Brutta sconfitta dell’Olimpia a Parigi.

1 – SPAZIO. Date un’occhiata al punto da cui parte PBB nell’eseguire il p’n’roll (o nel ricominciarlo). TJ Shorts, o chi per lui, comincia/ricomincia da quasi metà campo. Parigi ha giocato meglio che nelle ultime gare (se avete voglia, confrontate le spaziature tra Kaunas e martedì), eseguendo come durante i filotti vincenti, a un ritmo e partendo da punti del parquet cui le altre squadre, nonostante abbiano imparato un po’, non sono abituate. I difensori hanno troppa aria dietro e di fianco: troppa roba può succedere. Per esempio che Shields, schiavo della “epica della difesa”, arrivi contro un blocco e faccia fallo in attacco perché ci arriva con un paio di metri di corsa (velocità) in più; fallo stupidissimo ricordato da Messina a fine gara ma figlio della ossessione del coach. Cfr anche il 4’ di Bolmaro su Shorts (ok, spinterella di TJ) in un punto in cui è del tutto inutile, contando anche le differenze atletiche tra i due, pressare… da solo (cfr pto 3). Altro esempio. Herrera, solo 9 gare giocate in questa EL, aveva raccattato solo 2 falli nelle precedenti 8: L’Olimpia gliene ha fatti 3. Parigi era già la squadra di EL che perde meno palloni: l’epica della difesa ne ha rafforzato la posizione, perché ha causato solo 3 perse. L’ossessione non genera risultati, almeno non con questo roster, e ci sono limiti quasi algebrici al forzare giocatori (voluti e comprati, non caduti da un’astronave) a essere quel che non sono. Messina è l’uomo che vuole rifare il parquet e ingaggia caldaisti. E poi li rimprovera perché le listelle sono posate male.

2 – RASSEGNARSI. L’epica della difesa non ha senso per un motivo molto semplice: è è un canto ormai scontato. A parte la nota comunità di transito che ha sede a Berlino, tutti difendono e tutti si prendono cura del pallone. Un trio di più: Parigi 9.8 perse, Partizan 10.8, ASM 10.9; poi c’è un gap di quasi 1 punto ma tra la 4’ (Pireo, 10.7) e la 15’ (Real, 13) c’è una differenza che non raggiunge la persa e mezzo a gara. Difendere, curare i possessi offensivi: tutti lo fanno. Purtroppo sono i due pilastri del credo (mai aggiornato) dell’allenatore Olimpia, motivo per cui la squadra non riesce a differenziarsi dal resto; consideriamo gli infortuni, ovviamente, ma il risultato della non modernità della gestione messiniana è evidente e, a dispetto del talento da primo terzo del seeding, Milano fatica a entrare nella prima metà +1. Io credo che l’impegno e la dedizione non siano criticabili, l’aggiornamento del coach-software, sì. Bisogna rassegnarsi e fare click su Riavvia per aggiornare. Vale anche in caso di PO, vale in ogni scenario anche il più positivo perché il parco giocatori dell’Olimpia perde sempre valore tra inizio e fine delle stagioni (danno per la franchigia), e la sofferenza nel raggiungere traguardi che dovrebbero essere ben più agevoli non è da iterare.

3 – 2/11/24. La data in cui scrissi: “L’avanti-indietro panca-campo perché non difende serve poco anche coi 13enni: un giocatore professionista, mediamente distante dai piaceri del BDSM, dopo la enne frustata smette di impegnarsi e attende che le stagioni finiscano meno dolorosamente possibile. Avverte anche l’agente di cominciare a dare voce in giro. L’Olimpia non è esattamente una colonia di stopper: Mirotic, Shields, Bolmaro (che ha gambe infinite e speriamo si occupi poco di Shorts o Nunn visto come è stato dilaniato da Edwards e Francisco) non sono meno imputati dello Slavo, parlando di difesa”. Non è cambiato molto, se non che una serie di infortuni (non una idea originata in autonomia) ha forzato la creazione della coppia efficacissima LeDay-Mirotic e che avere dovuto accettare un giocatore dichiarato non idoneo la stagione precedente, ha portato al secondo esordio di Mannion in EL, stavolta positivo (al BKN fu più neutro che negativo). Ora la spinta di questo trio si sta affievolendo, e il coach non porta positività né aggiustamenti.

4 – PITTURATI. Invivibili. Anche nella NBA i refs lasciano mannaia libera, e anche lì ci sono eletti che, invece, si vedono riconosciuti falletti irrisori e ricevono un sacco di lunette. La differenza è nella violenza media dei contatti, la quale a sua volta è generata dall’intasamento medio dei pitturati. Nella NBA ci sono regole di distanziamento e i 3 secs difensivi a disciplinare la possibilità di raddoppiare; in EL, mancando queste, i muri contro cui le penetrazioni si infrangono sono molto più duri, pericolosi. Semplice matematica: per esempio trovi 6 caviglie su cui atterrare infortunandoti invece di 4.

5 – CLYBURN. Will è tornato, subito 18 tiri mentre il secondo virtussino ne ha avuti 11. Forse più che i tiri di Polonara, per valutare quanto sia mancato Clyburn, è utile considerare i 9 di Zizic o i 7 di Shengelia: resta il fatto che 76 gg di assenza, 12 turni, e 15.8 di valutazione a fronte di 13.8 pti segnati (il famoso differenziale positivo tra pti e valutazione, che segnala i giocatori fondamentali) sono insostenibili da quasi qualunque roster.

6 –VIRTUS, BASKONIA, MACCABI e le IMPRESSIONI. Purtroppo a Bologna l’atmosfera è sia incattivita che incerta. Incattivita, come detto nello scorso Decalogo, perché una buona parte dei media va addosso alla squadra per colpire la società: ormai in certe pagelle mancano solo gli insulti aperti, tipo testa di c, per il resto c’è tutto e ogni genere di sfogo. Incerta perché, oggettivamente (ma vale fin dalla estate 2024) la comunicazione della Virtus a proposito dei cambiamenti societari è penosa. Ogni evento può quindi essere cavalcato come più piace: chi lo fa apparire un armageddon, chi una panacea. Ora è in arrivo uno di quegli eventi: aumento di capitale previsto a fine mese, possibile inversione Zanetti/Gherardi, possibile arrivo di Maurizio Gherardini. L’impronta generale fornita dai media è quella di dare più legnate possibili al presente assetto. Certo aiuterebbe se la squadra non perdesse proprio sempre, al netto dell’impegno. Le impressioni fornite da Baskonia (pto 7) e Maccabi, con W importanti anche se saltuarie e differenti gestione/momento societari (MA: pto 8) sono migliori di quanto mostri ora la V-BO.

7 – ARBITRO. Fuori dalla post-season ma arbitro della post-season. Il BKN si sta ritagliando questo ruolo? Nelle ultime 3 (una era vs Berlino) ha battuto sia ZAL che Bayern, pochi turni prima ha messo sotto il Barca e perso di 1 vs il Real. La prossima è vs Efes e l’ultima a Milano, in mezzo altri scontri… interessanti. In campionato stanno male (fuori dai PO in questo momento), ma la loro fan-base impone che, nei momenti neri, la squadra non contragga il raggio di azione.

8 – CONTRIBUTI. Preparando la monografia sull’arrivo della NBA è stato necessario inserire il discorso sul salary cap. Ha un comma dedicato alla quota di denaro che, nei bilanci delle squadre, arriva da quel che chiamerò “finanziamento pubblico”. Trento ha notoriamente come side-sponsor la Regione (a statuto speciale, ndr), per esempio. Il Baskonia e il Barcellona (Paesi Baschi e Autonomia Catalana) hanno entrate del genere, utile ricordare come il Maccabi, anche se gli Hapoel progrediscono, coincida con il concetto sportivo di “nazione”. Quando rientrerà il CSKA, stesso discorso, così come si potrebbe valutare la distanza/vicinanza delle Turche dall’attuale leadership del paese. Questo per dire che il confronto tra società, quando si guardi alla stabilità e alla capacità/possibilità di investire, muta parecchio in Europa a seconda si tratti di franchigie davvero private o di altre che possono coincidere con, addirittura, la nazione intera.

9 – DARIUS THOMPSON. Il suo career-high in EL è 26. Non è uno scorer, solo 6 volte ha superato il ventello su 99 gare, mentre ben 42 sono state quelle concluse in cifra singola (una decina a 2 o 3 pti). 19, come nel massacro compiuto dall’Efes sul Partizan, solo altre 4 volte di cui una quest’anno vs il Bayern, una di quelle W utilissime contro una pari-ruolo, motivo per cui i Turchi sarebbero ottimamente posizionati in caso di volatona avulsa. Giocatore positivo (10.3 pti, 12.8 in valutazione) ma complicato da impiegare: troppo talentuoso e quindi ingombrante per fare solo il Markovic-di-Larkin; troppo poco naturalmente pericoloso (più del 40% di gare in single digit) per poter recitare da pg senza grandi realizzatori al fianco; poca stazza per usarlo molto tempo insieme al nanetto che comanda l’Efes; la tentazione maggiore potrebbe essere metterlo da sf, ingigantendo il problema della stazza ma creando una ipotesi di cerniera difensiva assoluta… sì, però senza Larkin in campo se no addio difesa e il giro ricomincia chiedendosi da dove arriverebbero i punti. Questa faticosa filastrocca per dire che, quando infila 5/5 da 3 (7/8 totale dal campo) e il cagnaccio Bryant conferma le sue doti (18-5-2 con 3 rec), i conti non solo tornano ma diventano pirotecnici come un +32 saccheggiando Belgrado.

10 – CLASSIFICA. Oltre alla sconfitta con PBB, in questo Rd è andato tutto contro Milano. Le W contro le Spagnole (due su tre contesteranno la definizione) sono il viatico per la post-season, non solo l’ultima contro i Baschi (che, come visto, potrebbe essere meno scontata del prevedibile per un’ultima giornata); battere Real e Barcellona significa mettere in classifica non 2 ma 4 W. Brutalmente, da ora alla fine, Milano deve vincere 4/4. Conteranno anche eventi non controllabili, come l’attuale corsa dell’Efes o la inspiegabile resistenza (per come è male guidato dal pino, per la quantità di infortuni, per la presenza del turista Willy…) del Barcellona. Lo scenario migliore sarebbe l’incrocio di risultati che, partendo dalla W vs il Real, creerebbe parità a 17-14 con Bayern/Barcellona (che si affrontano martedì), PBB e Zvezda, insieme al KO Efes.