Commentare a freddo l’incredibile sconfitta patita dalla Vanoli Cremona contro la Dinamo Sassari, al di là dell’arida cronaca, non è impresa facile, specie per chi – oltre ad amare il basket – ha a cuore le sorti dei biancoblu cremonesi. Allora, chi scrive ha chiesto idealmente aiuto ad un grande della musica italiana: Angelo Branduardi. Nel 1980 Branduardi rieditò, implementandolo di un brano, l’album “La Luna” (1975), rinominandolo “Gulliver, la Luna e altri disegni”. Definirlo un capolavoro sarebbe riduttivo. Comunque, parlavamo di basket e della Vanoli in particolare: il titolo di quell’album ci farà da guida in questa riflessione, perché – si sa – ciò che appare imperscrutabile, a volte è reso più chiaro attraverso la lente dei simboli allegorici.
Gulliver – Come tutti sanno, il personaggio nato dalla fantasia di Jonathan Swift si trova dapprima a naufragare sull’isola di Lilliput, i cui abitanti – alti una quindicina di centimetri – vedono in lui un gigante, inizialmente temuto, poi esaltato ad eroe popolare, infine condannato con infamia. Per sfuggire a tale condanna, Gulliver salpa nuovamente, solo per approdare nella penisola dall’impronunciabile nome di Brobdingnag, i cui abitanti sono alti ventidue metri. Le parti si invertono ed ora è Gulliver a doversi comportare da lillipuziano. Ecco: l’andamento della partita tra Cremona e Sassari ricalca per certi versi quel canovaccio. La squadra allenata da Lepore ha inizialmente patito lo strapotere dei “giganti” sassaresi, poi ne ha preso le misure, quasi giganteggiando nei confronti degli avversari, che – ad un certo punto – ne hanno temuto l’efficienza offensiva e l’intensità difensiva. Il tutto fin “quasi” alla fine. Il problema è che le partite finiscono quando suona la sirena, non 52″ prima, né 8″ prima. Giunti a quel punto, negli occhi degli uomini di Lepore si poteva leggere l’apprensione di vincere, poi diventata paura di perdere. La sequenza negativa di scelte ed episodi (tiri forzati e palle perse, un incomprensibile time out chiamato dalla panchina in un momento di inerzia favorevole, lo 0/2 dalla carità di Thomas, la sfortunata/scellerata rimessa di Mian, sulla quale non viene fischiato il tocco di Stipcevic, che avrebbe riconsegnato palla a Cremona) ha sottratto la “quasi vittoria” ai biancoblu di casa, consegnando la vittoria ai biancoblu in trasferta. Effettivamente, la Vanoli di quest’anno è la squadra del “quasi”: ha quasi vinto un’infinità di partite; ha quasi trovato gli equilibri interni; ha quasi ritrovato il sorriso e – con esso – ha spesso quasi riaperto le speranze di salvarsi. Una sequenza ininterrotta di “quasi” che non è foriera di buoni auspici.
La luna – L’omonima canzone di Branduardi narra di come la Luna – osservando la Terra da lontano – la vedesse come una distesa liscia ed attraente, così attraente, che un giorno prese una cometa e scese finalmente sul nostro pianeta: camminando per le sue strade, si rese però conto di quante asperità vi fossero. Ferendosi i piedi, comprese che affrontare il mondo a piedi nudi non si può, così lasciò la Terra e tornò ad osservarla da lontano, conscia del fatto che essa non è la liscia distesa che sembrava. A Cremona sono arrivati giocatori (italiani e americani) convinti che la #VanoliFamily fosse un’oasi felice (per molti versi è così), che in una società sana e corretta bastasse fare il minimo sindacale per ottenere i massimi risultati, personali e di squadra. Alcuni di loro – messi di fronte a maggiori responsabilità – hanno tradito le attese; altri hanno addirittura abbandonato la barca quando le acque hanno cominciato ad agitarsi. Che dire? A tutti i livelli, sono stati commessi errori: questo è evidente ed umanamente comprensibile. Quel che rimane difficile da capire, è la deriva presa dalla squadra in un momento cruciale come questo, in cui – per ammissione dello stesso Lepore – l’allenatore è scarsamente ascoltato da diversi giocatori. Che serva forse – come extrema ratio – il pugno di ferro della Società? Magari un mini-ritiro in vista del cruciale incontro di Pesaro? Se lo chiedono in parecchi a Cremona, per lo meno coloro che ritengono alcuni giocatori un po’ “distratti” e poco concentrati sugli obbiettivi della società.
Altri disegni – La parola “disegno” indica la rappresentazione grafica di un oggetto o di un progetto, sia esso in forma letterale, che in senso astratto. Cosa saprà disegnare lo staff tecnico per approcciare al meglio lo scontro-salvezza con Pesaro? Innegabilmente (e comprensibilmente), coach Lepore in conferenza stampa post-partita è apparso scosso come non mai. Questo non è però il momento per rimuginare più di tanto su cosa è stato fatto male; bensì è il momento per decidere cosa si deve fare meglio e come. Se c’è ancora qualcosa da dimostrare, questo è il frangente nel quale i giocatori – tutti – definiscano il loro valore di uomini; quello di atleti è già ampiamente evidente (nel bene e nel male). La Società ha fatto uno sforzo non indifferente mettendo a disposizione un pullman per la trasferta nelle Marche, al prezzo simbolico di 10 € (biglietto incluso): chi può, è invitato a sostenere la squadra nella partita più importante dell’anno. Per il resto, il fato ha i suoi disegni: nulla è scritto, ma tutto può esserlo. Almeno, ancora per un po’…