). Nurkic 5 falli e Jokic 4, segno che sono già buoni ma per diventare ottimi devono ancora mangiare parecchio, possibilmente piatti presi dalle Boogie’s Recipes.
SORPRESA!!!! (3). Portland TrailBlazers 137 – Golden State Warriors 105. Massacro al Moda Center, e le vittime sono i Campioni. Magguior numero di punti subiti e nelle ultime 2 stagioni e peggior margine sfavorevole dalla stagione 2006/07 per gli Warriors. Protagonista della impresa dei Blazers Damian Lillard, che ha appena fatto uscire il suo nuovo disco (è un rapper di livello, e “per essere un campione NBA” non compare da nessuna parte), e incanta pubblico, addetti ai lavori e avversari con 51 pti, 7 ass, 6 rec. Nei 51 contate il 9/12 da 3. Steph si è fermato a 31. Attaccare DAVVERO Steph non è una ricetta replicabile da molte squadre, ma è una ricetta da ricordare. certo, non tutti possono contare sul MUP della NBA. Most Under-rated Player: D-Lill. Lillard e il suo allievo CJ McCollum 51+21, gli Splash Bros 31+23, per una volta hanno subìto Steph and Klay. Ripeto: chi non voterà Stotts come miglior allenatore dell’anno…bah.