Milano e Bologna entrambe 1/2 nel doppio turno.

1 – BOLOGNA. Dai problemi di abbondanza o, in ogni caso, dal non dare minuti adeguati a tutti (Banchi), al problema opposto. Per Clyburn le voci più pessimiste dicono: marzo. Il patron è andato a scuola da un motivatore anni ’80 quando dice che meno si è più si vince: di fatto il solo bersaglio (ben scelto) di mercato pare Ed Sumner che però necessita di sostanzioso buy-out. Intanto V-BO corsara in Baviera: altra W che nasce dalla capacità di rimanere concentrata e aggrappata alle partite. Per come era iniziata, reboff concessi e palle perse, dopo 3 mins doveva essere 16-0. Invece era 8-2. Anche grazie ai continui stopstopstop…ok …no… stopstopstop…ok imposti da tavolo e refs: i primi 4 minuti di gara, anche prima della capocciata di Pajola, sono stati eterni e hanno scaricato la molla con cui era partito il Bayern. Eccoci a Pajolone, per dire prima che il suo infortunio ha regalato un cambio efficace a Dusko, con il miglior Morgan della stagione, almeno in EL. Poi per dire che Pajola, vero uomo-Virtus, ha fatto il suo massimo per dare ragione al patron, trovando in tuffo il ginocchio/stinco di Giffey e togliendosi dal campo; ma ritornando per dare vita a un capitolo della sua carriera che è già icona. Nel vantaggio iniziale (per esempio 17-6) dei Bavaresi non c’erano punti di Obst o Edwards: era un indizio che la V stava operando bene contro i due cecchini del Bayern e la gara non era compromessa. Si era a metà 1’Q (proiezione: BAY a 136): nei restanti 35 mins Bologna ha incassato solo 57 pti e il trio NWB-Edwards-Voigtmann ha messo 1 tripla su 17. Booker (21-8-2), per impiego e alcune caratteristiche, si ispira a Shengelia: nell’occasione il maestro (20-6-6) ha ricordato che le cifre possono essere ok, ma la sostanza è altra. Al netto di inferiorità fisica o atletica nei confronti di molti roster (ovviamente aumentata dagli infortuni), Bologna ha in sé una elettricità particolare che, al contrario, alberga in pochissime squadre: lo capisce anche Ivanovic, che si arrabbia (o si reprime, è divertente guardare come il fumo sfoga da orecchie e narici) molto meno del suo solito con i giocatori. Che di boiate ne fanno, e non un paio.

 

2 – MILANO. Dialogando con un aficionado sulla pagina, mi era capitato di rispondere che un 2/2 dell’Olimpia mi avrebbe molto sorpreso. Due lunghi in meno possono essere gestiti con una certa comodità, nel basket di EL; due esterni in meno sono invece un grosso problema. Milano (Mirotic, Bolmaro, quel che resta di Shields dopo 4800 infortuni) non è squadra fisica, aveva di fronte uno dei roster più atletici del torneo (forse IL). Divario fisico impressionante, anche a livello di velocità: la difesa di Obradovic era sempre in vantaggio di mezzo secondo, e quel che nel primo tempo è stato tenuto insieme quasi esclusivamente dagli 1 vs 1 di Bolmaro e Shields, è crollato nel secondo, quando le pile dei due si sono scaricate. A proposito delle due guardie in meno: ancora più difficile quando altri due esterni si danno al no-show, come hanno fatto Mannion e Brooks; su Tonut ribadisco il pensiero che Messina abbia privato un giocatore completo della dimensione offensiva. Pur di giocare, Stefano si è piegato alle scenate del coach, ma ora è un giocattolo rotto. Di fronte hanno trovato, per sfortuna, il migliore Carlik Jones dell’anno, MVP del Rd 2 con 24 segnando solo da 2, sintomo di essere stato intoccabile per qualunque esterno milanese.

 

3 – INFORTUNI. 42 i giocatori tra sicuri assenti e in forte dubbio la mattina di martedì nella doppia di EL. Quasi la metà alla fine ha giocato. Ottimo per loro, ma è un difetto che va riparato. Ecco l’esempio, ma non l’unico né sarà l’ultimo. Il giorno prima di giocare vs la V-BO, lo ZAL (società) aveva chiamato fuori, con dichiarazione, Syrvidis + Francisco + Walker e sul sito di EL compariva la notizia, tanto che avevo pensato a chi avrebbe potuto mettere un canestro con tutti gli scorer out. Nello stesso momento il Trinca (coach) raccontava la difficoltà di allenarsi con pochi giocatori ma non chiudeva porte sull’impiego di nessuno. Capisco la pretattica, davvero, ma è un relitto incompatibile con lo sport moderno e professionale. Nella NBA ci sono limiti di tempo, gara dopo gara, entro cui dichiarare disponibile o indisponibile un giocatore: oltre il limite dato sei obbligato a tenere il giocatore fuori (NON cambiato, cioè) o dentro (cambiato, in panchina: puoi non usarlo e giocare in 11). In linea teorica la regola esiste anche in EL, ma è fumosa quindi sforacchiabile. Non credo sia professionale e nemmeno aderente al fair-play, e conferma/aggiunge materia al difetto principale nella gestione EL: eccessiva vaghezza e permeabilità delle regole.

 

4 – NUOVI e TRATTATIVE. Legato al problema infortuni (veri) esiste il momento-mercato. Arrivato Errick McCallum (fratellino di CJ) e ha già fatto bene al Fener, trattandosi di esterno puro. PJ Dozier all’Efes: lo conosciamo, è un 2-3 di gran fisico che può assolvere episodiche funzioni da 4, già allevato (con buon risultato) dalla mano di Obradovic. Dennis Smith Jr (pg) ha firmato al Real. Uscì dal college con il nome di Ercole delle pg: ora è meno fisicato rispetto ai suoi momenti più “gonfi” ma rimane lo stesso un cubo di muscoli lanciato per il campo (188 x 93 ora, arrivato sui 97/98); nella NBA ha fallito, ma l’esperimento è molto interessante: si è presentato dicendo di essere qui per diventare il miglior difensore della EL… quest’anno o di sempre? Un papabile è Devonte’ Graham: ha giocato nella NBA almeno due stagioni eccellenti, da pg con più partenze in quintetto (97/118) in una versione degli Hornets molto meno scarsa della attuale. Si tratta di un nanerottolo che può imbucarla da centrocampo con assiduità, non solidissimo caratterialmente: lo ha rovinato lo scambio con cui arrivò ai Pelicans. Passò dalla fama raggiunta anche grazie a un video sul canale Dodo insieme al suo cane nel 2021, all’arresto per guida sotto effetto di sostanze nel 2023 quando già era scivolato alla G-League degli Spurs (ora è in quella dei Lakers); si tratta di un esperimento rischioso ma molto interessante perché the kid got game.

 

5 – ASMulta. Dicevamo nebbia. Montecarlo ha preso una multa per avere illegalmente operato sul mercato: ha usato soldi che non aveva + ha omesso di dichiarare tempestivamente un cambio patrimoniale all’interno della compagine societaria (ovvero il tentativo di mettere il tappeto sopra la polvere della prima violazione). Multa… quanto? Non si sa: dicono “cifra elevata”, ma non può essere rivelata per privacy policy. Fantastici.

 

6 – PESCANDO. Nel mare di cifre, in bermuda e paglietta. Con il doppio KO settimanale diventa 2-21 il bilancio di Banchi nella stagione regolare di EL partendo dalle 7 sconfitte che chiusero il 23/24. Il 116-113 di Real vs Maccabi è stato il punteggio più alto di sempre: Tavares contribuisce a modo suo alla Storia con 0 tiri dal campo + 0 liberi + ovvio 0 punti in 25 minuti. Il centro del Real non guida le stoppate: Papagiannis e Poirier sono prima di lui. L’ex compagno di front-court manca tanto sia a WT che al Real: i Blancos hanno perso 1.3 stoppate, non rimpiazzate da Ibaka + Garuba che arrivano a malapena a 1, in modo che la squadra, nonostante abbia il milgior stoppatore storicamente e il terzo in stagione, è terzultima di EL nella categoria. Febbraio 6: SE Milano dovesse perdere vs ZAL, sarebbero 3 stagioni di completo dominio lituano sulle squadre italiane: un 12-0 che costituirebbe non meno di un quarto delle W totali dei biancoverdi… I LOVE Italy.

 

7 – FENER CI SARA’. Ovvio: Vezenkov, o Nunn, sono le prime scelte per iniziare a mettere insieme un roster di EL; però spesso mi trovo a pensare che, se fossi io a decidere, il primo giocatore che sceglierei sarebbe Guduric. Non è il più forte e, anche guardando a certe atmosfere della nazionale serba, non deve essere nemmeno uno facile con cui vivere. Perché è intelligentissimo, uno dei cervelli da basket e da gara più raffinati che mai abbia visto giocare. Nel Fener è tornato Zagars, è arrivato McCollum: la emorragia di pg si è placata però l’autista rimane lui. Ovunque lo facciano partire e chiunque abbia intorno, lui finisce sempre in quello spot: il punto da dove si inizia e comanda il gioco. Nelle 4 gare precedenti al Rd 22, quando il problema del centrocampo era ai massimi livelli, lui ha messo 14 pti (7/13 da 3) e 5 ass di media (bilancio del Fener 3-1 per uscire dalla crisi). A proposito: l’unico KO (e ultimo per ora) è stato vs Partizan, che è ancora fuori dalla foto della post-season, ma nelle ultime 10 è seconda di EL (dopo OLY e stesso bilancio della Zvezda). Si apprende che dal Pireo stanno già prenotando per Dubai: potrebbero farlo anche i tifosi gialloblu.

 

8 – TRE GUARDIE. Le 3 guardie sono un meccanismo delicato e complicato. Banchi nel KO vs il Barca ci ha provato parecchio con Larkin-Thompson-Bryant insieme, ma non ha funzionato molto bene. Larkin e Thompson 0/6 da 2, per esempio. Non è solo una questione di mira, ma di tempi e posizioni dei tiri, di numero di palloni toccati e di quante volte o non lo hai ricevuto o lo hai passato mentre, con un solo compagno, avresti tirato. Inserendo nel conto anche Beaubois, è interessante notare come, pur con uso più contemporaneo, i 4 esterni dell’Efes abbiano mantenuto il loro minutaggio medio: solo l’ex Mavs ha giocato 2 mins in meno (18 pro 20). Significa che la tripla guardia ha tolto minuti ai lunghi. I lunghi Efes, come pregio maggiore, hanno l’intimidazione: quasi costanti i minuti di Poirier (5 perse…), -33% per quelli di Oturu; forse non è casuale il 73% da 2 del Barcellona, ma questa novità riguardante l’Efes merita qualche partita in più prima di un giudizio compiuto.

 

9 – UN TIME-OUT E’ SUFF. Il big-match era iniziato male per OLY: i Greci inseguivano il ritmo migliore per il Real, generando un parziale che proiettava i Blancos sui 130 pti. Il TO di Bartzokas è stato sufficiente a fare rinsavire i giocatori, che hanno preso il controllo: loro sugli vversari come il loro coach sul Mateo. Il divario di 10, così come il punteggio sfavorevole del 4’Q sono bugie: OLY ha dominato. Ritmo, esecuzione, difesa, nervi: tutto a favore del Pireo. Uno dei motivi per cui Tavares ha qualche decimo di stoppata in meno rispetto al passato è colto nella seconda foto a corredo: che diavolo ci fa così alto seguendo Fall (tiratore da 3 livello zero)? La situazione non è un errore del centro o un episodio, ma una direttiva e una abitudine: l’area è totalmente aperta, il possesso si chiuderà con un taglio di Vezenkov alle spalle di Hezonia. OLY, coach + staff + giocatori, ha una impareggiata abilità nel colpire i punti deboli altrui, anche quando nascono al momento, durante le gare. Per una manciata di minuti i babies Ndiaye e Gonzalez hanno giocato insieme marcando Vezenkov e Fournier: il duo di Bartzokas, con l’accompagnamento di Williams-Goss, ha immediatamente organizzato un p’n’roll privato. Ha generato la prima delle tre triple in fila di Fournier servite per aprire il +20 nel 3’Q, coi due giovani realisti a metà strada tra la chiusura e l’infinito. I Greci sanno anche stuzzicare le ansie avversarie: non appena stabilizzato un vantaggio attorno ai 6-8 pti, Bartzokas ha messo in campo l’agent provocateur Larentzakis, per alimentare la rabbia vittimista madrilena. Ha raccolto quasi subito un fallo in attacco di Hezonia, fallo che altri refs avrebbero chiamato antisportivo. Visto che siamo in “arbitri”…

 

10 – TECNICI. Pubblicata da EL la stat sui falli tecnici per squadra: guida il Real con 21. Considerando che sono 22 giornate, che guardando le gare avevo un’impressione molto diversa (tipo: 42) e che ne ha presi 3 solo vs il Pireo, è un numero contenuto. 1 o 2 (cioè uno per squadra) tecnici a partita è qualcosa che non colpisce le coscienze: la stat dice che, anche nel peggiore dei casi, siamo sotto quella soglia. Il punto è che i refs hanno, come sempre fanno quale che sia la situazione tecnica e come sempre gli viene detto che non si dovrebbe fare, cambiato atteggiamento su un notevole numero di questioni nello svolgersi della stagione. Ora l’antisportivo assurdo e stupido è molto diminuito, anche grazie alla reale implementazione dello act of violence (la sbracciata più naturale che aggressiva dell’attaccante non è più antisportivo, per esempio): purtroppo la cosa è rimasta solo nel libro per il girone d’andata. Ora assistiamo quindi alla furia di allenatori abituati a una certa gestione (A Novembre contro di noi proprio tu hai chiamato questo fallo come antisportivo!!!) e ora costretti a ri-abituarsi.