Banchi su Pozzecco con la Lettonia e anche con la Virtus, Messina al terzo KO in fila vs la squadra globalmente più debole della EL negli ultimi 4 anni.
1 – RIMBALZI. La grande maggioranza delle formazioni di EL (Milano inclusa) cattura tra 31 e 34 rimbalzi/gara. Tre sono sopra a quella cifra, due (una è l’Alba) sotto; questi dati sono simili da almeno 5 stagioni: fanno la differenza, mediamente, i comportamenti gara per gara sia dei giocatori che di chi li dirige. Nell’ultimo quarto sono stati 6 i reboff dell’Alba. In possessi pressoché consecutivi. Analizzando le azioni, si trova che la superiorità dei giocatori tedeschi nasceva da quella di stazza delle guardie. Mirotic da 4 ha causato problemi a cascata, un vero effetto domino. Non esiste in natura che, in EL, due guardie sottodimensionate come Pangos e Lo giochino insieme senza esporsi a problemi come quelli avuti a Berlino. Le guardie dell’Alba erano in costante rush e passavano sopra ai due milanesi, originando sovrannumero e conseguenti figuracce anche dei lunghi, che però erano appunto contro due o tre rimbalzisti. Inoltre, a meno di appositi accorgimenti, il p’n’roll con cui si attacca è governato da pg bloccate da pf o centri: questo significa che le pf o c difensori devono spesso seguire il loro avversario sul pop allontanandosi dal pitturato. Mirotic è il miglior rimbalzista dell’Olimpia (media 7 prima di Berlino, 8 dopo), ma è stato preso in mezzo a rimbalzo nonostante i 12 catturati: dimostrato dalle 3 abbastanza inusuali triple di Thiemann (anche se quest’anno ha già quasi segnato quelle dello scorso anno… 8 vs 9, però 3 di 8 vs MI), pf/c dell’Alba e spesso suo match-up. Sono aspetti che stanno sulle spalle di Messina più che dei giocatori, e forse meno facili di altri che pur bisogna notare. Per esempio, primo quarto: con Pangos 3-10, senza 15-2; secondo quarto: con 3-9, senza 16-14.
2 – MELLI. Con uno di voi, cari aficionados, la settimana scorsa ho parlato del momentaccio di Melli. Ritengo sia dovuto a ricondizionamento fisico, oltre che a una decisa overdose di basket: post-nazionale capita a molti. Contro Berlino penso sia stata la peggiore gara di Melli che abbia mai visto, bisogna che si riprenda in fretta perché lo scorso anno, a metà gennaio, il KO contro l’Alba fu quello che, al di là di matematica e nuovi arrivi (Napier ancora non c’era) mi fece dire che l’Olimpia salutava la EL 22/23. Sempre un pessimo, pessimo, segnale quando si perde vs i gialloblu. Nelle 3 edizioni dal 20/21 hanno bilancio di 35-61, mai più di 12 W.
3 – OBRA / AVRA. Sapete chi intendo, leggetelo “odiamore”. Perché Coach O è uno che ambisce alla tranquillità, alla fine: per quello si incazza tanto. Lui ha la sua (efficace) idea di basket e vorrebbe solo che i giocatori eseguissero alla perfezione. O che, almeno, avessero comportamenti lineari. Quando becca un genio squilibrato e incostante come Avramovic, scatta l’odiamore. Pochi gli avrebbero rigirato e vinto un derby quasi perso, ancora meno avrebbero rischiato di riperderlo con due… Potemkin … in 40 secondi. Nel locker del Partizan, intanto, sta fermentando un esterno che potrebbe diventare molto importante per la combinazione di stazza e atletismo: occhio a PJ Dozier.
4 – CLÀSICO. Dominio degli infortuni e, ovvio, quello di Laprovittola ha pesato più delle assenze di Yabu e Causeur (pur cambiato). Real vittorioso nonostante una siccità che lo ha tenuto a 57 dai 45 dei Catalani fino al pari. Vittorioso anche per un pollice di Jokubaitis che ha tolto una rimessa al Barca solo su instant-gigantografia. Nonostante una persa di Campazzo che poteva diventare fatale, il 9% da 3, il 40% di liberi sbagliati, Tavares a soli 16 mins (di nuovo ben arbitrato), Rudy-Chacho-Llull-Musa capaci solo di 10 pti con 3/13 dal campo. Il Barcellona, estremamente spuntato senza l’esterno argentino, ha fatto (quasi) tutto quello che doveva trovando grande apporto dai lunghi (Willy+Vesely 25+14) e una fiammata di Satoransky fino al pareggio: peccato che contemporaneamente si spegnesse Abrines, troppo preso a difendere per essere costante in attacco. Gara fisica e tattica, infatti Jabari Parker non è esistito.
5 – KEMBA. 10-3-2 in 17 mins: non eccezionale ma positivo nella facile W monegasca sul Maccabi. L’impressione è che se si giocasse sui binari, cioè solo orizzontale, la velocità sarebbe quella dei giorni migliori, la capacità di fare split sui raddoppi eccecc: il verticale è lontanissimo.
6 – WADE BALDWIN. Di nuovo infortunato, forse fino alla fine. Il Maccabi non ha una casa vera e nemmeno più il suo secondo miglior giocatore.
7 – SHOOTOUT. W in sparatoria per la V-BO che ha lasciato all’ASVEL il terreno più facile, ma è riuscita a trovare la seconda in trasferta. Ha messo due triple importanti nel finale e 3/3 nella gara, ma è confermato che Mickey sia giocatore difficile da supportare, in particolare quando sale oltre i 20’ di impiego. Triple a parte: 1/5 da 2, nullo a rimbalzo (2), e come sempre stoppare (4) non significa difendere (Lauvergne + Fall 30 con 14/21 dal campo). Shengelia ha ritmi quasi da MVP, ma un uomo che la Virtus ha in più rispetto lo scorso anno è il nuovo Cordinier: ha assunto una dimensione da vero giocatore di caratura internazionale, ha quasi annullato le distrazioni e, per dirne una, ha una pg-ratio di 3.
8 – PART-TIME. Volendo scherzare, si può dire che Pozzecco era già selezionatore part-time, con tutte le volte che si fa espellere.
9 – BASKONIA e STATS. I Baschi hanno in Sedekerskis il miglior rimbalzista di EL, il sesto (Moneke), il 15’ che è anche il terzo in quelli offensivi (Diop). Dipende anche dal fatto che sono di gran lunga la squadra che tira peggio. Unica sotto al 50% da 2 e raggiunge a stento il 30% da 3. Il Bayern tira da 3 con il 24%, capovolgete le cifre per la migliore triplista: 42%, Virtus; il Partizan tira con il 60% da 2.
10 – LUNGHI. Turno di grande prolificità realizzativa dei lunghi. Lessort+Mitoglu 23+23. Poirier 14, Willy 13, Vesely 12: top scorer nel Clàsico ai 60 per entrambe le squadre. Thiemann 22. Smits+Hayes 11+10 e top scorer pur nel KO dello Zalgiris.