E’ un Dalmonte orgoglioso e furioso quello che si presenta ai microfoni dopo la vittoria in garatre, quella che ha sancito l’ingresso dei capitolini in semifinale. Prima di analizzare quel che aveva detto il parquet però, il coach imolese ha preferito togliersi qualche sassolino dalla scarpa ed ha tuonato: “Nella vita bisogna avere un po’ di stile che non è quello di sciaquarsi la bocca dopo tre gare citando cifre di budget a caso, non accetto che si entri in casa mia per fare i conti in tasca. Ho rispetto di tutti e dei loro modi di fare, io sono un introverso, non mi batto il cuore e non faccio le sceneggiate sul parquet ma divento una belva nel momento in cui toccano il mio lavoro e i miei giocatori”.
Detto questo, il condottiero giallorosso è passato all’analisi di questo appassionante quarto di finale che ha visto la Virtus prevalere ancora una volta sulla squadra canturina: “Sono state tre battaglie e stasera abbiamo visto due gare in una; straordinari i ragazzi che hanno dato tutto ancora una volta, lottando e credendo sempre nella vittoria, rimanendo coesi come una vera squadra dall’inizio alla fine. Sottolineo la nostra forza mentale nel tempo supplementare quando abbiamo reagito alla tripla di Aradori che avrebbe potuto ucciderci ma così non è stato”.
Dalmonte poi si adegua al clima elettorale e rilancia il proprio slogan, la filosofia che la sua Virtus deve avere per continuare questa splendida cavalcata: “Siamo alla vigilia delle elezioni ma il mio slogan non cambia, dobbiamo restare brutti, sporchi e cattivi, la nostra caratteristica fondamentale per conquistare un rimbalzo in più, una palla vagante, un canestro allo scadere; se viene meno uno solo di questi aspetti non siamo competitivi. In questa serie lo siamo sempre stati e l’aver vinto due volte a Cantù, dove nessuno era mai passato in regular season, è l’elemento che da qualità alla nostra vittoria”.
In chiusura, alla domanda su chi preferisca incontrare in semifinale, il coach glissa con un semplice “Troveremo chi lo avrà meritato” e compie poi un virtuale passo indietro per lasciare la scena e i complimenti al suo staff tecnico e ai giocatori che partono dalla panchina, tutti determinanti per il raggiungimento del risultato.