Conosciamo un po’ più da vicino il vincitore della prima SILVER LEAGUE di serie A2, Fabrizio Rocchi, fanta allenatore marchigiano di 36 anni.
Allora Fabrizio, innanzitutto raccontaci della tua passione per la pallacanestro.
«E’ uno sport magnifico che ho anche praticato quando ero bambino, ma non avevo i numeri giusti (non sono altissimo) e quindi ho preferito continuare a seguirlo solo come spettatore».
Hai una squadra del cuore?
«Si. Tifo per la Vuelle Pesaro. Mi sono avvicinato alla pallacanestro quando la squadra era fortissima, impossibile non innamorarsi di Darren Daye e Darwin Cook, e poi Magnifico, Costa, Zampolini e tanti altri campioni, senza dimenticare il coach, Valerio Bianchini. In questi anni le cose non vanno benissimo ma abbiamo conquistato la salvezza, speriamo bene per il futuro».
Come hai scoperto SOTTO CANESTRO?
«Per caso, la scorsa estate, grazie ad un mio amico, appassionato di basket come me. Navigando su Facebook, ha notato il video di presentazione e me lo ha fatto vedere; mi è piaciuto moltissimo e così ho deciso di iscrivermi sia al campionato di serie A che a quello di A2, ma non credevo affatto di vincere».
Il gioco ha soddisfatto le tue aspettative?
«Mi è piaciuto il fatto che, rispetto agli altri giochi del genere, non sia basato sui punti realizzati dai giocatori ma sulla prestazione, nel suo insieme. Allestire il roster non è stato semplice, giocare col budget a disposizione è stato impegnativo. Dover scegliere i minuti da attribuire ad ogni giocatore, poi, mi ha “costretto” a studiare un po’ di più le statistiche reali, cercando di ottenere sempre il meglio dai 12 a disposizione».
Quali sono stati i giocatori più utili nella conquista della SILVER LEAGUE?
«Ho sfruttato tutti i cambi consentiti inizialmente dal regolamento più quelli aggiuntivi che avete regalato ad inizio del 2016, utilizzando complessivamente ben 26 giocatori. Devo dire che non conoscevo benissimo il campionato di serie A2 ma, volendo fare le cose per bene, ho iniziato a seguirlo con maggior attenzione rispetto al passato. Finché ha giocato in Italia, il pivot Chikoko (Verona) è stato uno dei miei pilastri; in generale ho puntato tanto sui lunghi, anche Borra e Bryan (Roseto) oppure Gigli (Ferentino) sono stati molto utili alla causa. Tra gli esterni direi che i più incisivi, per punti realizzati rispetto ai minuti che gli ho concesso, sono stati Dobbins (Reggio Calabria) e Imbrò (Ferentino)».
Pensi di giocare anche il prossimo anno? Quale novità ti piacerebbe trovare nel gioco?
«Perché no. E magari proverò a vincere anche la SILVER LEAGUE di serie A. Mi piacerebbe poter giocare con i miei amici, sarebbe interessante creare anche un campionato privato in cui poterli sfidare».