Finalmente… dopo un mese di stop Pietro Aradori è pronto a tornare in campo per aiutare Reggio Emilia a scalare posizioni in graduatoria. Sulle colonne della Gazzetta Aradori tira fuori tutta la grinta per ripartire in vista del rush finale della stagione. «Abbiamo avuto un paio di mesi di difficoltà con tanti infortuni e giocatori non al massimo, ma il ritorno di Kaukenas e i nuovi innesti di Reynolds e Williams possono darci molto. La società in questo modo ci ha anche lanciato un messaggio importante, è come se ci avesse confermato che gli obiettivi sono gli stessi: fare una grande Final Eight ed arrivare in finale scudetto. L’ultima vittoria con Brindisi è già un bel segnale». Sul rapporto con Kaukenas dal quale ha ereditato la fascia di capitano, Aradori sottolinea che «siamo stati compagni di squadra anche a Siena e abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, entrambi mettiamo grande agonismo sia in allenamento che in partita, ma non ci sono mai stati degli scontri. Rimas è tornato per darci una mano e sono convinto che farà la sua parte, come sempre».
Il capitano biancorosso si sofferma a riflettere sul nuovo assetto della Reggiana che ha deciso di puntare su Reynolds, lungo Usa fisico ed intimidatore: «Ragazzo con tantissima energia e mezzi atletici spaventosi, quando attacca il ferro nel pick and roll può essere devastante. L’esuberanza a volte lo porta un pò fuori giri, ma è giovane ed è quello che ci serviva». Stasera per Aradori una sfida speciale contro la sua ex squadra, la Reyer Venezia. «Una grande partita, una delle più difficili della stagione ma proprio per questo affascinante. Venezia può farti male in tanti modi: con Bramos in uscita dai blocchi, con la fisicità di Ejim, con gli uno contro uno di Peric o con la fantasia di Hay-nes. Sono forti, ma noi siamo convinti di poter fare bene». Infine Aradori getta lo sguardo sul futuro ed in particolare all’Europeo da disputare con la Nazionale. «Abbiamo raccolto meno di quello che valiamo in realtà, ma non è sfortuna: semplicemente non abbiamo mai fatto davvero un passo indietro in campo per aiutarci e venirci incontro. Parlo di tecnica e non di feeling tra di noi, quello è sincero e non si tocca. Ora dobbiamo tradurre le parole in fatti».