Verona Ravenna Napoli (et cetera) sono volate via: dalle speranze dei dirigenti della pallacanestro italiana, Federazione e Lega unite nel pasticcio che si è venuto a creare sul numero 17.
La vicenda prende forma dal finale disastroso (coach Larry Brown, tanti stranieri a casaccio e più famosi che efficaci) della parentesi di proprietario e presidente a Torino di Antonio Forni, che ha causato prima la retrocessione a tavolino e poi il fallimento. Rimanendo escluso il marchio Auxilium, che è di proprietà della famiglia dello storico coach Gianni Asti (cui lo donò il precedente presidente, Garrone) il basket a Torino è stato salvato con due contributi fondamentali: quello di una delle colonne economiche della città (RealeMutua) e quello del presidente della Dinamo Sassari, Stefano Sardara. SS ha trasferito in Piemonte i diritti sportivi della sua seconda squadra, Cagliari, che si era salvata in LNP al termine del 2018/19: la data esatta della fine della trattativa è 31/05/2019, ma la sostanziale ufficialità esisteva da molto prima. Il macello cui stiamo assistendo nasce da un progetto partorito sull’asse Sardara-Petrucci, con la Lega a far da spettatore sempre più attivo fino al momento in cui viene deciso di ripescare i Piemontesi in LBA, senza altro criterio che quello di essere primi in un ranking di cui nessuno conosce i criteri ufficialmente. Se si leggono correttamente le dichiarazioni del più critico nei confronti di questa operazione di ripescaggio “a prescindere”, ovvero il presidente di Ravenna, Vianello, si troverà che la gran parte della rabbia era rivolta contro la procedura blindata e forzata, non contro il mancato ripescaggio dei Romagnoli.
Uno dei crocevia del piano stava in un punto assurdo per la sua antistoricità rispetto al momento che siamo vivendo: invece di ridurre le squadre ammesse al nostro campionato maggiore, come era logico, si è prima cercato di aumentarle a 20 e poi deciso di tenerle a 18, grazie al ripescaggio. La politica delle grandi città è in sé sensata e giusta, ma bisogna saper essere manager capaci per portarla avanti. Invece, ora Sardara sta avendo problemi imprevisti nel vendere la nuova Basket Torino, e soprattutto i conti delle partecipanti cominciano a non tornare. Pistoia NON ci sarà, Pesaro (1 W su 20 gare) dopo aver detto fino al 15 Maggio che non ci sarebbe stata…invece ci sarà: sono emersi fondi addirittura per un triennale a Jasmin Repesa, che economico non è; Cremona non si sa: difficile, ma anche se fosse è ipotizzabile una stagione come l’ultima pesarese; VR-RA-NA, hanno detto NO GRAZIE, resteranno in LNP, come Scafati. E mancano ancora i verdetti Comtec, che celano sempre qualche sorpresa. E’ serio tutto ciò? E’ ancora comico o è diventato solo tragico?