Primo doppio turno e settimana tragica per le due squadre italiane. Milano non finisce, Bologna neppure inizia.

1 – LUNEDI’ DELLE SORPRESE. Vittoria Alba, sarebbe stato sufficiente questo ma si sono aggiunti altri eventi poco pronosticabili. Spagnolo segna una tripla (sale a 9/42 all-time). Un Pana sonnolento in cui solo due giocano sul serio (Lessort e Nunn che infila il career-high di EL con 8 rebs) si fa stendere da Parigi (TJ Shorts e Hifi dominano); il Pana è incapace di assorbire leggiadramente le sconfitte e farà ricorso per un incrocio gestito male tra fallo antisportivo sul campo e fallo tecnico ad Ataman (vedi 5). Il Fener in casa segna meno di 60 e perde con prova pietosa dei lunghi: in 4 mettono insieme 5+7 e 6 perse in 48’ giocati. Il Maccabi brucia l’Efes mettendo in vetrina il debuttante Saben Lee (quello che doveva andare al Fener: 23 in 23’ con 8/10 dal campo + 5 ass) e conferma di saper vedere il potenziale dei giocatori perché Jaylen Hoard, rookie in EL, è tra i primi 15 del torneo in punti-valutazione-rimbalzi-stoppate.

 

2 – REALPOLITIK, SCHIZOFRENIA, AMBIENTE. Qui diventa complicato scrivere. Non solo perché servirebbero 10 punti solo per l’Olimpia; ma perché ogni anno, più o meno nello stesso periodo, ci si trova a ripetere le medesime cose. Quindi proverò a dirne due un po’ differenti, pur cosciente di quello che dice l’equazione: 3 anni / giocatori diversi / stessa situazione / stesso allenatore. La soluzione è la cacciata dell’allenatore. Prima cosa diversa: realpolitik e schizofrenia. L’Armani affronta questa EL con un bel 6/6 di nuovi in quello che una volta chiamavano “asse play-pivot” (Neno, Bolmaro, Causeur, McCormack, Diop, Nebo); alcuni punti fermi (Shields, Mirotic) paiono al momento molto soli, altri non giocano né per qualità né per quantità di minuti una gara uguale all’altra (Ricci, Tonut). Penso che l’uso pedissequo della realpolitik sia fondamentale. Per non creare drammi e pesantezze, per facilitare la creazione della entità-squadra: a Montecarlo e al Pireo si può perdere, si è perso, sotto la prossima; con lo Zalgiris non si doveva perdere, si è perso da 27 sopra, sotto la prossima. Tenendo presente che si deve migliorare, cambiare, con ferocia e impegno ma non stress e paura. Il basket nelle mani e nelle menti dei giocatori milanesi è tanto e di qualità: è necessario legare meglio e ampliare i passaggi positivi. Qui dovrebbe andare il lavoro di coach Ettore, e la sua capacità non solo tecnica di creare amalgama e aumentare il positivo. Dovrebbe, e non alludo solo alle rotazioni che paiono fatte per mettere in difficoltà i suoi o i TO chiamati tardi per… per? Ammaestrare i giocatori? Le virgolette su dovrebbe sono date dal fatto che è divertente, a proposito di necessità di legare e incapacità di essere leggeri, la scelta delle parole. L’Olimpia non ha la minima costanza nell’arco delle gare, ma può essere detto in cento modi. Corrente alternata, squadra incostante, intermittente, altalena, “siamo una squadra di stronzi” (cit). Messina ha scelto la sola parola che, in quell’ambito, identifica una patologia psichica. Benvenuti all’allenamento ragazzi. Seconda cosa: ambiente. Non le molotov come il Pana o le aggressioni, sputi eccecc della Stella Rossa, ma immaginiamo la Zalgiris Arena sopra di 27 o mentre la squadra subisce una rimonta di 27… immaginiamo il Palau o l’arena del Real, se la Lituania vi pare poco. Il Forum, (o tiepido o inutilmente festaiolo / depresso), e anche l’atteggiamento paziente / elegante della proprietà sono inadeguati alla EL come è inadeguato Messina.

 

3 – ZVEZDA. Tutti ad aspettare il loro primo KO: è arrivato, ma solo in OT e al termine di una gara splendida nonostante la presenza dell’arbitro Lottermoser (cfr. 5), come dipingere La Deposizione (R. vd Weyden) tenendo il pennello tra i denti. Uno dei motivi per cui la SR è prima è la migliore difesa EL (12’ attacco) in cui spicca (cioè: falli evidenti che raramente gli fischiano) il PJ Tucker serbo: Branko Lazic. Il miglior difensore 2021-22-24 di ABA League: il che dice molto dell’ambiente tecnico di quel torneo, è un torello di 196 x 102 che mena soprattutto i lunghi avversari se ricevono dal p’n’roll (Willy-H raso al suolo più volte) e impedisce alle guardie altrui di ricevere (Markus Howard del Baskonia si dichiarerà infortunato per la gara di ritorno): per vincere il Barca ha avuto bisogno che Punter entrasse nella ionosfera e si liberasse del mastino. Forza e limite della creatura di Sfairopoulos sono tutti lì: nella gara in cui da sola ha subito il 34% del passivo totale di stagione ha perso. Sfairopoulos, poi, non è coach dalle decisioni sempre blindate: vs Barca ha scordato in panca per tutto il finale Miller-McIntyre (e intanto Punter faceva 3/3 triple) e dato troppa fiducia a Nedovic (fallo in attacco) e al mastino.

 

4 – BARCELLONA. Per me, una grande sorpresa trovare i Catalani nel gruppo di vertice. Stanno progredendo insieme alla crescita di Punter (11, 14, 21, 26 pti nelle 4 gare), al suo equilibrio nelle scelte (24 tiri da 2, 24 da 3), alle sue % (67 da 2, 46 da 3). E’ una guardia del Bronx, animali di razza assoluta che, quando serve, mettono la perla anche difensiva per annullare nel finale un + 5 slavo: recupera il contropiede di Giedraitis, fa lo step in più per passargli davanti, toccargli la palla e fargliela rotolare sul corpo; Lottermoser sbaglia lo IR e lascia la palla serba, ma intanto niente paniere. Il Barcellona è sesto di EL nelle triple, una lacrima sotto al 40% (40/103), è primo con buon margine (due rec netti in più) nelle rubate, ma un altro fattore significativo della sua attuale posizione è il rendimento di Satoransky. Fa tutto quello che serve di puntello con 4.5 rebs (primo di squadra) e 5.5 ass (secondo) oltre 1.5 rec (secondo dopo Punter che ne ha 2/gara) che fanno quasi pari con 1.8 perse. I punti? Nelle prime 3 aveva 3 pti e un canestro in tutto su 9 tiri, fra cui una sola tripla; nello scontro vs la SR segna 11 con 8 tiri e 2/5 nelle triple. Quando si dice farsi trovare al bisogno.

 

5 – ANTISPORTIVO.  Un fucile da assalto in mano a bambini. La norma prevede che il fallo antisportivo non si annulli se conseguenza di un evento falloso (di qualsiasi tipo) precedente: esattamente la fattispecie dell’episodio Cordinier-Smailagic. Viene fischiato un fallo su Cordinier, parte un gomito, Smailagic mette in opera molta recitazione, l’antisportivo viene sanzionato. In questi casi chi ci rimette è sempre colui che aveva subito il fallo originario; si deve consentire una sorta di ragionevole dubbio a tutta la copertura dell’azione: faccio finta di credere che Smailagic non abbia completamente recitato, ma anche che il gomito sia partito come pura conseguenza dinamica del fallo subito. Non può esistere che qualsiasi cosa ti arrivi in faccia sia antisportivo. Di più: non può esistere che qualsiasi cosa ti arrivi in faccia e sia ben recitata e quindi facile da vedere sia antisportivo. Tecnicamente la decisione sull’episodio è giusta: problema enorme è che la norma sia strutturata per una componente del gioco, gli arbitri, del tutto inadeguata. Per esempio incapace di fermare la gara della V-BO e tentare una ricostruzione (almeno tentare: quella sarebbe stata una mezzoretta di IR ben usata) dopo che un possesso cruciale si era concluso con due blank del cronometro dei 24. Poi l’episodio del Pana, poi nel Rd 4 antisportivo da antologia delle sciocchezze arbitrali decretato vs Laprovittola da Lottermoser, uno con cui allenatori e giocatori non protestano nemmeno più: per quello che hanno da dire vanno dal più vicino degli altri due refs.

 

6 – DIECI. Dieci sono le W consecutive dello Zalgiris contro le squadre italiane in EL: va avanti da due anni e mezzo quindi, da prima dell’arrivo di Trinchieri, sia in casa che on the road.

 

7 – FRANCIA. In cima al mondo, o quasi, ci sono Luka e Jokic, ma Wembanyama sta arrivando. In EL sono 3 squadre ognuna con un preciso motivo di essere tra le 18. In giro per i campionati ci sono ormai giocatori francesi di nascita o di formazione in numero simile alla Slavonia unita. Pierrick Poupet (ASVEL) è un allenatore di primo livello, giovane (40 ora) così come è bassa l’età media dei talenti francesi: ogni anno ne va via uno, ne appare o ritorna un altro (via Risacher, rientra Maledon) e la generazione degli Okobo è lontana dai 30. La NBA per il terzo anno in fila salta Londra e farà a Parigi il classico NBA Europe. Si può continuare, ma per carità di patria mi fermo.

 

8 – VIRTUS. Banchi in forte crisi, non riesce a operare positivamente sulla squadra. Nel secondo anno, dato storico per Efes e Maccabi, la permanenza di Zizic è coincisa con la cacciata o la rinuncia del tecnico (Sfairopoulos, Ataman).

 

9 – ABALDE. Nei due anni precedenti: 48 gare di EL, con minutaggio medio sui 12, qualche infortunio ma anche molti NE; contando le prime 3 di quest’anno aveva 3 pti di media in 51 giocate. Nella W del Real sul Pana: 13 con 3/4 da 3 in poco più di 13 mins. Chiamano, rispondi.

 

10 – KOUMADJE. Anche se Trevion Williams non sta giocando male, la grande sorpresa del front-court dell’Alba è l’uomo del Ciad, alla migliore EL in carriera. Offensivamente è una sofferenza guardarlo: la macchinosità dei suoi 223 cm lo fa segnare poco (5) e malino (53% tirando solo nel pitturato), ma è secondo di EL per stoppate, quinto per rimbalzi. L’Alba è prima di EL per rimbalzi totali e offensivi (utile avendo Spagnolo che tira da 3…).