Dopo l’analisi su Milano, ecco quella su Bologna, in realtà iniziata già nel Decalogo 19 con le considerazioni su Shengelia.

1 – TROPPI PERO’ POCHI. Su 15 del roster, 7 guardie pure. Tra cui due giocatori già abituati a giocare insieme nella élite EL e grandi difensori, oltre che organizzatori ordinati: Hackett e Lundberg. Nella mia idea, la bilancia ideale per fare rendere al top l’estro la mira la non-difesa di Milos e Beli. Nel reparto altri due grandi difensori, Pajola e Cordinier, e un talento offensivo, Mannion. La mia previsione è saltata per aria causa mio errore di interpretazione, età (Beli, Rudy, Milos fanno 109 anni), rendimento non pari alle attese o altalenante (Rudy, Iffe, Nico), infortuni (i 7 giocatori hanno perso 69 partite, brutta media). La vera ombra della stagione Virtus è stata la offense. A parte Teodosic, affidabile nei pregi e nei difetti, nessuna altra guardia ha saputo portare pericolosità offensiva costante. Belinelli ha iniziato la sua stagione solo al round 15: fosse scarsa forma o litigio con Scariolo, prima ne aveva giocate solo 6/14, solo per 9 mins/gara, solo 4/23 dal campo. Finire a 9.4 pti di media da simile zavorra (con 20 gare totali, aka poco spazio per alzare la media) indica che il giocatore ha reso, ma solo dopo essersi sbloccato o avere sbloccato alcune situazioni (per es. con il coach). In questo scenario rischia di finire dimenticata la stagione di Pajola: deve completamente rivedere il suo approccio offensivo, ma dietro non ha bisogno di maestri ed è l’unico Italiano a comparire nei primi 10 (ottavo) di una classifica EL. Ha 1.2 rec/gara in 16 mins: tutti quelli davanti a lui hanno avuto più minuti (minimo +5). Data l’età, il prossimo sarà l’ultimo anno vero per i tre del Club109: la ricostruzione del reparto è più o meno avviata (Mannion farà meglio) ma serve un instant-scorer, alla Punter (ops…).

2 – MICKEY e RIMBALZI. Sono anche modi di vedere le cose a determinare le mie analisi, sono basati su un numero mai inferiore a 400 partite viste/anno, quindi nascono dai dati uniti all’esperienza. Un giocatore che non prenderei MAI in una mia ipotetica squadra è Mickey. Nel comparto lunghi è un tweener, né 4 né 5. Segna ma con % risibili: 50% da 2 per un lungo è male; 25% da 3 per un lungo è NON allargare il campo. Stoppa ma in realtà poco (0.7) e non difende, a rimbalzo non eccelle (4.1). Le W della Virtus sono arrivate per il 90% quando Jaiteh ha giocato più di Mickey, le sconfitte vedono statistica opposta: è un fatto. In un torneo in cui il rimbalzista top sta sotto agli 8 di media, avere il proprio top a 4.8 non è in sé un grande svantaggio, ma lo sono i 31.1 totali: terz’ultimi di EL. Inoltre, in EL (per i soldi che vengono dati a Mickey, o anche meno) tutte le formazioni di testa hanno un “animale”, sotto. Lessort, Nebo, Motley: questo è il tipo di giocatore funzionale al torneo e in una squadra perdente (quindi accessibile) gioca Gillespie, top6 tra i rimbalzisti e gioca meno di tutti quelli avanti a lui (6 rebs, 1 stoppata in 19’).

3 – SCARIOLO, SEMI, KYLE, ABASS. Scariolo non è esente da colpe, ma in un certo senso non è colpa sua. A furia di allenare le Furie spagnole, è più un selezionatore (giocatori a iosa e sforzo concentrato in 20gg) che un allenatore di stagione (sforzo di 6 mesi, giocatori limitati). Mai stato un fulmine nelle reazioni in-game, i suoi piani-partita hanno difettato spesso nell’approccio psicologico alle gare. O faceva il miracolo, la V-BO, oppure, contro le grandi di EL, prendeva 30pti nel primo tempo; e i finali maldestri, a inizio torneo (es: Pana, Zalgiris due volte), hanno tolto quelle W la cui mancanza ha portato al “darla su” dal round 29 in poi. Atteggiamento pericoloso in EL perché anche questo nuovo board non perdona: vedremo, chissà. Tornando al campo, alla V sono mancati quelli che il grande Aldo Giordani definiva uomini di collegamento: le sf. Abass non è presentabile: apatico, si accende-spegne a caso, soft, zero difesa – l’esatto opposto di un giocatore EL. Semi è, difensivamente, giocatore da quintetto NBA (ha annullato 1 vs 1 Giannis nei PO 2019), ma offensivamente è cresciuto nel basket di Brad Stevens, o triple o schiacciate, e si vede. Resta Weems, che, a malincuore ammetto, non ha dimostrato di essere livello EL, soprattutto mentalmente: troppo timido, esistono limiti al “pass-first”. Anche senza arrivare a certi fenomeni, la tipologia di riferimento è quella che risponde a Vezenkov, Clyburn, Mirotic: giocatori che non rifiutano i tiri e salgono di livello quando le guardie non rendono, prendono in mano l’attacco quando sono usati nei quintetti defense-first (per es. Pajola Hackett Ojeleye Bako). Serve un elemento equilibratore non monocorde, che sappia reagire alle esigenze della squadra: Weems, non solo per carenze tecniche, non lo è.