Sangue freddo, pensiero veloce, capacità di fronteggiare l’avversario, strategia e un pizzico di fortuna. Queste qualità sono utili in molte occasioni nella vita, ma in particolare accomunano due tue tipi di sportivo molto diversi. Il primo, di solito un marcantonio, in pantaloncini al ginocchio e canottiera larga, dà il meglio di sé facendo rimbalzare una palla arancione e saltando poi verso il cielo per imbucarla nel canestro. Il secondo, in jeans e camicia, siede attorno ad un tavolo verde pieno di chips, con aria apparentemente tranquilla mentre in realtà la sua mente lavora a tutta velocità creando strategie e studiando gli avversari. 

Basket e poker. Cosa c’entrano, chiederete? In realtà i punti in comune sono molti, tanto che più di una stella del basket si è rivelata nella vita privata anche un pokerista convinto. Per chi, pur essendo cestista di professione, non ne ha abbastanza della competizione in campo, del brivido del rischio, dell’esaltazione della vittoria o, al contrario, della sensazione bruciante della sconfitta, il poker è un ottimo modo per passare il tempo con gli amici, e può diventare una vera e propria passione.

Se tutti conosciamo l’amore per il poker di celebri calciatori come Neymar e Ronaldo, forse ancora ignoravate che anche nel mondo del basket si nascondono molti amanti dell’azzardo. Un esempio è il grande giocatore di poker Doyle Brunson, detto Dolly Brunson, che ha iniziato la sua carriera proprio giocando a basket.

Ancora giovanissimo, viene infatti inserito nella rosa delle migliori cinque promesse cestistiche dello stato del Texas. In seguito Brunson cade nel mirino dei Minneapolis Lakers (oggi Los Angeles Lakers) che mostrano un vivo interesse per il giocatore. Ai tempi, il poker era già una sua passione, ma purtroppo non ha potuto coltivarle contemporaneamente. Infatti un serio incidente sul lavoro gli provoca un frattura multipla del ginocchio, interrompendo  il suo percorso nel mondo del basket. A questo punto il giovane campione decide di buttarsi nel mondo del poker, scelta che si rivelerà per lui vincente, portandolo a diventare una vera leggenda di questo gioco. Nella sua fiorente carriera si inserisce per ben due volte la vittoria delle WSOP: nel 1976 e 1977, a cui si aggiungono qualcosa come 10 braccialetti delle WSOP. Grazie alle sue imprese viene inserito nel 1988 nella Poker Hall of Fame.

Se Brunson è in definitiva più un pokerista che un cestista, si verifica il contrario nel caso di Shawn Dwayne Marion, soprannominato “the Matrix” per la sua straordinaria capacità di rimanere in aria durante il salto. Marion è un cestista professionista della NBA e gioca con Cleveland Cavaliers, dalla rispettosa mole di 201 cm di altezza per 103 kg di peso. La sua carriera inizia già al college dove nel 1998 viene nominato National Junior College Player e prosegue poi brillantemente nei Phoenix Suns.

Una delle sue qualità principali è il tiro sulle lunghe distanze, anche se con una tecnica particolare che sembra puntare più sulla sua grande forza fisica che sul gioco di polso. Dopo una periodo passato insieme al collega Marcus Banks ai Toronto Raptors, si sistema nei Dallas Mavericks nel 2009, con il quali vince il campionato NBA nel 2011, per poi approdare infine nei Cleveland Cavaliers nel 2014.

La sua passione per il poker lo accompagna durante la sua carriera. In particolare ricordiamo il torneo di Texas Hold’em (ecco qui le regole) organizzato dalla sua fondazione a Las Vegas e la sua partecipazione all’evento del 42esimo “Annual World Series of Poker $1,500 No-Limit Hold’em”. In questo secondo caso Marion esce quasi subito, ma si diverte molto mostrando a tutti la sua passione per il gioco d’azzardo più amato de mondo.

Un’altra stella del basket che ama passare il suo tempo libero al tavolo da gioco è sicuramente Paul Pierce. Il giocatore, dieci volte star dell’NBA e ala piccola dei Washington Wizard, ha fatto parlar di sé, oltre che per i suoi record da capogiro sul campo da basket, per la sua recente partecipazione al WSOP di Las Vegas nel 2014, dove se l’è cavata niente male contro i pokeristi di professione, riuscendo ad arrivare alla terza giornata con 48.600 chips. Non moltissime insomma, ma sufficienti a tenerlo in gara. Durante la terza giornata ha anche concesso un’intervista, una chiacchierata rilassata allo stand del GPI, dove ha dichiarato di non sapere cosa aspettarsi dal suo futuro (“non so nemmeno dove sto andando io”). Il giocatore ha anche raccontato dei suoi avversari sia sul campo da basket sia sul tavolo da gioco, affermando che il più forte giocatore di poker contro cui ha giocato in NBA è Jason Collins.

Quest’ultimo si aggiunge quindi alla nostra lista. Il cestista statunitense, 213 cm di altezza per 116 kg di peso, ha giocato per sette stagioni con i Brooklyn Nets (ex New Jersey Nets), per poi passare in varie squadre, approdando infine nel 2013 nei Washington Wizard. Durante la sua carriera ha giocato molto anche a poker in modo amatoriale, lanciandosi in ben due tornei professionali, come ad esempio diverse edizioni del “no Limit Hold’em”.