Era un verso di una delle canzoni più conosciute di un gruppo storico, i King Crimson, dei primi anni ’70 che si adatta perfettamente alla situazione del basket italiano attuale. Chi dovrebbe gestire e comanda, Lega e Fip, passa il tempo a litigare su chi comanda e gestisce cosa e chi. Le squadre vorrebbero la visibilità (e i soldi, of course) dati dall’Eurolega, mentre la Fip è a rimorchio della Fiba dove Baumann minaccia tutto e tutti se non si rientra sotto l’egida delle coppe old style. Le motivazioni di questo allineamento Fip/Fiba/Coni rientrano nella prospettiva Olimpiadi 2024 Italiane, paventando voti contrari in sede di assegnazione.
Ora come ora la situazione squadre vede Milano in Eurolega e le tre fedifraghe Sassari, Trento e Reggio Emilia in Eurocup, mentre gli altri club allineati Fiba sono Avellino, Bologna, Cremona, Pesaro, Pistoia, Varese e Venezia (i non Eurolegati…). Decisioni prese da autorità dimissionarie quindi poco “autoritarie” e club che giocano, invece che sul campo, a farsi sgambetti per acquisire vantaggi.
Il mio basket, quello che cerco di far vedere in tv prevede una dozzina di giocatori per squadra tra campo e panchina, tanto pubblico entusiasta, tre arbitri, due allenatori, agonismo e atletismo sul campo e non carte bollate, giochini politici e di potere. Trovo triste e poco attraente questo modo di mostrare la pallacanestro: in questo modo non si fa una buona promozione di questo sport, lo si affossa e mentre i media stanno facendo l’impossibile (palinsesti permettendo) per dare visibilità massima, i vari capi remano contro… Prossimamente il basket diverrà “L’Isola dei famosi”. Soprattutto Isola.