Prima vittoria dinanzi al pubblico amico per la Juvecaserta. Ritorna quell’unità auspicata. Fattori determinanti per la buona riuscita di una stagione che, causa il protrarsi degli infortuni, stava per influenzare negativamente il rapporto, la simbiosi squadra – pubblico. Ma è bastato poco per far scoccare una scintilla mai sopita. La squadra ha trascinato il pubblico. Il pubblico ha trascinato la squadra risultando, ma questa volta tangibilmente, il sesto uomo in campo che, nel momento di difficoltà, ha influenzato l’operato arbitrale che ha fatto pendere la bilancia a favore della squadra casertana.
Il gruppo: altro elemento fondamentale che ha dimostrato, e lo aveva già fatto intravedere in tutte le uscite ufficiali, che con l’unità, l’impegno, l’abnegazione e qualche elemento trainante, anche le imprese più improbe possono essere realizzate.
Il gruppo, oltre che con il sudore (tanto), con il cuore ha espugnato il parquet della Virtus Bologna e con volontà, caparbietà e l’appoggio del pubblico, ha sconfitto, per la prima volta, Capo d’Orlando. Due vittorie di seguito.
L’aspetto tecnico è noto: l’arma vincente di questa Juve è la difesa. Il coach Dell’Agnello, nel dopo partita, è stato esplicito: ancora pochi gli accorgimenti nel settore arretrato: i meccanismi sono quasi al potenziale massimo. Mentre i margini di miglioramento dovranno concretizzarsi nella fase di attacco e realizzativa. Un saggio ed una dimostrazione si è già avuta contro i siciliani con l’innesto di Peyton Siva e Bobby Jones. Non al top, ovviamente, ma sicuramente decisivi anche sotto l’aspetto psicologico. Tutti hanno dato quel qualcosa in più. Il gruppo ha dimostrato, nessuno escluso, di voler raggiungere risultati importanti con la canotta bianconera. Chi perché alla prima esperienza in A/1, dopo anni di gavetta in A/2, chi per onorare il primo contratto da professionista, chi per confermarsi e dimostrare di essere un vero trascinatore. In questo contesto già la prima bocciatura, anche se annunciata: El Amin a casa a vantaggio di Gaddefors che si è fatto preferire per una maggiore integrazione all’interno del “gruppo”.
Il gruppo, appunto. I nuovi giocatori (lo sono tutti a parte Ghiacci che è ritornato dopo svariati anni) si sono dimostrati coesi nello spogliatoio, in campo e nel contesto cittadino.
Domenica sera, dopo la vittoria casalinga, sia Amoroso che Gaddefors hanno festeggiato tra le vie del centro, con i giovani casertani. Per la strada dei “baretti”, come viene definita, in via Ferrante, in pieno centro cittadino, i giocatori non hanno rinunciato ad un bagno di folla ed hanno cementato il rapporto con i loro supporters più giovani, vero elemento trainante del tifo, non lesinando selfie, foto e scambio di numeri telefonici.
Ora Pistoia. La squadra degli ex. Difficile ma non impossibile. Inutile iniziare a farsi illusioni. Ma ora Caserta comincia a crederci.
La Caserta dei canestri gioisce in concomitanza con uno dei giorni più tristi, non solo per la società sportiva ma anche per la comunità cittadina. Sette anni fa perdevano la vita Paolino, Emanuela, Gianluca e Gigi in un tragico incidente stradale che rimarrà sempre vivo nei ricordi di chi lo ha vissuto, anche da lontano, scuotendo gli animi.
La società lo ha ricordato domenica in occasione del match con i siciliani, come ogni anno da quell’infausto 9 novembre del 2008.
Il ricordo è sempre vivido e la mente, il cuore non può dimenticare. Il legame tra la squadra di basket e la città, da allora, è divenuto indissolubile. Gli altri non potranno mai comprendere.