Periodo di lockdown, momento di grande mestizia, tristezza e di difficoltà anche solo per guardare al domani, andando oltre la pandemia… eppure proprio in queste circostanze cantanti, musicisti, scrittori, produttori cinematografici hanno dato libero sfogo alla loro creatività. Così succede che nel corso di una telefonata (unica modalità di quel periodo per restare in contatto con il mondo) tra il produttore Attilio de Razza e il regista Gianni Costantino sgorghi fuori l’idea di dare vita a «Scugnizzi per sempre». Passo dopo passo, chiacchierata dopo chiacchierata quell’idea, in verità già covata in passato ma mai approfondita, diventa un progetto da realizzare. «Scugnizzi per sempre» è una docuserie che va oltre la semplice (si fa per dire…) impresa cestistica ma anche lo stesso sport perché racconta una fantastica storia di vita quotidiana da tramandare ai posteri, prendendo spunto proprio dalle vicende di basket di quella piccola realtà del sud. La passione è naturalmente alla base di un progetto del genere e, indagando qua e là, è possibile scoprire che tra gli anni 80’ e ’90 Attilio de Razza accorreva al Palamaggiò dalla Puglia per seguire le gesta di Oscar e compagni mentre Gianni Costantino, casertano di via Acquaviva, respirava quotidianamente l’inebriante aria della Juvecaserta. Inoltre entrambi hanno conosciuto e toccato con mano il significato della pallacanestro e della squadra bianconera per tutti i casertani, anzi per tanta gente del sud che trovava nel club del Presidente Maggiò un’icona di riscatto anche sociale del bistrattato meridione nei confronti del ricco e vincente settentrione.
La favola della Juvecaserta, con «Scugnizzi per sempre» prodotta da Tramp Limited in collaborazione con Rai Documentari, non sarà più un ricordo da tramandare di padre in figlio ma diventerà storia con una produzione cinematografica che renderà imperituro il ricordo. Per non discostarci dal gergo puramente cestistico, “coach” de Razza ha individuato, elemento dopo elemento, i giocatori per allestire un team di primissimo ordine con competenze e conoscenze per tradurre cinematograficamente le vicissitudini bianconere. Così sono entrati in squadra come autori Sante Roperto, cresciuto al Palamaggiò seguendo la Juvecaserta prima da semplice tifoso e poi come giornalista, e Vincenzo Cascone, napoletano con il giusto background per narrare questa storia di basket e non solo.
Ad accendere i riflettori su Caserta e la Juvecaserta del passato ci ha poi pensato Oscar, tornato all’ombra della Reggia a distanza di oltre 6 anni dall’ultima volta. Ad invitarlo, per raccoglierne la testimonianza di quegli anni, è stata la casa produttrice Tramp Limited che realizzerà questa docuserie in 6 puntate che sarà trasmessa sui canali Rai questa estate, non un momento qualsiasi ma quello della disputa dei mondiali di basket in Giappone, Filippine e Indonesia. L’arrivo in città di Oscar ha scatenato un entusiasmo che a Caserta non si vedeva ormai da anni. Per oltre una decina di giorni la Tramp Limited con i tutti i suoi uomini si è data anima e corpo per realizzare le riprese di «Scugnizzi per sempre», coinvolgendo tanti campioni del passato, da Nando Gentile a Sergio Donadoni, proseguendo con Enzino Esposito, Giorgione Glushkov, Sandro Dell’Agnello, Tony Tufano e Max Rizzo, fino a coach Marcelletti, il presidente Gianfranco Maggiò e addirittura Tato Lopez. L’uruguagio è stato invitato in città dalla Juvecaserta 2021 che, sotto la guida del presidente Farinaro, sta provando a riportare in auge i colori bianconeri. Non poteva poi mancare Boscia Tanjevic, il papà degli scugnizzi nonché l’uomo che volle Oscar in bianconero, dopo aver perso una finale del mondiale per club proprio contro quel brasiliano che segnava e piangeva, piangeva e segnava.