Terza W in tre apparizioni a Belgrado per l’Olimpia.

1 – AGGETTIVI. Terza W in tre viaggi a Belgrado per l’Olimpia in RS. Sfuggendo per un attimo alla realpolitik che fin dall’inizio adotto e consiglio riguardo all’Olimpia (in questo caso: un round in meno / un posto più su, quindi tutto ok), voglio usare qualche aggettivo per definire la gara di Belgrado e la W di MI. Emozionante: hanno davvero dato tutto, anche negli errori; vedere Mirotic che impiega più di mio nonno ad alzarsi da terra perché proprio non ce la fa e provare a correre in difesa è stato emozionante. Collettiva: è tornato il Kollettivo, ovvero la guida dei giocatori sulla partita è stata preponderante rispetto a quella di Messina, come sempre nelle migliori gare giocate dall’Olimpia. Faticosa: non solo per l’opposizione avversaria, ma perché questa squadra deve lottare in ogni occasione contro una dose di fuoco amico; la squadra così come la società, intesa in senso ampio, oltre il / al netto del Plenipotenziario.
2 – GUARDA/TROVA/CHIEDI. Le squadre da 2 a 8 in classifica, quindi pretendenti al momento più accreditate di Milano alle F4, hanno in dotazione una pg o, estendendo lievemente il concetto, uno handler che ha visto la Madunina. Guardi quei roster e trovi: Grant, Napier, Hall, James, Nedovic, Punter, Lo. Poi ti chiedi chi siano. Risposta: giocatori smontati o sminuiti o snobbati da Messina dal 2019, più di uno all’anno. Antesignani dell’attuale bersaglio Dimitrijevic, la cui assenza è non decisa ma, molto più a monte, causata da Messina. Bolmaro e Mannion, non pg il primo e pg di una certa tipologia il secondo, non sono gestori di gioco. Due palle perse a chiudere il primo tempo; due palle perse a iniziare il 4’Q… prima o poi, su un bersaglio importante come i PO (conquista dei / match nei) una persa non rimediabile derivante dall’assenza di un vero gestore arriverà e farà fallire all’Olimpia un’occasione. Semplicemente perché il solito coach Nosferatu ha affossato l’ennesima ottima pg o l’ennesimo valido handler. Poco dopo giocheranno e vinceranno le F4 altrove. (NdR: lo so, Lo non è un gran campione, ma la quantità dei casi in oggetto è significativa quanto la qualità e va registrata).
3 – CUOR DI CONIGLIO. Chi di infortunio (spesso) perisce, stavolta di infortunio ha ferito. Inutile negare che l’uscita di Bolomboy (appena accesosi, non la sua migliore partita) ha aiutato l’Olimpia, per esempio nelle ultime due lunette di LeDay: chissà se sarebbero esistite con il centro CZ in campo. Beneficio collaterale per MI: più minuti per Petrusev, uno dei giocatori in cui è più marcata la distanza tra elevato talento e animo (cuore+testa). Anche ieri liberi sbagliati (cortissimi, che è sempre diverso dal tirarli lunghi) e appoggi morbidi, posizionamenti sbadati e scelte illogiche. Solo una iniziale boiata Messiniana, figlia del fare i cambi con il cronometro invece che seguendo la partita o le caratteristiche dei giocatori, gli ha regalato 69 secs di dominio, mandandogli contro il povero Diop, che strutturalmente non può tenerlo.
4 – 16 e 13. Da sesta a nona, da accesso ai PO a quasi fuori dal Play-In, hanno lo stesso bilancio. Milano ha sistemato un po’ la classifica avulsa (grande tallone d’Achille) con il 2-0 sulla Zvezda, anche la W di Punter sul Partizan aiuta. Felicità generale per il fatto che, nonostante la W sul Bayern, l’Efes sia ancora undicesimo: i Turchi sono in vantaggio contro quasi tutti in caso di ammucchiata da sparigliare. In questo momento un bilancio vincente è addirittura dodicesimo: una situazione che merita qualche parola. Posto 12 è da leggere come: alle porte dell’ultimo terzo del tabellone, del terzo deteriore della classifica. Da un lato, visto che si parla sempre male della gestione di ECA su EL, bisogna ammettere che, in una maniera incongrua e serendipica, raggiungono gli obiettivi: volevano competizione alta ma livellata, l’hanno trovata; d’altro canto questo manda a farsi friggere le programmazioni delle società: cosa altro può fare un front-office, al netto di incertezze ed errori, se non mettersi in opera per avere un bilancio vincente? Un 15-14 può essere figlio di un paio di ferri ostili o qualche errore arbitrale, può essere un 17-12 gambizzato dagli infortuni. L’aumento a 20 squadre (o 22) contribuirà a diluire la classifica, ma non in maniera davvero risolutiva. Ci sono passi da fare, ormai inevitabili, vedi pto 5.
5 – TEORIA dei SISTEMI COMPLESSI. Sono solo un semplice, umile, studente ritardatario, ma uno dei valori aggiunti che trovo nel commentare il basket è dovere affrontare campi che, per me, diventano di studio appunto. La disciplina ha regole fondamentali, una delle quali è che nessuna organizzazione è la semplice somma delle parti. Un’altra è che le parti, in un sistema funzionale ed efficace, devono (inter)agire all’interno del sistema: ogni azione al di fuori rappresenta una perdita. Suona famigliare? Tipo EL vs Campionati Nazionali? La EL, ma qualunque torneo di élite, deve tagliare i legami: deve cessare di essere un’assemblea della parte migliore di altri tornei e creare una propria posizione; questo non crea isolamento ma univocità, indipendenza, funzionalità. Potrebbe essere il momento per inserire, passato abbondantemente il mese di ban, l’elemento “arrivo della NBA”, ma la faccenda è diventata abbastanza articolata, unendosi alla recente revisione-non-revisione, visto che è rimasto tutto sostanzialmente uguale, del salary-cap (che, alla europea, è più un “piano tassazione”): merita una puntata monografica.
6 – CLUTCH SCORER (CORDINIER). Definizione del clutch-time: ultimi 5 mins e supplementari delle gare con scarto non superiore a 5. In settimana è uscita la classifica dei top-clutch di EL, con una sola vera sorpresa: il Francese della V-BO. Ovviamente chi vince sempre di 20 non avrà giocatori in classifica perché non testabili, non ci sono Pireo né Fener nei primi 10, ma sappiamo che, in caso, Fournier o NHD hanno già dato prova di loro stessi. Isaia Cordinier non è il miglior marcatore della Virtus, non è nemmeno la prima opzione e nemmeno la seconda e, anzi, se mai la squadra fosse stata 40 secondi al completo quest’anno, potremmo dire che verrebbe dopo Clyburn, Toko, Beli. Però è a lui che si va nello spazio in cui le gare si decidono: è 4’ per pti segnati, 7’ nei pti-per-possesso e addirittura 2’ nel numero di possessi affidatigli, davanti solo Maledon e dietro figure come Punter (primo della lista con 1.26 pti/poss), Francisco, Nunn (contando Hifi, nei primi 8 si trovano 4 Francesi). La differenza rispetto a tutti gli altri citati è che, durante il resto della gara, sarà accaduto che Cordinier avrà anche marcato, e bene, l’esterno avversario più pericoloso. La completezza di questo giocatore è rara, e spiega perché (quasi sicuramente) l’anno prossimo sarà al Real, formazione in grave crisi a centrocampo.
7 – MVP. Qualche settimana fa Mario Hezonia, che aveva infilato un game-winner a corredo di un’ottima prestazione, criticò il metodo puramente aritmetico di assegnare lo MVP del round: la sua tesi è che un punto in meno di valutazione è ampiamente compensato dal tiro vincente, e da altri fattori che dovrebbero essere considerati. Non ha torto: l’unico punto forte del metodo in vigore è che non ammette discussioni, numeri cantano. La critica di Marione ha ancora più senso se si guardi allo MVP stagionale: ok l’aritmetica, ma, puro esempio, non credo che la distanza tra Shengelia o LeDay e Vezenkov sia così ampia come la forbice tra primo e undicesimo e nono in valutazione. In questo senso trovo molto utile il sistema creato per Hoopshype da Alberto deRoa, e denominato Global Index Rating: usato per valutare i giocatori anche in relazione allo NBA’s MVP, prende in esame una serie di indici che includono i momenti della stagione in cui le prestazioni vengono messe in atto, la classifica gara-per-gara della formazione in cui il tale gioca eccecc; è molto completo, offre il grado di valutazione oggi più esaustivo che si possa trovare.
8 – CUPIO DISSOLVI. PBB continua a combinarle grosse, in un palese tentativo di distruggere quanto di meraviglioso costruito in stagione. Urge psicologo. Sopra 47-27 a Kaunas, 40’’ alla fine del 1’half. La situazione lituana era: Francisco 0 in tutto, eccetto 2 ass e 2 perse, 0/5 da 3, nessun tiro da 2 in 14 mins (lui che è incursore nato…). Lo 0 si replicava quasi ovunque per lo ZAL, si salvava solo Iggy che era 3/3 da 2 e 1/4 da 3 (lui che non è triplista, 4 triple mollate in 13 mins…). Il nuovo Wong sballottato e sostanzialmente non pervenuto. Parigi veleggiava. Uniche cose strane: solo 3 tiri in una decina di mins per Hifi (ha ritmo doppio, 12 tiri su 19 minuti) e un inconsueto peso realizzativo di Jantunen (9 pti, 17 alla fine, migliore dei suoi per la prima volta). Esaminando le pieghe, quindi, qualcosa si poteva immaginare, anche tenendo conto che, negli ultimi 40 secs, ZAL segnava 4 pti dalla lunetta, tutti nati da perse di Shorts, una delle quali rubata da Wong. Intervallo. Tra fine del 2’Q e inizio del 3’ (un long-2 di Hifi) PBB rimaneva a 47 per 5:30, non tantissimo rispetto ad altre siccità; ma Shorts (questa e la precedente le sue peggiori, anzi: le uniche due davvero brutte della stagione) continuava a perdere palloni e prendere stoppate, generando punti facili per ZAL. Quando mancavano 6 mins a fine terzo periodo si era 46-47, 19 pti recuperati e il Trinca sapeva di avere la W in tasca. Nel turno precedente TJ Shorts aveva per la prima volta avuto lo stesso numero di ass e perse (5-5), a Kaunas per la prima volta più perse che ass (4-5): è arrivato a fine serbatoio? Nella risposta sta il destino di Parigi, che è ancora ottava, ma del mucchio dei 16-13 ha il calendario più duro.
9 – BOLOGNA. In città le cose non vanno benissimo, tra cantieri ubiqui e allagamenti, prezzi del trasporto pubblico a livello-oligarchi (non prendo un autobus dal 1987, ma oggettivamente: malemale, come si suole dire) e altre questioni. Più o meno uguale per la V-BO: la similitudine è sia con il concetto di lavori in corso / recupero che con il modo di trattare, sui media, certi argomenti. Si spara al cantiere per colpire un’amministrazione, si spara sulla squadra per colpire la (o una parte della) società. Non farò nomi, ma ci sono un paio di commentatori molto attivi in questo sulla stampa tradizionale, uno in particolare proprio bello incattivito. Il problema è che, colpendo la squadra, o denigrando quelli contro cui la Virtus perde, non si rende giustizia allo sforzo di giocatori sempre impegnati (vogliamo escludere Justin dall’elogio? Ok, escluso) e sempre costretti a tappare buchi, come Paperino nel cartone animato in cui si apre sempre un buco nuovo nella sua barchetta e alla fine non ha più dita per tapparli. Oltretutto, un esponente societario, che stava sulle scatole a (almeno) mezzo mondo, ora è andato; quindi perché tanto accanimento?
10 – INGANNO. Non credete all’inganno messo in atto dall’OLY sulla propria W: hanno smesso di giocare dopo 25 minuti. Hanno forse ecceduto nel voler gestire e confondere le acque. Pur avendo perso col Pana nelle cose di Grecia, hanno vinto entrambi i confronti di EL, sancendo la matematica acquisizione dei PO. Il Pireo stende una rete sulle partite, sotto e attraverso la quale gli avversari non sanno muoversi: non è fatta solo di difesa o solo di esecuzione offensiva, è un continuo guadagnare superiorità nei confronti fisici e cm sul parquet. Rispetto ad altre loro edizioni recenti che, pur essendo superiori agli avversari, non hanno centrato la W finale, penso che il roster 24/25 abbia dentro la dose di S-O-B necessaria a non fallire. I nostri vecchi dicevano, per esempio di alcuni ciclisti: Troppo signore per vincere; questo OLY sa non essere signore, credo. Nunn, top-scorer di EL e unica alternativa allo scegliere Vezenkov come pilastro delle squadre dei sogni, lasciato a 7 pti e, soprattutto, 7 tiri. Tenerlo fuori dal campo è il modo migliore per difendere su di lui: ovvietà, ma non facile da mettere in opera; senonché, nelle ultime 10 gare, 6 volte ha commesso 4 o 5 falli e nel big-match di venerdì ha giocato 23 minuti rispetto ai 31 di media. Nel 1’Q solo 9 pti per il Pana, solo Osman a tabellino: tutti gli altri annullati. Bartzokas ordina le cose semplici: il Pana non ha centri, Fall è più grosso di Milutinov, quindi farà più male ai nani, quindi la gerarchia viene rovesciata. Toccano al Francese i 25 mins, al Serbo i 15: Fall 10 + 5 con 4 stoppate (media 6+3 con 0.7), OLY 35 rimbalzi Pana 26 (solo 6 off).
BONUS TRACK: EUROCUP. Venezia out vs Gran Canaria, che, come purtroppo previsto, ha gli uomini per mettere in difficoltà Kabengele: peggiore dell’anno in Europa per lui al tiro (3/9) anche se ha recuperato la solita doppia cifra in rebs (12). Il KO della Reyer poi nobilitato dalla impresa di GC, capace di sbattere fuori lo Hapoel Gerusalemme e il miglior giocatore del torneo, Jared Harper. Gli isolani hanno battuto, quindi, lo MVP e prima di lui il suo vice. Le Semis dicono altra trasferta di GC vs BCI e Valencia vs l’altro Hapoel: la finale tutta-Spagna è molto meno lontana di due settimane fa, grazie ai gialli dell’isol