La prima giornata di queste Final 8 di Coppa Italia ha offerto prestazioni individuali di alto livello, altre al di sotto delle aspettative da parte di alcuni protagonisti molto attesi. Diamo una rapida occhiata.

TOP

Nel primo match di giornata, tra Pistoia e Trento, si sono messi particolarmente in evidenza Julian Wright e Alexsander Czyz. Il centro dell’aquila mette insieme 18 punti e 9 rimbalzi in 28 minuti di utilizzo, offrendo l’ennesima prova all-around della sua stagione: dominante sotto i tabelloni con il suo atletismo fuori portata, delizia gli spettatori presenti con alcune giocate sorprendenti per un giocatore del suo ruolo come la spaventosa capacità di avviare la transizione in palleggio e la corsa senza palla nonché le sue partenze in palleggio degne delle migliori guardie. Dalla parte opposta, l’ala forte toscana regala ai suoi una prova tutta sostanza da 20 punti e 22 di valutazione evidenziando un progresso netto, rispetto al passato, nel tiro da fuori e nel posizionamento a rimbalzo, particolari che consentono a Pistoia di rimanere attaccata alla partita nonostante una prova incolore da parte del punto di riferimento Kirk.

In Cremona-Sassari, David Logan ed Elston Turner sono stati mattatori assoluti. Il numero 3 ha dato a tratti lezioni di basket trovando il canestro in tutti i modi. Il suo terzo quarto da 12 punti tiene prima a contatto e poi permette alla sua squadra di passare avanti nel punteggio. Glaciale anche dalla lunetta sul finire dell’ultimo periodo prima di affondare insieme ai compagni nel supplementare. 29 punti, 8 assist e 41 di valutazione le sue cifre per un fantastico losing effort. 31 punti e 31 di valutazione per Elston Turner, ad oggi uno dei migliori giocatori nel suo ruolo dell’intero campionato per capacità realizzative e killer istinct nei momenti decisivi della partita. Il suo tiro in fade away è diventato un marchio di fabbrica, ma sta sempre più diventando un fattore, insieme a Washington, nella metà campo difensiva.

Per concludere, nella vittoria di Avellino su Reggio Emilia, da sottolineare l’ottima prova di Joe Ragland. L’ex playmaker di Milano gioca una partita molto intelligente nelle scelte quanto intensa. Batte sempre De Nicolao e Gentile sul primo passo e riesce a pescare i suoi lunghi con giocate semplici e dai tempi perfetti. Chiude con 20 punti, 7 assist e 12 tiri liberi tentati per 7 falli subiti. Fattore determinante anche Veikalas con i suoi 21 punti, frutto del 8/9 dal campo. Letale con la tripla in uscita dai blocchi in catch-and-shoot ed i tagli backdoor, difende in maniera asfissiante sul perimetro anestetizzando la coppia Gentile-Kaukenas.

FLOP

Primo fra tutti Joe Alexander perché è vero che l’ala-centro statunitense segna 12 punti in 21 minuti però vanifica tutto con l’assurda scelta di non compiere fallo prima della tripla di Cazzolato che spedisce le compagini all’overtime. Se ci aggiungiamo che la difesa spesso latita e talvolta compie delle scelte in attacco alquanto discutibili, il quadro si completa.

L’ultimo quarto di finale tra Milano e Venezia fa balzare agli occhi due prestazioni piuttosto incolori. Esteban Batista era molto atteso prima della palla a due, visto come l’elemento in grado di fare la differenza in area in entrambe le metà campo. Tuttavia, stasera mette in scena un campionario di orrori che i tifosi di Milano sperano di non rivedere più, già a partire da domani: lay-up comodi sbagliati, infrazioni di passi a volte banali e quasi sempre quando è chiamato a fare passo incrociato, finisce stabilmente per muovere il piede perno. Soffre il dinamismo del collega Josh Owens e si fa trovare in ritardo sul pick and roll dell’avversario in tandem con Mike Green. I tifosi di Venezia si stanno chiedendo dove sia finito il Phil Goss decisivo dei playoff del campionato scorso, a buone ragioni vista la prova di stasera. 5 punti in 21 minuti con 2/7 al tiro e -6 di +/- sono le cifre di una serata nella quale non brilla per razionalità non sfruttando un gioco interno molto interessante vista la buona luna di Owens. Allo stesso tempo, non riesce a combinare nulla sul perimetro, a differenza degli altri esterni (Green e Jackson) che riescono a segnare un paio di conclusioni dal palleggio, almeno nel primo tempo.