#9 – Caserta. Un’altra formazione che ha operato un mercato a nostro avviso molto ben svolto è la Juve Caserta. La società campana ha deciso di dare un seguito al progetto tecnico della passata stagione confermando parecchi membri del roster 13/14, e aggiungendo tre stranieri nuovi. Il playmaker titolare, confermato, sarà Ron Moore, regista senza grande fisicità ma con ball handling eccellente e visione di gioco notevole. Un metronomo veramente adatto secondo noi a occupare la casella del regista nel basket moderno. Oltre a Carleton Scott, ala atletica e di grande dinamismo con enormi margini di miglioramento, ad oggi soprattutto un tiratore, Caserta ha confermato anche il blocco di italiani, comprendente i giovani Tommasini e Vitali, Luigi Sergio, rientrante dal prestito, e i veterani Marco Mordente e Andrea Michelori. I tre nuovi arrivi sono andati a coprire il ruolo di guardia titolare, di ala piccola e di centro. Vediamoli più attentamente. Sam Young, il numero 3 del quintetto, sarà a nostro avviso una delle rivelazioni della stagione e un giocatore in lotta per il titolo di mvp della lega. Sam infatti ha dalla sua un atletismo e una fisicità senza paragoni in Italia, che gli consentirà di dominare qualunque avversario, unita ad un grande ball handling che gli permette di attaccare il canestro dal palleggio spesso e volentieri. Dispone inoltre di un tiro da fuori abbastanza affidabile e di grande tecnica difensiva. Howell è un altro giocatore che piace parecchio a chi scrive, è un centro molto tecnico dotato di grande fisicità e atletismo, e soprattutto di grandissimo tempismo per i rimbalzi. Potrebbe faticare contro avversari molto più alti di lui, visto che non arriva probabilmente ai due metri. Qualche dubbio in più ce lo lascia la scelta di Frank Gaines. La guardia Usa è quasi uno specialista al tiro da fuori, fondamentale che esegue con purezza stilistica notevole e grandi percentuali, ma ci è apparso nelle prime uscite abbastanza monodimensionale, autolimitandosi molto nelle partite di scarsa verve al tiro. Possiede il fisico e il primo passo per risultare pericoloso anche attaccando il ferro, ma in virtù del trattamento di palla non particolarmente brillante, non sembra particolarmente dotato nell’1vs1. In conclusione crediamo che Caserta sia un team costruito molto bene, con grande completezza in tutti i ruoli, e che si giocherà senz’altro ampie possibilità di partecipare ai playoff.
#10 – Roma. Dopo le ultime due annate concluse con ottimi risultati, a nostro parere Roma quest’anno difficilmente riuscirà a replicare i successi ottenuti, soprattutto in virtù dell’ulteriore diminuzione del budget utilizzato. Il gm Alberani ci ha abituato a grandi colpi nelle passate estati, ma in quest’off season non tutto sembra andato per il verso giusto. All’inizio si è partiti formando un reparto esterni senza un playmaker di ruolo, acquistando l’ottimo Triche (grande realizzatore a Trento in seconda serie), Gibson da Pistoia (tiratore e attaccante notevole) e la combo guard Perry Petty, proveniente da Pesaro. Probabilmente nel corso del precampionato lo staff capitolino si è accorto delle difficoltà di playmaking e del ball handling non rifinitissimo del suo parco esterni, ed ha deciso di ingaggiare Rok Stipcevic, esperto regista croato. Con la nuova aggiunta, la squadra romana sembra molto più interessante, perché appunto la mancanza più grave sembra in qualche modo riparata. Le due ali titolari paiono molto interessanti, da una parte c’è l’esperienza e la fisicità del confermato Jones, e dall’altra l’impressionante atletismo e il grande potenziale del rookie Melvin Ejim. Nel ruolo di centro, oltre al lungo belga di talento e punti nelle mani Maxime De Zeeuw, è stato ingaggiato anche l’altro rookie Jordan Morgan, che in queste prime uscite ha convinto molto poco. Sembra non avere un grande atletismo e nemmeno la tecnica e i punti nelle mani di alcuni suoi predecessori. Anche quest’anno insomma l’Acea si presenta all’inizio della stagione con una squadra di grandi scommesse, con uno spiccato atletismo e una buona predisposizione difensiva. Quest’anno però il nostro personale soldino non lo mettiamo, e riteniamo che Roma faticherà più che in passato a raggiungere la top season.
#11 – Pistoia. Il grande colpo di Pistoia nell’off season 2014 è arrivato subito, ed è stata la conferma di Paolo Moretti, il condottiero di competenza eccezionale che da anni a questa parte fa rendere le sue squadre al 110%. A parte questo rinnovo veramente importante, siamo sinceri, sulle prime il mercato di Pistoia non ci aveva convinti granchè. L’idea di accorpare un playmaker come Filloy, ottimo tiratore e finalizzatore ma in netta difficoltà nel crearsi vantaggi a causa dell’atletismo, con due centri come Linton Johnson e Magro, che in attacco si limitano spesso a convertire a canestro gli scarichi degli esterni, non ci pareva particolarmente brillante. Il resto del roster, a parte l’acquisto di rilievo di Daniele Cinciarini, bomber di razza, non ci sembrava granchè degno di grandi ambizioni. Avendo però visto giocare Pistoia due volte nel precampionato, è impossibile non notare come coach Moretti abbia anche quest’anno fatto le cose per bene. Il rookie Langston Hall è un playmaker e creatore di gioco notevole, grazie alle ottime gambe e alla visione di gioco importante. Le sue incursioni creano spazi per il tiratore Williams, autore di molti punti in questo precampionato. Il talento e la versatilità di Milbourne (forse prima opzione offensiva del team) e Czerapowicz completano il team in modo egregio. Ancora da verificare l’apporto dell’ultimo straniero Gilbert Brown, ingaggiato in ultimo dallo staff toscano. Insomma è vero che non si deve giudicare troppo dalle amichevoli di precampionato, ma l’impressione che ci ha fatto Pistoia è stata veramente buona: un team organizzato, con grandissima attitudine difensiva e buone soluzioni in attacco. Crediamo che anche quest’anno coach Moretti si toglierà alcune soddisfazioni, e lotterà per un accesso ai playoff.
#12 – Capo D’Orlando. I siciliani hanno costruito un team molto particolare, che ha fatto molto discutere gli appassionati e gli addetti ai lavori. Ciò che più è parso strano, da parte del gm Giuseppe Sindoni (che a nostro avviso è dotato di grande competenza) è essersi affidato ad una panchina di giocatori molto avanti con gli anni, seppur di grande esperienza. Molti ritengono che un gruppo di quasi tutti quarantenni quali gli italiani Pecile, Basile, Soragna e Nicevic potrebbe avere delle difficoltà nella massima serie. Noi però abbiamo più volte fatto notare, forse banalmente, che i “nobili vecchietti” di Capo D’Orlando non devono giocare tutti insieme, ma entrare per pochi minuti e mischiarsi con quintetti pieni dei frizzantissimi stranieri scelti dal gm siciliano. Crediamo per esempio che avere Basile o Soragna a tirare da tre sugli scarichi di un vero e proprio fulmine come il playmaker Flynn sia un valore aggiunto e non un peso per la squadra. I 5 stranieri dell’Upea infatti bilanciano molto bene l’esperienza e l’intelligenza tecnica dei veterani con un grande atletismo e una fisicità oltre la media. Oltre al già citato Flynn, playmaker con primo passo rapidissimo e grande visione di gioco, compongono la squadra Freeman, grande realizzatore dal perimetro, un factotum molto fisico e difensivo come Borguess, un ala forte mobile e atletica come Archie e infine Hunt un centro dalla grande fisicità perfetto per prendere gli scarichi degli esterni e garantire molti rimbalzi. Insomma, pur se costruita con finanze non ingenti e senza grandi ambizioni, noi il bicchiere sull’Upea lo vediamo decisamente mezzo pieno, e crediamo i siciliani si salveranno senza eccessive preoccupazioni.
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