In America non hanno l’aggettivo “calcistico” o “zampariniano” per definire certe curiose gestioni delle società al capitolo allenatori.
Ma le reazioni al licenziamento di David Blatt sono state generalmente all’insegna della sorpresa o di una certa indignazione. Il più caustico è stato forse Rick Carlisle “imbarazzato per l’Associazione (ndr: la NBA, non l’Associazione Allenatori) che possano succedere cose simili”. E’ stato reso pubblico anche che i giocatori dei Cavs, prima della riunione in cui è stato comunicato il cambio di coach, pensavano che il motivo della convocazione fosse la partenza via-trade di Kevin Love. Questo gossip è un tentativo poco riuscito di togliere responsabilità ai giocatori a riguardo del licenziamento di Blatt, tentativo che rivela anche come all’interno dello spogliatoio il Californiano sia un corpo abbastanza estraneo. In ogni caso è arrivato a buon fine il lavoro di lobbying portato avanti fin dalla scorsa stagione da parte di Tyronn Lue per avere il posto di Blatt, ed ora l’uomo calpestato da Allen Iverson avrà le mani piene, perché, per migliorare lo “scarso” lavoro dell’ex CT della Russia, dovrà come minimo perdere le Finals 4-3 senza far giocare né Irving né Love.
Nelle ore in cui Blatt veniva rimosso, si giocavano anche 9 partite. Il virus dei supplementari perdeva vigore ma restava in circolo, con Charlotte che vinceva in trasferta ad Orlando, sempre più nei pasticci con 1 W nelle ultime 10; 40-7-9 per Kemba, e meriti da riconoscere a Guido Bagatta, uno che sui social è abbastanza preso in giro, per aver sempre sostenuto l’eccezionalità della pg degli Hornets. Boston aveva ragione dei Bulls, GS dei Pacers e gli Spurs mostravano una certa pietà dei Lakers, rifilando ai gialloviola allo Staples Center solo 13 punti, loro che hanno un differenziale medio di 14.4 punti rifilati agli avversari, e sono la miglior difesa della NBA, e una delle migliori dell’ultimo ventennio. Risultato forse più interessante di tutti la W di Toronto su Miami: quest’anno i Raptors paiono avere la solidità mancata negli ultimi 2 anni, quando a inizi di stagione brillanti seguiva un deciso calo da dicembre in poi. Nel 2014 erano riusciti a rialzarsi per dar vita a una bellissima serie di PO vs i Nets, l’anno scorso proseguirono in aurea mediocritas fino alla fine: quest’anno hanno continuità, stanno definendosi come la seconda forza della Eastern e pare trasferita a tutto il roster la determinazione del Subcomandante Lowry. Nella gara in questione, 33 di DeRozan, e con l’assenza di Whiteside erano 7 per Miami i membri del roster di inizio anno ad esser indisponibili per infortunio: cifra pesantuccia, anche se il solo McRoberts (Oscar alla sfortuna) è fuori per la stagione. Dopo una battuta d’arresto, è invece presto ripresa la seria positiva di Clippertown, dominante a NY, mentre, nonostante la W al Barclays Center, i Jazz finivano fuori per la prima volta in stagione dalla PO Picture: dentro sono i Kings, ora.
Kings che sono tra le squadre che han giocato nel Sabato notte di cui andiamo a darvi conto: Utah doveva giocare a Washington, ma la tempesta Jonas ha fatto rinviare la gara; stessa cosa sarà probabilmente la notte che viene per Boston vs Philadelphia, e allora partiamo dal North Carolina.
TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE. NY KNICKS 84 – CHARLOTTE HORNETS 97.
Doppio 26 e doppio 5 (punti e assists) per Kemba e J-Lin che han guidato gli Hornets alla W su NY, che ogni volta che raggiunge il 50% di record infila poi una piccola serie negativa. I Knicks non sono tornati in campo nel terzo quarto, parziale nel quale han subìto un 32-13 da KO. Charlotte ha vinto nonostante l’indisponibilità di Batum e Zeller e nonostante i forzati 34’ in posizione di centro da parte di Spencer Hawes: tenuto conto delle caratteristiche del giocatore, la W assume contorni di miracolo.
SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS. MILWAUKEE BUCKS 99 – NO PELICANS 116.
I Bucks si producono in una discreta gara, ma ne giocano solo il 75%, mollando nel finale. Pelicans alla terza in fila, e penso che nella piccola striscia positiva abbia rilevanza che Davis abbia contribuito con 30 di media a quasi il 55% dal campo. NO vince tirando 20 volte più degli avversari (94 vs 74), differenziale nato soprattutto dal conto perse/recuperate: +2 per i Pelicans, -17 per i Cerbiatti.
TARGET CENTER, MINNEAPOLIS. MEMPHIS GRIZZLIES 101 – MINNESOTA T’WOLVES 106.
Ritornano a vedere la lettera W i Lupacchiotti, dai quali onestamente ci si attendeva diversa stagione, anche nonostante la scomparsa di Flip. Invece la stelletta più pregiata finora pare proprio essere il fatto che Rubio (15-6-12 con 3 rec stanotte) sia il quinto più produttivo giocatore del FantaNBA ufficiale a stelle+strisce. Migliore dei T’Wolves Shabazz Muhammad a25 dal pino, ma fa impressione il 6/6 dal campo della Prima Scelta Assoluta Towns. Memphis, autrice di una serata con copertina, libro e tisana, ha trovato sprint solo da –Rio Chalmers (19-3-5), mentre Conley ha subìto di tutto dallo Spagnolo del Minnesota.
QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. CHICAGO BULLS 96 – CLEVELAND CAVS 83.
Nelle interviste post-partita LBJ ha pronunciato 3 volte in un minuto le parole “coach Lue”, frequenza mai registrata in un anno e mezzo per le parole “coach Blatt”. Chiarito come sono andate le cose, segnaliamo che coach Lue ha detto che la squadra è “in cattiva forma per il tipo di gioco che ho in mente (più pace and space)”, ma si è detto soddisfatto dell’impegno dei suoi contro i Bulls stanotte, pur nella sconfitta. La GrandeElle è giunta anche per una terribile nottata di tiro: 4/24 da 3 e soprattutto 9/22 ai liberi sono cifre che condannano, e i liberi sbagliati sono esattamente il distacco finale. I minutaggi complessivi dei Cavs non sono diversi dalla gestione Blatt, mentre sono un po’ differenti i tempi delle rotazioni: più frequenti quelle di Blatt, apparentemente più definite quelle di Lue, coi rincalzi che entrano ed escono in momenti predeterminati. Stanotte il protagonista, nonostante la quasi tripla-doppia di LBJ (26-13-9), è stato Pau, lui e le sue mani da strumentista: sceglietene uno voi, lui ne sarebbe un virtuoso. Nei momenti di smallball dei Cavs, con Love da 5 e James da 4, Gasol ha vinto il confronto con LeBron, facendogli canestro quasi sempre e non venendone travolto quando doveva difenderlo: 25-10-6 per il catalano, che ha avuto il miglior assistente in Taj Gibson, non solo per il 15+8 ma soprattutto perché è stato l’uomo-chiave in difesa per rendere inefficace il tentativo di rimonta in smallball messo in opera dai Cavs nel quarto periodo. Massimo avvicinamento a -6, dopo aver iniziato l’ultimo parziale da -17. Ultima nota per D-Rose: 5/21 è agghiacciante come dato, ma il giocatore ha dimostrato solidità mentale e umiltà, limitando le zingarate nei minuti decisivi e anzi servendo un paio di assists in momenti topici; forse gli infortuni ci hanno già portato via il meglio della Rosa, ma se riuscisse a venire a patti con il nuovo se stesso questo giocatore ha dentro di sé basket in dosi tali da potersi inventare in altro modo e risultare lo stesso determinante.
TALKING STICK RESORT ARENA, PHOENIX. ATALNTA HAWKS 95 – PHOENIX SUNS 98.
Perdere di questi tempi contro i Suns non è una cosa bella, ma ad Atlanta il viaggio ad Ovest sta dando solo dispiaceri. Gli Hawks son stati battuti da una tripla finale di Archie Goodwin, alla quale si era giunti anche attraverso una sequenza di 30 secondi (da 1:15 a 0:45 dalla fine circa) di bloopers, chiosati da una tripla di Bazemore: nei secondi incriminati 5 tiri sbagliati nei modi più impossibili e 2 perse di stessa “qualità”. Il match winner è un prodotto di Kentucky, non ha ancora 22 anni e tuttavia è uscito dal college per il Draft 2013, come n. 29. E’ di quelli che poteva farsi un altro annetto nella NCAA, dal momento che ha passato gran tempo in D-League e ha visto i primi quintetti e i primi minutaggi consistenti in questa stagione, e principalmente per via dell’infortunio a Bledsoe e di quello recente, e molto meno serio, di Knight. Dato che con lo smallball (sua filosofia preferita) i suoi Suns stavano facendo schifo, coach Hornacek, che è uomo intelligente e con una figlia clamorosamente bella, ha deciso di passare ad altro, e si è mosso verso il lido quasi opposto: il doppio centro. Oltre la W, la mossa ha pagato anche in termini di stats: Chandler e Alex Len in coppia hanno totalizzato 79 minuti, 29pti, 39r…..27 il solo Tyson.
PEPSI ARENA, DENVER. DETROIT PISTONS 101 – DENVER NUGGETS 104
Da quando i Sacramento Kings, che nessuno reputava da Playoffs, sono entrati tra le 8 migliori della Western, tutti hanno pensato di potercela fare, in fondo: cavolo, se ci riescono loro….E così è iniziata la corsa di Denver, che è balbettante ma non ignobile (5-5 nelle ultime 10) e consente le speranze. Soprattutto se il Gallo (30-6-2) continua al ritmo di 2 sì e 1 no nella riuscita dei game-winners o dei giochi che decidono le partite. Stanotte è stato un long-two davvero difficile per il punto 103. Grande influenza sul risultato anche per il lungo serbo Nikola Jokic, anni 20, e medie di 9pti e quasi 6r in questo rookie year: stanotte 17-5-3 con 2 recuperi, 3 stoppate, nessuna persa e 7/11 al tiro. Ammutolito, per giunta, Bimbone, tenuto a soli 18 minuti. Il migliore per Detroit, alla seconda sconfitta nel West, il back-up center Baynes (13+10).
MODA CENTER, PORTLAND. LA LAKERS 103 – PORTLAND TRAILBLAZERS 121
Nella corsa ai PO ad Ovest partecipa anche la squadra con il miglior rapporto roster/rendimento della NBA, ossia i Blazers. Alimentare il sogno non era troppo difficile stanotte, contro i disastrati Lakers, ma Lillard (36-1-5) e McCollum (28-3-3 ed è uscita la stat secondo la quale lui è il quarto nella NBA per miglia percorse…la NBA non è il Tour de France, ma complimenti lo stesso) hanno messo in piedi un bello show. A proposito di show, miglior Laker è stato il più interiormente hollywoodiano: Russell recita/canta/balla per 21-3-3 con 8/12.
ARCO SLEEPTRAIN ARENA, SACRAMENTO. INDIANA PACERS 97 SACRAMENTO KINGS 108.
Aggiornamento sul Gennaio di DMC: 357 punti, 151 rimbalzi. Media 32.4+13.7, e stanotte Boogie ha messo a referto il suo career-high con 48 pti. Mostruoso e bellissimo. Visto che tutti si son messi in testa di poter arrivare ai PO solo perché adesso a tabellone figurano loro, i Kings, un po’ offesi, continuano nella loro run, e si portano a 7 W nelle ultime 10. La vittoria di stanotte inasprisce il bollettino di questo sabato delle trasferte degli Orientali: 5 viaggi e 0 portati a buon fine. Indiana non è mai naufragata, ma priva del centro Mahinmi ha dovuto cedere quando Monta Ellis dopo il 6/6 della prima metà ha lasciato da solo The Revenant (34+4 e anche tanta difesa), mettendo solo un canestro e tirando solo 4 volte nel secondo tempo. Marco from the Arco ha sparato a salve, 0/3, e malino anche il 2/7 da 2, ma i minuti in campo sono stati tanti lo stesso, perché ormai Belinelli è uno che sa rendersi utile in difesa, nella gestione della palla, e anche nelle nottate brutte non può mai esser lasciato libero sull’arco, quindi i giochi offensivi procedono lo stesso. Non sarei sorpreso di vedere RR all’ASG: l’ex Celtic inanella l’ennesima tripla-doppia, la seconda nelle ultime due uscite, a 11-10-10.