Non c’è altro aggettivo che “amaro” per definire quello che
è stato il rientro dalla Sicilia per i Knights: i biancorossi infatti, un giorno dopo il terzo stop consecutivo in campionato, si sono trovati con una sconfitta in più in classifica (sempre ferma ai due punti conquistati all’esordio contro Treviglio) e soprattutto un allenatore in meno.
L’81-66 rimediato in casa della Fortitudo Agrigento, match in cui una Legnano sempre più stanca è riuscita a reggere l’urto biancoblu solo per i primi due periodi, si è rivelato fatale per coach Giancarlo Sacco, sollevato dal suo incarico di capo allenatore dopo sole quattro gare stagionali e dopo che, in particolar modo, i giocatori avevano dato segno nelle ultime uscite di seguire in maniera sempre più ondivaga le sue indicazioni.
Si è arrivati così a una decisione definita “non facile ma inevitabile” dal presidente Tajana il quale ha provveduto immediatamente ad affidare la guida della squadra ad Alberto Mazzetti (promosso head coach dopo tanti anni da assistente al seguito di Crotti e Ferrari) facendo una scelta che, sempre da quanto dichiarato dal proprietario biancorosso, pare varrà per tutta la stagione corrente.
All’allenatore di Gallarate (e al trio di assistenti Saini-Giglietti-Corrado che lo supporterà) toccherà risollevare le sorti dell’Axpo e provare a trascinarla alla salvezza passo dopo passo. In quest’ottica il primo ostacolo in ordine cronologico sarà rappresentato da Capo d’Orlando, formazione contro cui i “Cavalieri” giocheranno il loro terzo match in 9 giorni, il secondo consecutivo contro una compagine siciliana.
Retrocessa dall’A1 l’anno scorso, l’Orlandina è stata costruita per provare subito a riconquistare la massima serie, un obiettivo ambizioso che ben ha giustificato l’ingaggio estivo di un coach dal sicuro affidamento come Marco Sodini, impegnato (con più che discreti risultati) la scorsa stagione in quel di Cantù. Dalle sue idee e dalle mani del GM Peppe Sindoni è nata così una squadra che ha nei suoi due americani, Brandon Triche e Jordan Parks, le proprie punte di diamante.
I due insieme costituiscono uno dei backcourt più performanti dell’intero campionato e, al momento, occupano le posizioni numero 1 e 2 come migliori realizzatori del girone, entrambi con più di 24 punti di media a partita. Segnare però non è l’unica cosa in cui i due USA si adoperano con successo: Triche sfrutta le attenzioni che le difese pongono su di lui per aprire immancabilmente spazi per i compagni (produce 6,3 assist di media, come nessun altro a ovest), mentre Parks puntualmente fa sentire la propria presenza fisica a rimbalzo (sesto per rimbalzi difensivi catturati) e la propria abilità nelle conclusioni dalla distanza convertite con un buon 39% medio.
Dietro loro due, catalizzatori di gioco e riflettori, si muovono una nutrita schiera di italiani, alcuni più esperti, altri invece destinati a stupire. Tra i primi rientrano certamente Bruttini e Mei: il primo è un lungo classe 1987 che in carriera, tra A1 e A2, ha girovagato per tutto lo stivale; il secondo invece è una guardia del 1985 con una lunga militanza nelle serie minori e due sole comparse nel massimo campionato a Varese e Cremona.
La loro leadership e i loro consigli sono fondamentali in casa sicula per plasmare e far rendere al meglio di diversi giovani che li circondano, primo fra tutti Jacopo Lucarelli. Ala di 22 anni, l’ex Firenze è alla prima stagione in A-2 dove da subito ha dimostrato di poter competere e ritagliarsi un discreto spazio come testimoniano i quasi 12 punti di media (quarto giocatore della squadra a viaggiare in doppia cifra) e gli oltre 33 minuti medi a partita concessigli da coach Sodini.
Al suo fianco, con meno minuti ma molti più occhi puntati addosso, agiscono Joseph Mobio (assente contro i Knights per una lesione del collaterale mediale del ginocchio destro), Andrea Donda (centro nato nel 1999 che Capo ha già fatto debuttare in Serie A e Champions League) e soprattutto Matteo Laganà, figlio d’arte ed esponente della fresca e promettente Generazione Millenials della nostra pallacanestro.
Viste le caratteristiche dei singoli uomini e del roster biancoazzurro nel suo complesso, l’Axpo dovrà contenere quanto più possibile le sfuriate dei due americani e provare a limitare transizione e contropiede avversario, nonché tentare di colpire laddove l’Orlandina sembra avere più di qualche tentennamento, ossia dentro l’area.
Se infatti i siculi difendono molto bene sul perimetro (concedono solo il 28% da tre, quarto miglior dato del campionato) nei pressi del ferro pagano maggiormente dazio, sia a livello di rimbalzi (concede più rimbalzi offensivi di tutti) che di percentuali (quarta peggiore per canestri da due punti concessi). Fondamentale dunque per i Knights, per ritrovare i due punti e far partire con un successo la gestione Mazzetti, sarà riuscire ad approfittare delle carenze nel pitturato degli avversari e proporre con continuità soluzioni interne, limitando contemporaneamente le palle perse (ormai costante tallone d’Achille dei biancorossi) e magari allungando le rotazioni (sempre out Benetti) per far fronte alla fatica che dopo una settimana così intensa certamente si farà sentire ancor di più.