Non sottovalutare mai il lavoro di un grande allenatore.
1 – SIMILI e ATTACO1. Sconfitte simili per Olimpia e Virtus, maturate dopo un primo quarto buono o almeno incoraggiante, iniziate con problemi difensivi alle prime rotazioni dalla panchina, terminate con l’aggiunta di problemi offensivi. L’attacco milanese ha enormi problemi (dovuti ai concetti abbastanza sorpassati di Messina) di movimento del pallone e cambio di lato: se non stagna in mille palleggi (di cui 995 inutili) allora stagna nella stessa metà longitudinale. Manca del tutto quello che Brad Stevens, l’ex coach nerd dei Celtics, chiamava lo hub: l’uomo che fa da perno ed è capace di ribaltare il campo. Lo ha fatto per qualche tempo Voigtmann (che resta il miglior passatore del roster) fino a che era “riverginato” dal mondiale e dalla nazionale, da leggersi come lontananza da Messina. Ora che la bella estate è dimenticata, è tornato a essere timido e impaurito e impreciso, come nei tempi più bui lo scorso anno, prima che l’arrivo di una vera pg lo alleggerisse dai compiti, pesanti per un lungo che non è Jokic o Arvidas o Cosic, di dare fluidità all’attacco.
2 – SHIELDS + MIROTIC. Sono grandi realizzatori ma anche grandi tombini: non torna indietro (quasi) nulla. Il solo modo che conoscono per rendersi meno ingombranti offensivamente è quello di eclissarsi o fare a turni. In questo momento, lo USA è in maggiore difficoltà negli aspetti del gioco che non siano segnare: impressionante l’assenza di proprietà di passaggio in episodi di Melli o Mirotic in area vs il nanetto Giedraitis e SS non sapeva imboccarli. Mirotic è talento più naturale, cerca di mettersi al servizio della squadra ma, quando lo fa, si ritira da parte delle responsabilità offensive: ieri 9 tiri, in pratica metà dei 16 di Shields. Dicono non ci sia fretta, ma intanto vs ZAL si sono avuti solo 53 tiri dal campo e si è iniziato il secondo quarto con Bortolani in pg. E in questi giorni stanno trovando altra casa sia Yogi Ferrell che Ed Sumner.
3 – MELLI. So, da quello che leggo su certe pagine, che inizia a essere inviso a una parte di tifosi: finito, bollito, ex-giocatore… Per come vedo le cose, deve giocare 34 su 40, massimo 90’’ di panca per quarto. Ogni volta che esce, l’Olimpia perde tensione. L’unica critica da fan-zone che è tecnicamente potabile e condivisibile è “non tira mai”. Mai non è vero, ma qualche sparo in più, soprattutto triple, sarebbe utile anche a bilanciare (per sottrazione letterale di tiri) l’asse Shields-Mirotic.
4 – ATTACCO 2. I problemi offensivi della V-BO paiono più facilmente risolvibili. Con l’innesto di un giocatore differente da Jaleen Smith. Serve una guardia o una sf meno “piatta”, che dia ossigeno a Beli+Toko. Va rilevato come la mancanza di brillantezza da parte di Smith si sia aggravata proprio quando il giocatore avrebbe dovuto fare un passo avanti: in corrispondenza dell’assenza della terza bocca da fuoco Virtus, Mickey. Avendo già espresso le mie perplessità sulla supportabilità di JM, resta aperta la domanda se sia opportuno o meno affidarsi come terzo scorer a un lungo di efficacia non adamantina se vengono esaminate le pieghe del gioco e non solo i dati più evidenti. Cordinier, quarto per media punti, non è abbastanza continuo sugli alti bottini: va da 12 a 20 a 5; la continuità gli viene solo sui punteggi che alla fine costituiscono la sua media: ha giocato 10 gare, in 5 è stato tra 6 e 8 mentre nelle altre ha ondeggiato 20 // 2.
4 – CAMPAZZO. Ho ricordato la scorsa settimana il grave infortunio a Yabu. È arrivato il primo vero test in sua assenza, contro il Fener. Dopo passeggiate contro Alba e Maccabi (recupero, per arrivare a 10 W senza L), il Real ha scritto il terzo 99 di fila. Solo che stavolta gli avversari ne han fatti 100. Gara che conferma come, al di là dei numeri (33 pti, 11/11 da 2), Campazzo non è l’uomo che volete per gestire i vostri finali. Palla persa a 6 secs dalla fine del supplementare (invece che ingoiarsela o tirarla in alto per mangiare tempo) e primo KO di Madrid. Colpa sua e di chi lo tiene in campo. Qualche numero per chiarire: non tanto il 2/10 da 3, quanto che 3 delle triple sbagliate hanno preso solo l’aria e sono state nelle fasi conclusive del primo tempo, del secondo tempo, dell’OT. Un sopravvalutato coi fiocchi.
5 – DOZIER. Vi avevo detto che la Obra-cura stava facendo germogliare questo giocatore. Braccia da pterodattilo, buona propensione a mettere almeno il fisico in difesa, appunto fisicaccio per una guardia (198 x 93). Per battere il Pana ha messo 21-7-4 con 3 rec, soprattutto risultando il sempre-in-campo di coach Zeke: 32 mins. Il Partizan ha recuperato dopo 5 gare Punter, che continua a non trovare il tiro (triple? 4/21 in stagione, 1/5 vs i Greci ma ha messo quella importante): soprattutto però Belgrado ha fatto capire perché ha corteggiato (e fregato alla Reyer) Caboclo. Il Brasiliano ha dato 20’ da pf con 12+5 schiacciando quasi sempre, non solo su reboff o gli scarichi: nelle 4 gare giocate in EL ha sbagliato 3 tiri da 2 e uno da 3 …e 4 liberi. Se avesse iniziato la stagione sarebbe (16+5 con % pazzesche e 1.2 stoppate) nella MVP race.
6 – FAMILY. Che il coach fosse fratello del pres era gestibile solo in grazia di due qualità: la classe innata degli appartenenti alla famiglia Parker (unito a un sempre utile savoir-faire paraculo) e una certa decenza anche nei risultati negativi. Parlando sempre di EL dimentichiamo che per alcuni (inspiegabile, per me) contano anche i campionati. Per il secondo anno lo ASVEL stava (e sta) subendo in Francia da terza forza, il sorpasso può essere tollerato dal Monaco (che ha budget onirico), non da Parigi2 (Boulogne-Levallois lo scorso anno) o da Parigi1 ora. Non vi sarà sfuggito che l’esonero di TJ da parte di Tony sia arrivato la settimana dopo l’annuncio di ECA che ParisBasketball è in pole per una ammissione alla prossima EL, e dopo un derby di EL perso vs lo ASM. E Pozzecco? Subisce meno (da 93 a 89.5) e segna di più (da 78.5 a 86.5), ma non ha sorpassato in campionato e non ha migliorato la posizione in EL; la percezione sì, tra sceneggiate e piagnistei lo ASVEL ha una critica più benevola ora, sia in Europa che in Francia.
7 – YAGO. Dall’arrivo di Sfairopoulos il Brasiliano è la pg più impiegata (24’ di media), sta rispondendo con 10 pti e 4 ass di media, il 60% da 3 (10/16) anche se perde un po’ troppi palloni (2.2/gara) e non ha credibilità presso i refs (3 gare con zero lunette, l’ultima 4). In generale il coach greco ha capovolto le gerarchie del centrocampo, la sua coppia è Dos Santos / Nedovic, non Napier / Teodosic. Nelle ultime 6, 3 W: per ora non utili a salire dal posto 16, ma incoraggianti rispetto al periodo che ha portato l’esonero di Ivanovic.
8 – CLASSIFICA. Con il round 11 abbiamo esaurito il primo terzo di RS. Si delinea la prevista superiorità Clàsica: in due hanno meno sconfitte della terza (sia ASM che V-BO hanno 4 L), il Real ha perso la prima dopo 2 mesi, con Yabu e Causeur out. Evidente anche la massa che occupa i posti tra 5 e 14 e che ha indotto la istituzione del Play-In: 10 squadre separate da una gara, bilancio 6-5 oppure 5-6. Tra queste ci sono precipitande (Valencia 5 KO in fila), squadre non del tutto affidabili (l’ondivago Baskonia, EFES e Pireo con diverse situazioni ma pur sempre in ristrutturazione, Zalgiris condizionato da roster ammirevoli ma corti), squadre senza casa, formazioni che arriveranno in quanto allenate da grandi del pino (Partizan, Pana, Bayern) ma forse non arriveranno in tempo per le F4, regine del mercato in difficoltà (StellaRossa). Chiare anche le due simmetriche a Real e Barca: Alba e ASVEL. Restano: le due terze attuali, quella più credibile come terza forza alla fine (Fener) e Milano, l’incognita più grande di tutte.
9 – PARIS. Non abbastanza forte per il livello top, troppo forte per scendere e regnare più in basso. La vita di mezzo è sempre stata la condanna di Paris Lee, i “però” sono sempre stati il suo scoglio definitivo. Quest’anno sta aggiungendo qualche picco: è primo nei recuperi (2.2) coi quali compensa (2.3, “però” gioca nello ASVEL) le perse; è terzo negli assists (6). Picchi quindi, “però” gioca nello ASVEL. “Però” sarebbe meglio di Bortolani o Flaccadori o Pangos o Hall o Baron (già, c’è pure lui a surrogare, o meglio: ci sarà fra 25-30 gg), e si arriva al lavoro di scouting di Milano, on next su questa pagina. Paris è primo; secondo? Jerian.
10 – BERLINESI. L’Alba va sempre peggio, i Berlinesi più o meno seguono la squadra. Procida, dei due il vero talento, offre segnali positivi come il terzo posto generale nei recuperi, o qualche esplosione offensiva come nell’ultimo round (22 con 14 tiri dal campo). Spagnolo, nonostante minutaggi generosi come dicono i 20’ di media, non guarisce dal virus delle perse, e tira poco (12 volte in 9 gare) da 3 e malissimo (1 centro): se sei una pg, con palle perse e poca produzione da 3 non vai da nessuna parte a meno di non essere Westbrook (che non va in nessun luogo particolare in realtà, nemmeno lui).