Difficile ma bellissima W di Bologna.

1 – PUBBLICO. Si parla di licenze, aumento delle squadre, modi per accedere alla EL. Il momento è cruciale, i prossimi tre anni saranno la base per il successivo salto: la definizione di un parco-squadre più nutrito (anche se non ancora 30 come la NBA) e più bloccato. Chi è dentro lo sarà su base più che biennale, meno aleatoria e ritmata di una vittoria o finale in Eurocup, anche questo porterà alla separazione sempre maggiore tra FIBA e ECA. Sono uscite le stats delle presenze: potranno mai negare licenza alle due Belgrado? Ognuna porta quasi 20000 persone ogni match, staccano del 25% i quasi 15000 di Zalgiris e Pana. Mediamente, ogni gara di EL fino al compimento dell’andata ha avuto 10300 spettatori (1000 più della media Olimpia, quasi 2000 più della media V-BO): ben 1500 più della media dello scorso anno, che a sua volta era record. I numeri danno ragione alla ECA e al gioco che esprime, sono numeri sensazionali e potrebbero essere più alti se fossero migliorati (o assenti) alcuni fattori: arbitri orrendi, alcune arene davvero piccole per le squadre che vi giocano (es: il Barcellona è sold-out a 7585, il palazzo è del 1971…), il Maccabi senza casa, il ban per le Russe. Le attuali formazioni, più Parigi e Londra, l’eventualità Dubai, e l’arrembante Besiktas che pensa di risolvere tutto con l’esibizionismo economico (e ha ricevuto uno stop non leggero da parte di Motjeiunas): in attesa di un paio di Russe sarebbero 22-24 squadre in grado di dividersi in Division o Conference per alleggerire i costi e abbreviare gli spostamenti. Il nuovo mondo è molto più vicino di quanto si pensi.
2 – SEQUENZE. Benvenuti alla peggiore gara di EL giocata dalla Virtus (non dimentico gli infortuni, ma nemmeno che era lo ASVEL…), e a una W bellissima. Di quelle che enfatizzano il legame col pubblico e segnano un miliario dentro al percorso di una stagione. Le sequenze di basket-trance espresse da Pajola e Hackett con triple e tuffi; da Polonara con reboff/assist, reboff/schiacciata, stoppata; da Lundberg che non prende nemmeno i ferri ma poi imbuca la tripla da quarto periodo profondo: tutta roba espressa solo a flash, ma al momento giusto e io provo sempre cestistica commozione quando vedo cifre come quelle di Polonara (solo 2 pti, ma 9 rebs, 2 ass, 2 rec). Strano dirlo, ma nonostante uno score da 0+3, il collante tra le sequenze è stato Zizic: non eccezionale ma costante, senza sprofondi, e proprio il fatto di avere preso pochi rebs e segnato nulla rende degno di nota il suo +10 in plus/minus, il primo tra chi non è andato in doppia cifra, anzi: non è andato proprio.
3 – DIFESA. Nel rimontare il -11 la V-BO ha tenuto a 9 i Francesi nell’ultimo periodo. Il dato si unisce a quello del primo quarto: aprendo e chiudendo, lo ASVEL ha segnato solo 19 pti. Nella parte centrale, invece (44 segnati), il neo-coach Pierric Poupet aveva trovato il modo di attivare Fall. Vero: non è giocatore capace di aprirsi per una tripla, ma i lunghi bianconeri hanno pensato di potersi riposare dedicandosi 1) a guardare troppo il piccolo sul p’n’roll e 2) aspettare Fall troppo vicino a canestro, regalandogli anche tante lunette. Banchi ha poi trovato la giusta correzione facendo uscire meno i suoi big-men e contemporaneamente concedendo ricezioni meno profonde al senegalese-francese.
4 – PIREO. Gara comoda per OLY vs il Maccabi, ma difficile non segnalare Milutinov: 20+20. Per la prima volta in stagione i Greci rossi hanno queste due cose insieme: posto nei PO diretti e 2 W più delle sconfitte.
5 – CLASSIFICA. Per Milano si mette male perché, Zvezda+Valencia, ha perso in back-to-back contro due concorrenti dirette ai posti 9 e 10. Il round è stato invece favorevole alla V-BO: KO del Barcellona per ritornare a pari bilancio e KO del Fener per lasciare solo il Pana a inseguirla di una gara.
6 – 1665/1675. Quattro squadre subiscono punti entro questo stretto perimetro. Sono le seconde migliori difese: solo OLY si stacca in meglio a 1629. Si tratta delle uniche sotto ai 1700 e Milano ne fa parte, anzi è la seconda assoluta. Ma è anche l’unica tra esse fuori dai PO. A conferma di uno dei mantra della pagina, che cerco con risultati alterni di diffondere: in EL si vince nella metà campo offensiva. Fatte le divisioni, potrà sorprendere che si tratti di 75/76 pti a partita: istintivo pensare sia cifra alta rispetto alla vulgata della EL come campionato defense-first eccecc. Se la vulgata fosse vera, Ojeleye costerebbe il triplo di Mirotic. Purtroppo ci cascano anche alcuni allenatori, che fanno sfoggio di grandi giocatori offensivi MA obbligandoli ai doppi turni in difesa, e ora si ritrovano al posto 13 della classifica, e (per es.) lontani 4 gare dal sorpasso sul Maccabi che incassa 87/gara e ha differenziale canestri negativo. Di Katash si parla sempre come uno sprovveduto quando becca un trentello da ASM o Real, o 35 dal Fener e probabilmente a un esame su lavagnetta sarebbe massacrato da Messina, ma sul campo è davanti anche al netto della situazione difficile degli Israeliani. Obradovic e Ivanovic sono forse profeti del “difenderai domani”? Eppure sono capaci di adeguare le proprie filosofie al gioco e al tempo. Anche loro nella terra della lotta per entrare in post-season, entrambi davanti a Milano, con formazioni che hanno cifre quasi identiche tra loro (saldo negativo uno di 9 e l’altro di 10 pti) ma sintonizzato sugli 83 sia segnati che incassati. Milano non arriva a 77 e, nel controsenso tra roster e tendenza dell’allenatore, fa diventare vera la piccola provocazione sopra: Ojeleye è più alto in classifica di Shields o Mirotic. Valencia potrebbe non fare i PO, ma sceglie uomini coerenti alla filosofia del coach (e del motto dell’Esfuerzo).
7 – TERZA. Terzo KO per il Real, che continua la sua stagione solitaria: ha perso solo in trasferta, 10-0 in casa. Secondo i numeri del punto precedente, Madrid ha il migliore attacco (1882, secondo il Maccabi) e la terza difesa. Ovviamente ha il migliore differenziale, ma eclatante è la misura: +213, cioè 104 meglio del secondo (Ataman) e a 22 giornate significa che mediamente / virtualmente ha vinto di quasi 10 anche le gare che ha perso. ‘Notte.
8 – HOWARD. Markus Howard (coach Ivanovic) non difende o quasi, ma mette 3.8 triple/gara. Lo fa nonostante giochi poco più di 23 mins, tira col 40% nonostante nella media stiano anche i primi 3 round: 2/19 totale. Togliendo quelli è 81/184: 44% e 4.3/gara. ‘Notte.
9 – ATAMAN. Sloukas dalla panchina, come quando stava dietro a Spanoulis, è la nuova soluzione di coach Ataman. Lui gioca 25 mins ca, Jerian Grant e Nunn partono e nelle ultime 5 sono rimasti in campo rispettivamente 33 e 31. Significa che il Pana sta in campo per il tempo equivalente ad almeno un quarto di gioco con tutti e tre: attenzione, perché quando questo coach comincia a capire il proprio roster è capace di creare come pochi allenatori al mondo. Ha messo in fila due serie da 4-1, perdendo solo vs Real e BKN (di 2).
10 – PUNTER. Stimolato da uno di voi aficionados, ho controllato le perse in carriera di KP: 1.2, ma quest’anno ha capovolto le cifre. Purtroppo per lui e il Partizan sono 2.1, in parte compensate dal quarto posto nei recuperi (1.4, in carriera 0.8 ).