Si accavallano le notizie e si fanno concrete le ipotesi che Alessandro Gentile lascia l’Armani possa uscire dal secondo anno di contratto sfruttando la clausola del “buy out” legato alla chiamata della NBA. Lunedì 30 giugno è l’ultimo giorno per una verifica sul contratto e il capitano si incontrerà in azienda con il presidente Proli e potrà calare qualche briscola pesante e capire se proseguire o meno.
Dal suo entourage emergono notizie interessanti, intanto è reale e documentabile l’interesse reale dei Rockets per i quali lavora come scout per l’Europa l’ex general manager dell’Armani, il pesarese Pascucci, che ha consigliato al suo general manager Daryl Morey questo affare conoscendo bene il giocatore.
La sera prima del draft, quando ancora era dato per i Sixers, Gentile è stato intervistato per circa un’ora in video-conferenza dai dirigenti texani molto soddisfatti per il grado di maturità del ragazzo e convinti di potergli trovare un posto nel roster. Raccontano anche che i Rockets gli abbiano proposto un biennale, disposti anche a chiamarlo nelle scelte attorno al n.25 tralasciando di andare su Nick Johnson di Arizona (n.42) giudicato interessante ma con un problema di tempi essendo in attesa di trattare dal 1° luglio con i free-agent, e addirittura coi due nomi più appetibili della NBA, LeBron Jones o Carmelo Anthony.
Quello è un ingaggio che richiederebbe un grande sforzo economico, sui 60-70 milioni di dollari, con un effetto a cascata su una limitazione sul salary cap per il resto della rosa. Gentile da parte sua non poteva discutere anticipatamente con l’Armani per concentrarsi sulla gara, molto delicata, e la cosa è finita lì. Il giocatore è andato a letto presto e sembra che i genitori siano stati avvertiti del draft nella notte dal trillo dei telefonini verso le 4 e mezzo di mattina da conoscenti che volevano sapere dell’esito draft avendo Sky interrotto il suo special. Cosa che concorda con la nostra sorpresa di vedere ESPN, titolare dei diritti, tralasciare la parte dell’ultima dozzina di scelte per chiudere con l’annuncio della chiamata finale per San Antonio e il discorsino del vice-commissioner Tatum per ringraziare i presenti e gli organizzatori.
Come sappiamo, Gentile è stato chiamato a sorpresa da Minnesota e al risveglio ha saputo di essere finito a Houston. Non sapeva di questo giro “pesca” che, spiegano dal suo entourage, conferma la volontà di aspettare gli sviluppi dei prossimi giorni per i grandi colpi di mercato, ma non volendo perderlo è circolata la voce che la seconda scelta di Gentile sia costata un milione di dollari. Strano, oggi nei movimenti del draft si danno in uscita sia “Ale”, col n.48 ai Milwaukee Bucks, che l’altra seconda scelta Nick Johnson al n.43 per Atlanta. I Bucks sono la squadra di Larry Drew, ex star della Scavolini Pesaro dei tempi d’oro, che ha scelto Jabari Parker n.2, il francese Damien Inglis, small forward, n.31 e il power forward Johnny O’Bryant di Lousiana. In ogni caso, questo apre un nuovo scenario ma è probabile che il futuro del giovane capitano che ha riportato in famiglia l’ultimo scudetto che il padre, anche lui come capitano, aveva vinto 18 anni fa con la Stefanel di Tanjevic e Marco Crespi, segnando più punti di media del figlio (12 contro 10), quel play che mancava a questa Armani che ha vinto con la clava e le individualità, riuscendo anche a far cambiare il metro arbitrale a fischietti che con tutto il rispetto hanno un po’ deluso, e soprattutto la grandissima gara6 di Alessandro Gentile a Siena, primo nei punti e nella valutazione, esattamente come nella bella di venerdì.
Ma è più probabile che la scelta di Gentile per ora sia congelata, Rockets o Bucks si vedrà, è invece utile più di un raduno della nazionale che il giocatore vada alla Summer League per misurarsi con i grandi giocatori e i migliori giovani mentre si dipanerà nelle prossime ore la trama del suo futuro e in mancanza di un’offerta adeguata avrebbe ben tre offerte, del Panathinaikos, del Galatasaray che deve rispondere ai colpi di Efes e Fenerbahce, e Cska Mosca. E il club di Ettore Messina dove è arrivato il nuovo allenatore, Dimitri Itutis, il vice di Obradovic ai tempi i cui Nando Gentile era il capitano del Panathinaikos campione d’Europa, avrebbe fatto pervenire l’offerta per un triennale sicuro, soprattutto dopo l’impatto del giovane capitano in questo playoff e le ultime due gare.
Houston non molla la presa, “Per il signor Alexander – ha dichiarato il gm Daryl Morey a nome del proprietario – siamo disposti a spendere per migliorare la squadra. Gentile è una realtà e può giocare subito da quello che si è visto nella finale del campionato italiano, la migliore squadra italiana e che gioca ai massimi livelli anche in Euroleage nella quale a 21 anni è il capitano pur con giocatori che vanno dai 28 ai 35 anni”
“Egli è simile a Carlos Delfino per l’uso del corpo, può attaccare il canestro, passare la palla, ha il fisico per difendere, è un giocatore realmente produttivo e una sicurezza per il futuro”, ha aggiunto il dirigente texano.
Per finire un retroscena, la Rai ha mostrato il replay di un’azione nella quale, a detta del telecronista, Gentile avrebbe preso una botta chiedendo al suo allenatore di andare negli spogliatoi, dai quali è riemerso dopo qualche minuto per tornare in campo. In realtà, Gentile è andato in bagno a vomitare, forse per la grande tensione, dopo aver passato una brutta notte al ritorno da Siena. Consumata una pizza in pullman ha avvertito capogiri e nausee, e la notte è anche svenuto. Ma non ha raccontato nulla, è andato in campo ugualmente, si è procurato tiri liberi, ha difeso, cercato di giocare per la squadra ed è stato il più continuo, a parte i due liberi del secondo quarto, quando ha chiesto al coach di uscire. Forse è stato lo stress della partita. Si racconta che prima di giocare a Siena, la città che da tempo gli dedica un trattamento “speciale” abbia chiesto ai famigliari di sedersi dietro la panchina. “Voglio vincere”, ha giurato. Aveva vicino i genitori e gli amici più cari che non hanno certo ricevuto complimenti, raccontano di sputi e insulti ma alla fine l’ha vinta per davvero.