Leggo in questo momento online la nota del presidente Marino relativa al rinnovo di contratto a fine campionato dei diritti televisivi. Ci tengo a precisare che parlo (scrivo…) a titolo personalissimo, così come le mie considerazioni siano frutto delle mie opinioni e non di politiche aziendali. Anche perché, pure nell’azienda dove lavoro, ci sono diverse campane: chi considera lo sport come quadro complessivo e completo per interessare tutti i possibili utenti con tutti gli sport basket compreso, e altri che insistono nel privilegiare sport “di massa”, tralasciando quelli con bacini d’ascolto più limitati. Proseguo: nella suddetta nota leggo testualmente I diritti tv sono stati fino ad oggi dei club, il 3 febbraio cercheremo di capire qual è realmente il problema. Nel frattempo, ringraziamo Petrucci dell’attenzione e lo inviteremo ufficialmente in occasione della nostra prossima assemblea di metà febbraio. Così, invece di scomodarsi a fare 16 telefonate troverà tutti i presidenti pronti ad ascoltarlo. Sul rinnovo, il contratto con la Rai scade il 30 giugno e siamo contenti di tutto e degli indici di ascolto, così come dell’accordo con gazzetta.it. Appena sarà possibile, incontreremo Rai, Sky e tutti coloro interessati al prodotto. Non conterà offrire soldi in più per vincere, è bene chiarirlo. Ma tutto si discuterà in assemblea…”.

Quindi, partendo dalla fine, non sarà un’asta. A casa mia le aste vengono vinte dalla licitazione più alta (e documentata): se io offro di più ma ci sono dei paletti di “simpatia”, o comunque del tipo, “…accetto offerte ma non da te perché non mi vai bene…”, c’è qualcosa che non funziona nel metodo. Mi sembra che il sistema proposto assomigli molto a quello politico in essere in queste ultime legislature . Se mi voti va bene, se non mi voti governo lo stesso… E non è una buona cosa!

Se io vado a vedermi una partita, uno spettacolo, un film, un concerto, un evento qualsiasi: pago. La Rai è l’unica che sia che la guardi o non la guardi, sia che abbia un palinsesto decente o che abbia la sagra delle banalità più ritrite, la devi pagare lo stesso. Gli utenti di Sky o di Premium, se trasmettono cose poco interessanti o mal fatte, non comprano. Ma questa è una storia vecchia, io spero solo che in queste discussioni sui diritti tv, ci siano delle valutazioni oneste. Che non si spacci per un buon prodotto quello proposto in queste stagioni riguardo al campionato: andate a vedere, se non volete paragoni casalinghi, come vengono prodotte le partite in quasi tutte le nazioni europee, senza scomodare gli americani. Andate a leggere le newsletter, i tweet, i commenti su FB. La percezione della base è sicuramente più attendibile di sistemi come Auditel, dove valutano i macro ascolti ma non il gradimento. Per dirla in milanese, gli ascolti rispondono al “ … piùtost che gnent, l’è mej piùtost… “