Siamo debitori del report delle gare di Venerdì notte, oscurate dal grande confronto Raptors-Cavs.

In ordine di importanza la prima parola spetta alla W corsara di Charlotte in quel di Indiana. Il migliore degli Hornets, in una gara tiratissima e decisa solo a 2 secondi dalla fine, sarebbe Marvin Gregarione Williams, che inchiostra un per nulla gregario 26+13. MA. Ma il cuore-motore-scintilla vitale dei Calabroni è Kemba Walker, detto appunto Cardiac Kemba. Tira malino, ma segna 22, fa il suo massimo in stagione con 10 assists, e, soprattutto, segna il lay-up della vittoria. Nei 2 famosi secondi restanti, Paul George (32-6-4 con 3 rec) tenta il sorpasso ma la sua tripla trova solo lo sdeng del ferro. Chicago priva di Rose cade ad Atlanta, ma resta nella Picture per la postseason, luogo dove faran fatica, pur essendo ancora in corsa, ad entrare i Wizards vittoriosi sui Sixers con 23-8-11 di Wall; Okafor, la Prima Scelta Assoluta, di professione centro, quarto (…) rimbalzista di squadra con 6 (ne ha avuti 7 Ish Smith, di professione pg). Nel derby del 42% di record, NY superava Orlando (rispettivi MVP Melo e Gordon), e la Pepsi Arena di Denver era testimone del mai debellato virus stagionale dei supplementari, e contemporaneamente del suicidio dei Nuggets, che sopra di 9 a 100 secondi dalla sirena di fine turno, riescono a farsi raggiungere e la perdono dal minuto 48 al 53, essendo stati in vantaggio anche di 22: Gallo opaco, brillano Faried (20+12) per Denver e Felton (16-4-6) per Dallas..problemi di peso, infortuni e caratteraccio a parte, forse non aveva visto male Mike D’Antoni, che ai tempi di NY si coccolava questa pg. Due quasi triple-doppie per CP3 (40-8-13) e DMC (26-15-9, ma 7 perse) nella W di Clippertown a Sacramento, con la chicca della pallata violenta e volontaria che DMC ha tirato, nel finale, sulla nuca del povero Paul; azione proditoria di Boogie, ma ben truccata da gesto per far rimablazare l’arancia sull’avversario e ottenere la rimessa. Potevamo chiamarlo il Derby del Viale del Tramonto, ma Kobe vs V-Insane non è andato in onda durante Lakers-Grizzlies, con il solo Carter a furoreggaire come mai in stagione: 19-3-2. L’appuntamento era facile, ma han giocato bene i due bulletti appena approdati in Tennessee: PJ Hairston parte in quintetto e mette 21+4, mentre Lance il Pazzo faceva 14-7-3 con solo tiri da 2 e quasi il 50%. Ecco ora le prelibatezze di stanotte.

TD GARDEN, BOSTON. MIAMI HEAT 89 – BOSTON CELTICS 101.
Miami è una squadra dal ritmo molto lento, e Brad Stevens aveva detto che, contro squadre del genere, è importante non finire sotto in doppia cifra fin dall’inizio. Detto fatto, i suoi ragazzi lo hanno subito….come non detto: partenza e Heat a +12, con i titolari di Boston a prendere solo ferri (IT4 prima della metà del terzo quarto, per esempio, ha mandato 9 piccioni viaggiatori su 9 in giro per il Garden). La riscossa nasceva con l’ingresso in campo della panchina, e in particolare di Evan Turner (14-6-9), che sul 33-32 Celtics aveva 9pti e 5 assists, erano nati da lui almeno 19 dei 33 dei suoi. La gara di melassa degli Heat procrastinava il momento della verità, e si giovava soprattutto di un bel Dragic (21-5-5) e un grande Whiteside (13+15 e 8 stoppate). La forza dei Celtics però pianopiano emergeva, così come iniziava a dar frutti il game-plan di Stevens che prevedeva di far correre molto più di quanto a loro congeniale sia il lungo HW che il non più giovane Wade. Nel momento in cui Thomas chiudeva la voliera e si metteva a tirare, finiva tutto. Menzione d’onore per i 12+12 di Sullinger, i 12+11 di Deng, e i 5 recuperi di Crowder; entra definitivamente nei nostri radar Josh Richardson, pg rookie, scelto da Miami col numero 40 all’ultimo Draft, e finora poco usato. Secondo noi è quel che si dice un peperino, con piedi fenomenali per difendere (e ha fatto impazzire IT4) e tiro da aggiustare; padre vigile del fuoco e madre attualmente ministro della Chiesa Battista, ex Tenente Colonnello della riserva della US Air Force…tenetelo d’occhio.

SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS. MINNESOTA T’WOLVES 112 – NO PELICANS 110
Quella autentica fucina di infortuni che sono purtroppo i Pelicans di quest’anno, trova il modo di confermare l’infausta tendenza con l’ennesimo stop, pur non grave, di Anthony Davis. Sfuma quindi il confronto tra The Brow e Towns, e sfumano le speranze di W di Nola. I Pellicani tentano di vender cara la pelle, ma trovano solo 3 uomini: 31+14 per Ryan Anderson, 31 per il rientrante Gordon e 20 con 8 ass per Holyday. Stop. Minnesota ha un grande Towns (30+15) e un LaVine chirurgico (25 con 11/17), ma trova anche un 20 da Wiggeins, una doppia cifra da Dieng e un 9+10 (ass) del Catalano Piccolo.

UNITED CENTER, CHICAGO. PORTLAND TRAILBLAZERS 103 – CHICAGO BULLS 95
Con le unghie e con i denti. Oltre che con talento e organizzazione. Le due squadre che si sono affrontate stanotte davanti alla statua di Air sono in lotta contro pronostici, infortuni, sparizioni estive. I Bulls sono 4 o 5 posizioni sotto a dove pensavano di poter stare (ora 8′ ad Est), i Blazers sono 8 posizioni sopra a dove tutti credevano sarebbero finiti (ora 7′ ad Ovest). Tenete le mani sulla tesa del cappello perchè se arriveranno ai PO, ci sarà da levarselo davanti a Bulls e Blazers. Rose e Butler fuori, D-Lill in campo (31-4-4). Chicago avrebbe dovuto vincere solo perchè la partita di Pau meritava la W, le chiavi della città e se non una statua almeno una panchina col suo nome: 22-16-14, con 3 stoppate. Ha segnato, tirato giù, dato da mangiare ai compagni e protetto il ferro. Scriviamo la seguente frase per la prima volta in quasi due anni solo per lui: che giocatore. E’ stato aiutato dallo sforzo della matricola Portis (10-16-2). I Blazers avevano, semplicemente, più risorse, e hanno trovato un gran Plumlee (16+9) e un sacco di punti dal pino: 43.

TOYOTA CENTER, HOUSTON. SA SPURS 104 – HOUSTON ROCKETS 94
Alamo continua a vincere, ma nn convince moltissimo. Probabilmente è la fase tipica di ogni squadra di Pop, in cui il coach fa fare preparazione di mid-season in vista dei PO, e i giocatori perdono brillantezza. Nel caso di questa SA, data l’età non verdissima di molti e il non eclatante atletismo di altri, la fase imballata risalta con maggior evidenza. Predicatori d’eccezione LMA (26+16) e Kawhi (27+8 per The Hidden MVP). Di là, fraticello nel deserto come sempre Harden, parole al vento che ammontano, alla fine, a 27-4-2.

BRADLEY CENTER, MILWAUKEE. DETROIT PISTONS 102 – MILWAUKEE BUCKS 91.
Classico confronto della Central Division, utile W in trasferta dei Pistons che continuano ad inseguire i PO, che ora sono distanti solo mezza gara, ciò che separe gli uomini di SVG dai Bulls. Brillantissimo Bimbone, con 15+17, ma anche 2 ass, 4 rec e 2 stoppate.

VIVINT ENERGY ARENA, SALT LAKE CITY. BROOKLYN NETS 98 – UTAH JAZZ 96
Perdere dai Nets è sempre un brutto colpo, anche se da quando hanno messo in lista waivers Bargnani e Joe Johnson sono 2 vinte e perse 0. Per loro fortuna, i Jazz la perdono in concomitanza di una sconfitta dei Rockets, loro rivali nella lotta per non smettere di giocare dopo 82 partite. Utah è 9′ ad Ovest, Houston mezza partita più in alto. Per la seconda volta consecutiva, nei Nets Thad Young (26+8) ruba la scena a Gemello Brook (19+6). Utah ha 12+19 con 6 stoppate da Gobert, e 27 da Hayward, ma a tradire è stato Favors, non tanto per lo score di 11+13, ma per aver subito pesantemente Young.

CANDLESTICK RESORT ARENA, PHOENIX. MEMPHIS GRIZZLIES 106 – PHONIX SUNS 111
Prima o poi doveva accadere, la figuraccia va sulle spalle dei Grizzlies, che persono a Phoenix consentendo ai Suns di interrompere le 13 sconfitte consecutive. Partita pigra dei Grizzlies, che han preso 22 rimbalzi in meno dei Suns, nei quali il migliore è stato Alex Len (22+16), ma con una grossa mano da parte di PJ Tucker (43 minuti, sempre in campo, 17-11-7 per il….prodromo di Dray-G) e Three-Letovic (gara opposta, 18+7 in solo 27 minuti). Memphis povera, solo Mike figlio di Mike si salva a 19-1-8.

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKC. GS WARRIORS 121 – OKC THUNDER 118 (OT)
Dulcis in fundo. E dal fondo cominciamo. Dalla tripla di Steph Curry per vincere la partita. Ha tirato da 10 metri, ma se potete guardate il povero Roberson che doveva difendere: si stava preparando a contenere il tiro da 3, ma sugli 8 metri. Come vi abbiamo già detto, Steph sta cambiando il gioco. Devi difendere sempre, su di lui, anche a 12 metri dal canestro. Molti lo criticano, dicono che sia una misera catapulta e basta, che stia rovinando il gioco. Non è così, lo sta portando altrove. Perchè se campioni come lui nnon si trovano sotto i cavoli, è però vero che le strategie difensive sono da attuare, per contenerlo. E, tra il suo attacco e i futuri modi di difendere su uno che la imbuca da ovunque, il gioco cambierà. Qualche tiro rimandato al mittente è sempre capitato, ma pensate al momento in cui quella cosa, la stoppata, è diventata pane quotidiano di Bill Russell e quotidiano enigma di chi gli tirava davanti; pensate alla faccia storta dei criticoni, di chi “Bill sta rovinando il gioco”. Ora Bill è Leggenda Vivente, e di lui si dice: ha cambiato e contribuito ad edificare il gioco. Il criticone esisterà sempre, ma qui stiamo assistendo a un momento decisivo per The Game, e sarebbe brutto perderne il reale significato schierandoci “pro” o “contro” Steph Curry. Pensate questo: Roberson stava difendendo, solo lo stava facendo secondo quel che gli han sempre insegnato, ovvero 2 metri troppo indietro per poter sfidare impunemente le capacità di Curry (46-3-6). Ed infatti OKC è stata punita. Punita duramente anche perchè aveva avuto modo di vincere la partita alcune volte, ma altrettante, anci, purtroppo per loro altrettante+1, l’hanno persa. Vinta e poi buttata a fine tempi regolamentari da un immenso, ma pur sempre umano KD (37-12-5), che ha fatto una persa e un fallo che son costati la W ai Thunder, e poi, dopo un avvio bruciante di OverTime, ha commesso il sesto fallo, uscendo fouled out per la prima volta in anni 3. Pensate a RW, che si è caricato la squadra sulle spalle (26-7-13, con 7 perse), con il contributo di Ibaka, ma ha dato modo, con il suo ultimo errore, a GS di prendere il rimbalzo da cui poi la tripla finale. OKC era la nostra N.1 nei pronostici di stagione: ne avevamo drammaticamente sopravvalutato la panchina. I Thunder giocano in 4: KD-RW-Ibaka-Adams, cui ogni tanto si aggiunge Kanter, e a volte fa capolino Roberson. Stop. GS è in linea con il record dei Bulls di MJ: devono vincere 20 gare, ossia l’80% di quelle che restano loro, ossia il 10% in meno della % di W che hanno ora. Hanno però tanti scontri con le squadre migliori del West: altre 5 tra OKC-LAC-SA. Dovranno essere bravi, insomma. Ma non dite che stanno rovinando il gioco, vi perdereste l’occasione di osservarne un mutamento nel suo accadere.