La Virtus Roma cancella una settimana nera, fatta di sconfitte e polemiche, battendo 83-81 al Palazzetto l’Oldenburg ed ipotecando il passaggio del turno in Eurocup. Il finale punto a punto, fatale a Praga ed a Pesaro, premia questa volta la squadra di Dalmonte, capace di buttare sul parquet nei momenti decisivi quel cuore e quel coraggio che appaiono ingredienti fondamentali per poter competere contro squadre equilibrate, profonde e magari più forti come quella tedesca. Dopo aver intravisto l’inferno della quarta sconfitta consecutiva, la truppa di Dalmonte è stata in grado di uscire dalle fiamme letteralmente presa per mano da uno Stipcevic stratosferico(23 punti e 5 assist alla fine con 3/4 da 2 e 5/7 nelle triple), in una serata dove nè Gibson(7 punti con 3/13 al tiro)nè Jones(7 con 3/9)hanno dato il solito apporto alla causa, con Ejim ancora una volta a confermare il suo status di oggetto misterioso come ben dimostrato dal suo eloquente -18 di plus/minus.
Eccellente anche la partita di un Daniele Sandri finora mai visto a Roma. Partita da giocatore con la g maiuscola, tosto in difesa e preciso e coraggioso in attacco (7 punti con 2/4 dal campo), se il suo sarà un crescendo di forma beh Roma potrà davvero beneficiare di una aggiunta importante al suo roster.
Oldenburg squadra vera, imbottita di giocatori con grande esperienza ad alti livelli, e non a caso seconda in campionato tedesco. Caspar Ware, ex Casale e Bologna all’esordio fa da subito la voce grossa con sette punti nel primo quarto (su 14 finali) che mantengono la gara in equilibrio. A cavallo tra la fine dei primi dieci minuti e l’inizio del secondo quarto, la Virtus con Sandri, Stipcevic e De Zeeuw in campo piazza il parziale di 12-0 che dà la prima scossa alla gara sul 32-23. La reazione tedesca tuttavia non si fa attendere, ed arriva con i canestri di Maurice Stuckey (13), ed i piazzati ben scelti da un cecchino di razza come Alexandrov (14), uomo da oltre il 60% dall’arco in Bbl.
Si va all’intervallo lungo con il minimo vantaggio Roma sul 43-42 ma un 4/20 dall’arco capitolino, che la dice lunga sulle soluzioni in attacco prese in maniera affrettata dagli uomini di Dalmonte, a volte presi dalla frenesia di andare subito al tiro, con poca pazienza e voglia di far girare la palla.
Il peggio arriva comunque nel 3/4, quando una Virtus addormentata segna solo due punti con Gibson nei primi cinque minuti e l’Oldenburg piazza un 2-15 mortale che porta i tedeschi avanti di 12 sul 54-66 all’ultima pausa. Mentre già in tribuna si sprecano i mugugni e si incomincia ad alimentare il braciere per il rogo di allenatore, giocatori e gm, arriva invece la reazione veemente, orgogliosa e tutta di cuore e polmoni dei ragazzi di Dalmonte. Stipcevic sente l’odore del sangue e sale in cattedra, aiutato anche dal risveglio di Triche e Morgan fino ad allora in catalessi. Si infiamma (e di brutto) il Palatiziano e per i teutonici finisce la festa, con l’ex giocatore di Pesaro a prendersi tutte le responsabilità ed a sollecitare i compagni. Eta Beta firma la parità dai 6, 75 a 3’00 dalla fine, poi ispira un paio di volte il Pirata di Michigan ed infine confeziona, ancora da oltre la linea, e dopo una sua stessa palla persa, il fendente micidiale che a 5 secondi dalla fine sigla quel meritato 83-78 che regala a Roma una vittoria favolosa.
Una Roma che nei secondi venti minuti ha sparato 5-10 da tre, cercando soprattutto nell’ultimo quarto quel gioco in post e quelle penetrazioni tanto ma tanto mancate negli ultimi tempi.