Sfida tra passato e futuro al Madison Square Garden, nella notte NBA. Dalla gara dei Lakers a Toronto in poi i Recap sono a cura di Luca Morucci.
TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE. DETROIT PISTONS 84 – CHARLOTTE HORNETS 104
Davvero tosta questa edizione ’15-’16 degli Hornets, tanto da suscitare, a fine gara, anche l’entusiasmo di MJ, che di solito osserva abbastanza impenetrabile le prestazioni della squadra dall’ultimo posto del pino. Una W di 20 così tranquilla era tanto che non capitava. MVP uno dei due Zeller, quello che quest’anno ha il giro buono. Tyler (Celtics) e Cody (Calabrone) non riescono ad avere una bella stagione insieme. L’anno scorso era toccato all’underdog biancoverde, quest’anno la bella vita spetta al da sempre più titolato Zeller jr, anche se entrambi, quando richiesto, sostengono che lo Zeller più forte sia il primo fratello, Luke, che ha avuto l’ultimo contratto NBA nel 2012 con i Suns. Le difficoltà di Detroit si evidenziano nell’annotare che il migliore è stato il Turco (15+13 per Ilyasova), e che Bimbone ha mancato la doppia-doppia, e pure, per la seconda volta in stagione (l’altra vs OKC e fu una L anche allora), la doppia cifra in rimbalzi. La mano maggiore Zeller l’ha avuta dai 14+12 dell’utile carneade Marvin Williams.
WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA. SA SPURS 119 – PHILADELPHIA 76ERS 68
La campana di Philadelphia non suona dal giorno dell’Indipendenza, e quella dei 76ers, pur se silente da men tempo, non mostra segni di voler menare qualche rintocco. Presi 51 dagli Spurs, le buone news arrivano dal front-office (cfr il nostro Top&Flop in prossimissima uscita). Spigolature per dare qualche numero ai tifosi, e nulla più: Okafor reintegrato, partito dal pino e 3/14; Noel 13+6; Sperone dal maggior minutaggio Kyle Anderson (30 minuti), LMA 26+9; David West gioca poco ma non sbaglia da due gare (23’ totali e 7/7); Spurs al 61,8% globale al tiro. E c’è chi le chiama partite di basket, a volte queste….
AA ARENA, MIAMI. WASHINGTON WIZARDS 114 – MIAMI HEAT 103.
John Wall non era tanto poi infortunato, e si presenta alla palla a due in piena forma. Insieme al fratello di centrocampo Beal, porterà alla W corsara i Wizards (47 pti per la coppia): sono stati aiutati dalla grande serata di Gary Neal (21 con 9/12). Miami sconta la maledizione del primo posto ad Est: primi saldamente i Cavs ne han perse 3 di fila, poi appena arrivati in cima i Bulls han perso gara e primato, e stessa cosa, due notti dopo, capita agli Heat. Ai padroni di casa non basta tirare col 59.4%, perché loro di tiri ne scoccano 69, mentre Washington va al tiro 92 volte col 50%: in parte si spiega col -14 che i ragazzi di Spoelstra hanno subito nel differenziale rimbalzi+saldo perse/recuperate, e in aprte col puro ritmo di gioco; infatti mentre Miami tirava due volte, i Capitolini lo facevano due e mezzo, e con percentuale buona.
MSG, NY. DALLAS MAVS 104 – NY KNICKS 97
L’essenza della gara stava nel confronto tra il nuovo eroe di NY, Kristaps Porzingis, e il suo “be like”, il grande WunderDirk. Non si può dire che il tedesco non abbia preso seriamente l’impegno (25-6-2), ma anche il Magico Lettone ha fatto il suo (28-2-1). Quanto i Knicks siano ormai ANCHE la squadra di Porzingis sta nelle sequenze finali. Sotto di 7, il ragazzo mette una tripla da quasi 8 metri, e nella successiva difesa stoppa alla grande D-Will, con recupero dei compagni; a quel punto mancano circa 40 sec e ci si deve sbrigare: palla di nuovo a lui, di nuovo a quasi 8 metri. Ecco il dato importante: palla a lui e non a Melo (17-6-8, con % al 33, come ultimamente gli capita troppo spesso), e Melo che si sbatte (tanto da fare fallo in attacco, ma vabbè) per bloccare pachulia che stava uscendo sul bambinone. La tripla, per inciso, anche se non valida, sarebbe uscita “rattling on the rim”.
SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS. BOSTON CELTICS 111 – NO PELICANS 93
Pelicans senza rendimento e senza pace, come evidenziato da alcuni comportamenti della star Davis e da alcune scelte di Alvin Gentry (cfr il Top&Flop). La partita dura un quarto e mezzo, poi i Pelicans si eprdono nelle loro rotazioni spesso inconsistenti mentre i Celtics hanno una solidità invalicabile per molti. Per esempio Sullinger: anche in una serataccia al tiro a inizio terzo periodo aveva 4 pti ma 11 rimb, (13+20 alla fine), mentre Thomas non ha sbagliato quasi nulla (21, 4/4 da 3 e 9/13 globale). Da salvare solo Ish Smith (7-4-4 in 16 minuti) per i Pelicans.
AIR CANADA CENTER, TORONTO. LOS ANGELES LAKERS 93 – TORONTO RAPTORS 102
In 20’000 a Toronto per salutare Kobe, per l’ultima performance canadese. I Raptors senza Carroll, regalano molti minuti a Terrence Ross che risponde alla chiamata con una gara ammirabile in difesa e 22 punti con 4/6 cercando il bersaglio grosso. Non avrà l’energia del “junkyard dog”, ma se Ross è questo, a detta dello stesso cagnone, tutto diventa più facile. Ross aveva rischiato di finire nella nostra rubrica dei flop essendo un importante prospetto degli ultimi anni ma apparso sempre parecchio opaco dalla fine dell’ultima stagione. Dall’altra parte LA shooting guard saluta i tifosi canadesi con 21 punti ed una partita anche abbastanza energica per gli standard delle ultime uscite. La costante dei Lakers degli ultimi tempi è una difesa troppo statica e spesso incapace di proteggere il ferro. Vi lascio immaginare cosa comporti questo con in campo un vincitore della gara di schiacciate insieme a DeRozan e Lowry (rispettivamente 16 e 27 con 6 assist ciascuno). Ad evidenziare l’importanza della prestazione di Ross la tripla a metà dell’ultimo quarto che ricaccia definitivamente indietro i Lakers e dà inizio al parziale decisivo per la vittoria.
UNITED CENTER, CHICAGO. PHOENIX SUNS 103 – CHICAGO BULLS 101
Dopo aver subito l’alley oop sulla sirena di Jeff Green, i Suns sbarcano a Chicago e trovano il loro miracolo. In una gara che i Bulls dominano dall’inizio alla fine, trascinati da un oltremodo principesco principe catalano (22-10-6), arrivando anche ad un ottimo 26-10 nel terzo quarto che farebbe sembrare chiusi i giochi. Coach Hoiberg definisce terzo e quarto periodo il meglio ed il peggio difensivamente parlando della sua prima stagione coi Bulls. Nell’ultima frazione i Suns rimontano da un passivo di 16 grazie ad un Brandon Knight straripante che segna 17 dei suoi 21 tutti durante l’atto finale e conduce i Suns ad un fenomenale 42-24. Sul 101 pari manca ancora qualcosa per portarla a casa e Mirza Teletovic (20) incarta in anticipo il regalo di Natale per i suoi, a meno di un secondo dalla fine raccoglie una tripla andata fuori bersaglio e tira da poco oltre la lunetta con una coordinazione praticamente inesistente. La palla muove la retina e… “Merry Christmas coach Hornacek!” Mirza.
BMO HARRIS BRADLEY CENTER, MILWAUKEE. PORTLAND TRAIL BLAZERS 88 – MILWAUKEE BUCKS 90
I Bucks sotto tono riescono comunque a portarla a casa contro una squadra distrutta come Portland. Serataccia al tiro per la migliore bocca da fuoco dei padroni di casa, Middleton chiude con 4/13 ed un deludente 1/6 da 3, ma un sempre apprezabile Monroe (16-12) ed un parzialmente rigenerato OJ Mayo che ne fa 15, tra i quali la bomba dell’88-87. Segue un layup di Monroe che manda avanti i suoi ed una violenta stoppata di Henson su Leonard che rimanda in Oregon gli orfani di Aldridge e compagni. Da segnalare una schiacciata da all star game di Antetokoumpo che riceve palla in back-door e gira sopra al ferro, insieme all’ennesimo tanto ampio quanto sprecato ventello di Damian Lillard.
TARGET CENTER, MINNEAPOLIS. LOS ANGELES CLIPPERS 110 – MINNESOTA TIMBERWOLVES 106