Se uno come Kevin Durant, ricevuto un tuo SMS in cui ti congratuli con lui per la vittoria del titolo di MVP, ti risponde “un giorno lo sarai anche tu“, è chiaro che tu, oltre ad essere una delle persone più felici del mondo in quell’attimo, possa essere uno dei maggiori candidati all’ingresso nell’élite NBA in breve tempo.

Negli ultimi anni, se si vuole trovare un giocatore che rispecchi l’identikit della grande promessa, nonché addirittura del prototipo del giocatore dell’immediato futuro della NBA, un nome spicca su tutti, quello di Anthony Davis. Il grande inizio di stagione del centro 21enne dei Pelicans pare l’avverarsi delle tante profezie legate a questo giocatore fin dalla sua entrata nella Lega; a colpire, senza l’ausilio delle statistiche, è certamente la sicurezza mostrata da Davis nelle 10 gare finora giocate da New Orleans, che ormai fa di lui il vero leader del gruppo. I numeri messi insieme da “the Unibrow” (letteralmente il monociglio, ormai divenuto suo vero marchio di fabbrica, tanto da utilizzare lo slogan “Fear the Brow” per commercializzare magliette e gadget vari a lui ispirati) nelle prime settimane di NBA dimostrano il fatto che la sua crescita sta avvenendo sempre con maggiore forza, lo troviamo nella top 10 in varie classifiche individuali: punti, rimbalzi, rubate, % dal campo, stoppate.

Le due cifre che impressionano maggiormente sono quelle legate all’accoppiata rubate/stoppate: innanzitutto, dimostrano una presenza difensiva che condiziona gli attacchi avversari (basta l’episodio della doppia stoppata nella stessa azione rifilata ai Trail Blazers a chiarire il punto); il numero di palloni rubati, 2.3 a sera, inoltre, lo rende l’unico lungo della top 10 in questa specialità, facendo sì che Davis rappresenti effettivamente il prototipo di quello che può essere il centro del futuro immediato della Lega. Soffermandosi sui punti a sera, 25.5 (terzo nella Lega, dietro a Bryant e a James), sui rimbalzi, 11.4 a partita (quarto in classifica), e sulla % dal campo, 57.9 (nono, ma con il 103/178, con un numero di tiri realizzati/tentati ben superiore a chi lo precede), la convinzione che il lungo dei Pelicans sia all’inizio di quella che è una carriera da grande giocatore NBA prende sempre più piede.

Limitarsi alle cifre individuali però porterebbe ad un’analisi incompleta dell’inizio di stagione di Davis, New Orleans non sta volando né sfigurando nella Western Conference, 6 vittorie e 4 perse non rappresentano un magro bottino, però è risaputo che nella Lega più competitiva del mondo anche i numeri personali sono condizionati dalla prestazione della squadra in cui si gioca; ovviamente tocca soprattutto al Monociglio il compito di rendere questi Pelicans una mina vagante ad Ovest, magari puntando alla prima off-season della propria carriera. L’ex-Kentucky ce la sta mettendo tutta, non ultima la sua prestazione della scorsa notte, in cui ha vinto la battaglia personale con l’altro centro emergente della NBA, quel Cousins che è ormai diventato leader dei Kings, battuti da New Orleans con Davis top-scorer assoluto, 28 punti, anche se battuto da DMC nella lotta a rimbalzo (17-9 per l’avversario); è risaputo però che Unibrow, in cambio del proprio impegno, pretenda dalla dirigenza del team della Louisiana una perfetta gestione del roster da affiancargli nelle prossime stagioni, cercando di garantirgli la possibilità di giocarsi il titolo il prima possibile.

Concludendo, la stagione appena iniziata può rappresentare quella della definitiva maturazione di uno dei giovani più attesi degli ultimi anni, Anthony Davis pare pronto a dire la sua nella Lega, gli obiettivi prefissati non sono facili da raggiungere per una così grande promessa, ma il mezzo per farcela è solo uno, sempre lo stesso: lavoro, tanto lavoro.

(fonte foto: probasketballtalk.nbcsports.com)