Poco prima della quaresima tifosi ed appassionati della pelota basca sono soliti farsi la bocca con le Final Eight di Coppa Italia, primo appuntamento di rilievo del panorama cestistico italiano. Torino ha ospitato nella splendida cornice del Pala Alpitour l’evento che ha visto la Germani Brescia trionfare meritatamente partendo da ottava della griglia e reduce da ben sei sconfitte in campionato.

I ragazzi di coach Magro, capitanati dal sempreverde Moss e guidati dal profeta in patria Della Valle, hanno dapprima superato Milano nei quarti di finale di mercoledì 16 con una partita perfetta sul piano tattico. I meneghini, ancora deludenti ed imbarazzanti, hanno perso 72-75 bucando ancora una volta la prima partita delle Finals che li vedevano super favoriti a dir poco. Ingiustificabili tutti a partire da coach Messina che si è trincerato dietro un laconico: “Indecenti!”. Sarebbe ora il caso di iniziare a recitare il mea culpa e farsi da parte in favore di altri allenatori emergenti. Nell’altro quarto di giornata Pesaro si è imposta su Varese 84-80 guadagnando l’approdo in semifinale.

Giovedì 17 nessuna sorpresa nel vedere Tortona prevalere non senza fatica su una mai doma Trento 74-70. Bologna nell’altro quarto ha regolato senza problemi Venezia 82-68 con un Belinelli in gran spolvero (6/7 da tre). Dopo il venerdì di riposo, che tuttavia ha allungato un pò troppo la kermesse, si è giunti alle due semifinali di sabato 18: Bologna ha strapazzato una Tortona mai scesa effettivamente in campo. 11-2, 22-9 i primi gelidi parziali che gli uomini di coach Ramondino non hanno più provato a colmare per il giusto 90-65 finale. Peccato perchè lo scorso anno i piemontesi da neo promossi avevano dimostrato tutto un altro piglio. L’altra partita ha visto Brescia cavalcare l’onda dell’eliminazione di Milano con i biancoblu ad imporsi 74-57 su una Pesaro troppo nervosa (espulso coach Repesa nel terzo quarto), tenuta a soli 22 punti nei primi 20 minuti. Sicuramente le due più brutte partite giocate in questa coppa Italia, entrambe senza mordente con successi annunciati già nei primi quarti di partita.

Si è così giunti alla finalissima di domenica 19 giocata davanti a quasi 12 mila spettatori. I bookmakers davano chiaramente favorita Bologna con la mano calda delle sue numerose bocche di fuoco, Beli su tutti. Ed invece come d’incanto è Brescia che ha fatto la partita fin dalla palla a due con i virtussimi sempre ad inseguire e coach Scariolo costretto a tentare quintetti improbabili. Pur arrivando a -1 nel quarto finale Bologna non ha mai dato l’impressione di farcela e Brescia è riuscita a mettere le mani sul suo primo storico trofeo di società: 84-76 finale. Menzioni d’onore per tutti i bresciani schierati da coach Magro ma in particolare l’MVP Amedeo Della Valle con 26 pesantissimi punti (struggente la dedica nell’intervista a caldo per una sua amica da poco scomparsa), Cournooh miglior difensore della manifestazione, Petrucelli collante fondamentale, ma anche Gabriel, C.J. Massinburg e l’apporto prezioso di Burns.

In pochi giorni la Germani passa così da una preoccupante crisi di risultati in campionato ad un trionfo che definire inaspettato è poco. Una riflessione finale è indispensabile: giusto celebrare con enfasi la vittoria di un team “medio” che batte, oltre a Pesaro, le due corazzate prime della classe (Milano e Bologna) ma è opportuno porre l’attenzione sull’ennesimo flop di questi super squadroni con roster esageratamente milionari che si permettono in tribuna giocatori titolari in ogni altra società e spesso nazionali italiani, arrivando alle finals scarichi e senza gioco. Le dichiarazioni degli allenatori spesso lasciano il tempo che trovano perché l’Eurolega (pur giocata in terza fascia) incombe su questi team che cambiano pelle ogni partita si può dire. Sono un valore per il basket nostrano o più un danno? La risposta non è difficile da indovinare. Teniamoci stretta Brescia underdog vincente per sognare un basket migliore!