Nuovo 1vs1, con la sfida dialettica a suon di domande e risposte tra Salvatore Cavallo, direttore di Baskettiamo.com, e coach Francesco «Ciccio» Ponticiello. Non si tratterà della classica intervista ma di una chiacchierata social in cui domande e risposte si intrecciano, si incrociano permettendo di spaziare nell’universo della palla a spicchi.
SalCa(1): Ti ho concesso due settimane ed altrettante partite di tempo ma ora non hai scampo… Metta World Peace in Italia è solo una buona trovata pubblicitaria per lo Stivale cestistico oppure…
Coach FP(2): Beh, che dietro ci sia anche un articolato lavoro di marketing è indubbio. Mi viene però spontanea una domanda: “e allora… basta questo per fare gli snob???”. La verità è che siamo tutti disabituati ad eventi di basket, un tempo quasi di routine – Bob McAdoo, Joe Berry Carroll, Micheal Cooper, Dominique Wilkins. Sono solo alcune delle stelle NBA approdati da noi, e forse ora la disabitudine ci ha reso sospettosi… ma niente nostalgie passatiste, però: un tempo i nostri migliori giocatori la NBA se la vedevano in tv, ora ci giocano.
A proposito, ma secondo te, Alessandro Gentile, quando parte per gli States, già questa estate…?
SalCa(1): Credo che nella testa di Alessandro ci sia un grande desiderio di provare l’esperienza americana e se dovesse seguire l’istinto penso che andrebbe già quest’estate dall’altra parte dell’Oceano. Al tempo stesso, tuttavia, il ragazzo è conscio delle difficoltà che hanno incontrato gli altri italiani approdati tra i professionisti e questo è un fattore che dovrà tenere ben presente. Gentile deve avere l’umiltà per rimettersi in gioco, sapendo di dover mordere il freno all’inizio, di ripartire da zero o quasi e di doversi conquistare ogni singolo minuto sul parquet. Alessandro nella decisione saprà farsi consigliare dalla famiglia, in testa papà Nando, e dal suo procuratore Sbezzi. Poi nella decisione potrebbe anche incidere quel rapporto tutt’altro che idilliaco con coach Banchi.
Restando all’ombra della Madonnina, vorrei invitarti ad una riflessione: Milano fa il lupo in Italia e l’agnellino in Europa ma, oltre al fallimento meneghino (tale anche per il budget a disposizione), quanto è lontana la pallacanestro di casa nostra da quella continentale?
Coach FP(2): E no, così non vale – questa non è una domanda ma due in uno: su Milano e sulla salute del nostro basket… Sull’Armani Jeans sarei cauto, nel senso che la concorrenza in Europa non è solo qualitativamente alta, lo è anche da un punto di vista quantitativo. Tante squadre forti e conseguente la difficoltà a reggere il passo con tutte. In questo senso credo che non possa essere considerata fallimentare la sua stagione, piuttosto di crescita verso una maggiore continuità e competitività. La distanza dell’intero basket italiano di club dai vertici europei è invece ampia. Frutto di un gap economico importante, che negli ultimi 10 anni, esclusi i casi isolati di Milano, e fino allo scorso anno Siena, si è sicuramente ampliato – no pain… anzi, no money, no gain!!!
Detto questo, spara le 4 finaliste di Eurolega ed un ipotetico MVP – giuro che mi impegno a rinunciare, già da ora, ad ogni commento e/o sfottò su eventuali topiche o flop…
SalCa(1): Ti sei vendicato della mia doppia domanda? Mi avvalgo della facoltà di non rispondere… scherzi a parte, in rigoroso ordine alfabetico sparo Barcellona, Cska Mosca, Maccabi e Real Madrid. Poi mi gioco il jolly con il Panathinaikos che potrebbe fare il grande colpo con i russi. Per il premio di MVP punterei su una rosa di tre principali candidati in cui includo Milos Teodosic e Nando De Colo del Cska insieme ad Ante Tomic del Barcellona. Quindi non escluderei Devin Smith del Maccabi e Rudy Fernandez del Real Madrid. Dovessero poi arrivare alle F4, avrebbero da sparare le loro cartucce Nemanja Bjelica (Fenerbache), Esteban Batista (Panathinaikos) ma queste sono ipotesi più remote. Una menzione d’onore, infine, va fatta per Boban Marjanovic (Stella Rossa), nato una settimana prima di Gallinari, penalizzato dall’essere già out dalla competizione! …ricorda l’impegno!
Fortitudo in B e Treviso in A2 Silver arrivano a quasi 10mila spettatori in due: dalla passione di queste due realtà si può trovare lo slancio per rilanciare la palla a spicchi italiana?
Coach FP(2): Non c’è dubbio, detesto i Savonarola di turno, quelli che la debbono per forza buttare sui “bei tempo andati”(???), o sulla negatività ad ogni costo… e considerando che quando ci sono partite importanti a Napoli, Torino, Trapani, Roseto, Reggio Calabria, Siena, Udine, nomino le prime che mi vengono in mente, qualcuno mi è sicuramente sfuggita, a prescindere dalla serie, tremila presenze sono quasi di routine, i motivi di speranza non mancano. Però il basket italiano è sempre stato caratterizzato da new entry, e così pure da squadre che sono espressione anche di città medie, piccole o addirittura molto piccole. Scontato l’esempio di Montegranaro, Cantù, Capo D’Orlando.
Ed allora ti domando… “who’ the next?” – se ed eventualmente chi, vedi in ascesa, limitatamente ai centri non metropolitani, verso l’A1?
SalCa(1): Partirei innanzitutto da Trento, già nella massima serie, che penso abbia un progetto serio ed intrigante. A breve, tra l’altro, su Baskettiamo.com, pubblicheremo la tesi di laurea di Alessandro Bonazza sull’unicità nella gestione del management trentino nel panorama italiano. Quindi, senza scomodare certezze come Treviso e Bologna (sponda Fortitudo) mi aspetto di rivedere in auge una piazza come Ferrara (attualmente in A2 Silver). Ma la realtà in forte espansione e, secondo me, pronta al grande salto sulla quale scommetterei è Brescia.